Tiziano Canello – Psy*Co*Re https://www.psycore.it The Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch Thu, 01 Dec 2022 02:30:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.3 https://i0.wp.com/www.psycore.it/wp-content/uploads/2020/04/cropped-Screen-Shot-2020-04-26-at-7.58.23-AM-1.png?fit=32%2C32&ssl=1 Tiziano Canello – Psy*Co*Re https://www.psycore.it 32 32 176450119 Frontiere PsicoTerapeutiche 2022: lo stato attuale della psicoterapia coadiuvata dagli psichedelici https://www.psycore.it/frontiere-psicoterapeutiche-2022-a-torino-lo-stato-attuale-delle-terapia-assistita-con-psichedelici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=frontiere-psicoterapeutiche-2022-a-torino-lo-stato-attuale-delle-terapia-assistita-con-psichedelici https://www.psycore.it/frontiere-psicoterapeutiche-2022-a-torino-lo-stato-attuale-delle-terapia-assistita-con-psichedelici/#comments Fri, 20 May 2022 13:16:26 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=3066 Leggi tutto]]> FPT22Venerdì 10 e Sabato 11 giugno 2022 la rete Psy*Co*Re organizza Frontiere PsicoTerapeutiche 2022 (FPT22), in modalità ibrida a Torino e online, evento dedicato ad approfondire il tema della psicoterapia coadiuvata dall’uso di sostanze psichedeliche in Italia e in Europa.

Riprendendo e ampliando il formato ideato lo scorso anno, l’edizione 2022 prevede la partecipazione di 28 relatori italiani e internazionali, esperti dell’argomento: medici, terapeuti, ricercatori accademici e indipendenti offriranno le loro prospettive o illustreranno il loro modo di applicare queste terapie in stati dove l’uso delle sostanze psichedeliche in ambito clinico o sperimentale è ammessa. La maggior parte dei relatori inteerverrà online, ma la partecipazione dal vivo è particolarmente consigliata e finalizzata alla creazione di un network con base italiana che possa coordinarsi in futuro per risolvere l’anacronista mancanza di informazioni e di iniziative in loco.

L’obiettivo di fondo è quello di avviare una rete di professionisti in ambito sanitario e di aspiranti pazienti che possa ritrovarsi in una linea d’azione comune in grado di arricchire il panorama psicoterapeutico italiano, sia dal punto di vista clinico che della ricerca scientifica.

FPT22 intende quindi fornire le informazioni necessarie e aprire il dibattito per orientare domande quali:

– Esistono cliniche che offrono terapie assistite da psichedelici nel territorio europeo?
– Come avvengono in pratica? Quali gli approcci e le strategie applicate?
– Quali i percorsi di formazione attualmente disponibili per i professionisti?

Si tratta di questioni urgenti per operatori clinici e potenziali pazienti che riconoscono l’impotenza attuale della società di fronte all’avanzare della depressione (prima causa di disabilità a livello mondiale), delle dipendenze patologiche e di altre patologie come l’anoressia, sintomi del nostro periodo storico.

Ecco perché, considerato anche l’avvio di trial clinici in diversi stati Europei (per esempio a Dublino per la ketamina, a Berlino e Londra per la psilocibina) ci proponiamo con questo evento di affrontare criticamente lo stato dell’arte in Italia. Nello specifico  l’obiettivo pragmatico è quello di promuovere protocolli di ricerca e progetti di  psicoterapia con psichedelici per  favorire processi salutogenici, con uno sguardo particolare rivolto  al territorio italiano.

Nello specifico, FPT22 è un evento articolato in interventi frontali e tavole rotonde di discussione che si articola intorno a tre temi principali:

– LA PRATICA CLINICA DELLA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI;
– LO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA CLINICA PSICHEDELICA;
– LA FORMAZIONE PER LA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI.

Qui il programma completo (in italiano).

Qui la versione inglese del testo di cui sopra e qui il  programma completo in inglese.

PREZZO BIGLIETTO: 15 EURO A GIORNATA; 25 EURO PER LE DUE GIORNATE.

PER ISCRIZIONI, INFORMAZIONI E PAGAMENTI: +39 3460058154 — +39 3341134744

 

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The Mushroom Speaks: reti miceliali per salvare l’anima del mondo https://www.psycore.it/the-mushroom-speaks/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=the-mushroom-speaks Fri, 04 Feb 2022 07:57:04 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2869 Leggi tutto]]> Nel nuovo ventennio, il fungo è tornato a parlare? O forse non ha mai smesso di farlo, pur se a modo suo? Un dilemma-esperienza che trova un brillante rilancio in un nuovo documentario svizzero, centrato sul rapporto fra il genere umano e quelli che potrebbero essere, secondo Terence McKenna, i nostri principali alleati per sfuggire all’autodistruzione. È così che vengono presentati i funghi in questa interessante opera, che coniuga ricerca scientifica ed artistica, insieme a molto altro. The Mushroom Speaks si colloca sul filone inaugurato dal documentario Fantastic Fungi (2019) ed è ispirato al libro L’ordine Nascosto (2020) di Merlin Sheldrake, riagganciandosi anche sul grande schermo all’odierno revival psichedelico.

 

Non a caso la stessa autrice, Marion Neumann, mi racconta, all’esterno della sala cinematografica occupata di Parigi “La Clé”, che l’ispirazione del film è stata squisitamente psichedelica. Senza però limitarsi ai soli funghi del genere Psilocybe, il documentario espone svariate ricerche sul campo, fornendo una visione quanto più trasversale possibile della (meritata e necessaria) rivalutazione oggi in corso anche per il mondo fungino. Basti citare, per esempio, lo stimolante saggio The Mushroom at the End of the World (2021) dove l’antropologa Anna Tsing spiega fra l’altro come certi funghi possono aiutarci a sopravvivere all’antropocene, per esempio ripulendo i territori contaminati da radiazioni nocive e altro.

Utilizzare i poteri fungini per aiutare l’umanità è un’idea sposata e applicata con solerzia dagli adepti alla “micologia radicale”: ricercatori, il più delle volte indipendenti, che sulla scia di Merlin Sheldrake e Paul Stamets conducono indagini sperimentali approfondite per applicare i saperi della micologia all’ecologia, all’agricoltura sostenibile, alla medicina e persino all’edilizia. Anche Peter Mcoy, considerato uno dei maggiori esponenti della micologia radicale, è tra i protagonisti del film, esprimendo chiaramente i suoi ideali post-umanisti:  parla per conto dei funghi e  promuove un’idea di uomo-ecosistema (colonie di funghi proliferano anche all’interno e all’esterno del nostro stesso corpo) che si affaccia su un misterioso abisso.

Nel film si incontrano anche monaci zen, psichiatri, micologhe e moderne streghe o erbarie, profonde conoscitrici del mondo vegetale. Ma soprattutto si incontra il popolo-funghi, che dal micelio al frutto la fanno da protagonista assoluti. Si apprendono così gli affascinanti misteri del sottosuolo, composto da segrete alleanze fra minerali, micelio e vegetali; l’evidenza per cui sono i funghi a permettere alle piante di prolificare, dando inizio a un nuovo ecosistema e scambiandosi informazioni; e come grazie ai funghi la materia viene decomposta per tornare potenza attiva, a conferma del fatto che proprio un fungo è l’essere vivente più grande e antico sulla terra. Nè manca lo spazio per sottolineare il potenziale di certi funghi “magici” di alterare la coscienza, tanto da essere considerato un valido alleato anche per il direttore di un monastero zen.

Il documentario punta decisamente a “far parlare” i funghi, da cui la scelta di non accompagnare i protagonisti umani con le didascalie proprie di un documentario divulgativo. Una scelta stilistica dalle tinte psichedeliche e post-umane, che intende quindi decostruire ogni forma di arrogante antropocentrismo. È grazie a questo spirito ecologico che Marion Neumann, insieme ad una rete multidisciplinare di psicologi, cineasti, artisti e psiconauti, intende fondare un centro di riferimento per l’arte psichedelica contemporanea.

Nel suo complesso il documentario abbraccia e rilancia l’espressione coerente della scena psichedelica attuale, dove la corrispondenza fra etica ed estetica ha un ruolo centrale. Lo condivide con Descending The Mountain, altra fresca opera cinematografica svizzera, con prossima distribuzione online, di cui si può intanto gustare la deliziosa colonna sonora. Delicata esplorazione al bivio tra gli effetti dei funghi psilocibinici e la natura della coscienza in senso lato, questo film propone una sintesi del tutto originale, integrando le esperienze del ricercatore Franz Vollenweider e del maestro Zen Vanja Palmers. I quali compaiono anche in questo  The Mushroom Speaks, riuscendo a trasmettere il senso dell’esperienza mistico-psilocibinica espandendosi oltre i frattali e le fantasie kashmir per arrivare al cuore della mente scientifica e dell’occhio contemplatore (conquistandosi ampie lodi dalla comunità buddhista).

Che parlino o meno, l’universo fungino sembra dunque ispirare innovativi percorsi che integrano arte, letteratura, ricerca scientifica e spirituale. Un caleidoscopio che trova spazio anche in Italia, come rivela fra l’altro il primo numero della giovane rivista Axolotl (“Micelio”) o nel magazine indipendente siamomine, in cui viene presentata l’analogia fra la rete micorrizia ed il web. E, quel che più conta, quest’articolata rete di produzioni cultural-artistiche ci aiuta a riconoscere e stimolare nuove comprensioni dell’universo vivente, grazie anche alle rivelazioni di questi validi alleati.

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Comprendere l’esperienza psichedelica: esperienze trasformative e stati mentali “cruciali” https://www.psycore.it/comprendere-lesperienza-psichedelica-esperienze-trasformative-e-stati-mentali-cruciali/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=comprendere-lesperienza-psichedelica-esperienze-trasformative-e-stati-mentali-cruciali Tue, 16 Nov 2021 06:04:32 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2622 Leggi tutto]]> Descrivere un’esperienza psichedelica terapeutica come un’esperienza che catalizza una trasformazione psicologica  positiva è forse il modo più sintetico per comprendere come avviene un processo di guarigione coadiuvato da questo tipo di sostanze. Ciò che rivoluziona il modo di relazionarsi alla realtà può tuttavia dare risultati anche opposti fra loro: dalla crescita personale a (nei casi peggiori) una ricaduta psicotica.

Approfondendo il significato di queste esperienze Robert Carhart-Harris (ex direttore del Centre for Psychedelic Research presso l’Imperial College di Londra, dall’estate passato a dirigere Neuroscape, centro di ricerca multidisciplinare dell’Università della California, a San Francisco), insieme al collega Ari Brouwer, ne ha recentemente proposto un’interpretazione. Secondo loro tali esperienze possono provocare pivotal mental states”: stati mentali “cruciali”, di transizione e cambiamento,  che possono indurre esperienze catartiche, e quindi liberare da una precedente situazione di stress cronico o angoscia, oppure traumatiche. Il differente esito di questi stati mentali dipenderà principalmente dal contesto in cui vengono scaturiti e dalle caratteristiche interne del soggetto che li sperimenta.

La metafora della biforcazione (Carhart-Harris and Brouwer, 2021): l’evento intenso che scatena uno stato mentale trasformativo (indicato nell’immagine come “Pivotal Experience”) attiva il recettore 5HT2A, un recettore attivato anche dalle sostanze psichedeliche. Questa attivazione destabilizza l’equilibro dell’organismo e può sfociare in un’esperienza di crescita o in un trauma. L’esito dipende dal contesto e dalla caratteristiche di chi vive l’esperienza.

Il “contesto” descritto dagli autori integra i concetti di set e setting includendo come variabili il patrimonio genetico, le esperienze infantili, e la trama di relazioni che costituiscono la vita del soggetto e che influiscono il decorso dell’esperienza potenzialmente trasformativa.

I due ricercatori hanno individuato una serie di caratteristiche simili negli stati mentali di transizione (non solo psicologiche, ma anche bio-chimiche e neurali) indotti da situazioni anche molto diverse fra loro. Questi elementi potrebbe essere condivisi anche da tutti quegli esercizi che inducono stress in modo volontario: digiuni, isolamenti e deprivazioni sensoriali (spesso presenti nei riti d’iniziazione), ma anche pratiche come la respirazione connessa od Olotropica.

Ciò che accomuna queste esperienze capaci di dare adito ad uno stato mentale di transizione è l’intensità, nello specifico la presenza di uno stress acuto. Infatti pare che la reazione chimica allo stress (sociale, psicologico o fisiologico) implichi il coinvolgimento del recettore 5-HT2A: un “portale chimico” nel nostro cervello a cui si legano, attivandolo, specifici composti come il neurotrasmettitore serotonina, e che media l’azione principale degli psichedelici.

Questo elemento in comune fra esperienze che inducono stress in modo volontario, esperienze traumatiche, mistiche e psichedeliche potrebbe indicare la sottile vicinanza fra l’estatico ed il terribile: due caratteristiche che caratterizzano il sacro ed il sublime, come suggerirono i filosofi Edmund Burke e Rudolf Otto (per un approfondimento sul legame fra l’esperienza psichedelica ed il sublime, si veda questo articolo in inglese dal blog di Sam Woolfe). In questo modo si svela la paradossale vicinanza fra esperienze mistiche e spirituali vettori di un cambiamento positivo, con quelle esperienze sempre identificabili come spirituali ma che invece conducono verso la psicosi o il trauma.

La rovente intensità emotiva delle esperienze di stress acuto, auto-indotte o accadute per volere del fato, unita all’ aumentata plasticità neuronale associata all’attivazione del recettore 5HT2A, attivano nel nostro organismo uno stato definito dagli autori “iper-plastico”:  una condizione fisica in cui i ricordi possono iscriversi profondamente nella memoria corporea e le intuizioni emergere grazie all’aumento dell’attività associativa.

Uno stato in cui può avvenire con maggior probabilità una trasformazione psicologica, un cambio di rotta esistenziale, una revisione della realtà anche denominata  quantum change. Ciò è anche legato all’effetto psichedelico di ridurre l’influenza che le nostre convinzioni pregresse hanno nel condizionare il modo in cui percepiamo, una teoria detta del “cervello anarchico” e sistematizzata nel modello REBUS (illustrato in questo articolo italiano di taglio divulgativo).

Tuttavia il quadro non è così semplice. Infatti la “positività” di un esperienza non sempre conduce a dei risultati positivi: si pensi agli stati maniacali, in cui il protagonista di un’esperienza connotata da uno stato mentale di transizione prova un’estatica stima di sé e connessione con l’universo, che però di fatto finisce per isolarlo dalle sue relazioni.

Oppure pensiamo al bypass spirituale, una difesa narcisistica impiegata per fuggire dalle proprie emozioni più profonde e soverchianti. O ancora all’inflazione dell’io: un’arrogante fiducia su di sè e sulle proprie concezioni – magari derivate da qualche rivelazione psichedelica – che porta di fatto ad un irrigidimento e ad una chiusura di fronte a visioni alternative, una difesa a cui si ricorre proprio a causa della paura sorta durante l’intensità di un’esperienza di trasformazione.

In ogni caso, ciò che accomuna esperienze spirituali e psicotiche, suggeriscono Carhart-Harris e Brouwer, è il sorgere di un’insoddisfazione per l’idea e la percezione di realtà che si aveva precedentemente. Un sentimento di riluttanza quindi (per citare lo psichiatra Piero Cipriano) che detiene il potenziale di cambiare non solo il mondo dell’individuo, ma anche la rete di relazioni in cui si trova inscritto.

Per questo è di fondamentale importanza che le intuizioni emerse dall’intensità di tali esperienze non sfocino in un’alienante fuga della realtà (come nel caso del bypass spirituale), ma che esprimano il loro potenziale rivoluzionario e creativo di ampliare la consapevolezza dell’individuo a quella dell’ecosistema che (di fatto) egli è.

Permettere questa espressione è poi uno degli scopi principali dell’integrazione psichedelica (utile al riguardo un recente podcast italiano della serie Illuminismo Psichedelico), una pratica che punta a riconoscere a queste esperienze trasformative un’importanza non soltanto individuale, bensì anche sociale e politica.

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Insight 2021: verso la maturità psichedelica? https://www.psycore.it/insight-2021-verso-la-maturita-psichedelica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=insight-2021-verso-la-maturita-psichedelica Fri, 17 Sep 2021 00:35:06 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2449 Leggi tutto]]> Insight 2021, BerlinoSi è tenuto nei giorni scorsi a Berlino il convegno internazionale Insight 2021: from science to implementation, organizzato dalla MIND Foundation. Tre giorni dedicati a esplorare le potenzialità trasformative della ricerca e della terapia psichedelica, con decine di relatori di ogni parte del mondo davanti a un pubblico attento e variegato (online e in presenza).

Il nostro reportage esclusivo parte dalla chiusura dell’evento, quando Henrik Jungaberle, direttore esecutivo della stessa fondazione psichedelica tedesca (ma che si vuole assolutamente europea) ha puntualizzato: «We will meet again in 2023, in the meanwhile: work hard». Per poi ritrovarsi in piena notte a discutere con Rick Doblin (direttore di MAPS, la maggiore organizzazione statunitense e mondiale nel campo, a cui si deve fra l’altro la campagna per l’approvazione della terapia con MDMA per la cura del PTSD in Usa) sui divani del Sysiphos, versione colorata e psichedelica del celebre Berghain. Un episodio chiave per avvicinarci alla visione berlinese che coniuga trasgressione e innovazione.

La distensione del clima la sera di domenica non deve però far credere che l’evento sia stato una commistione fra conferenza scientifica e festival psichedelico. Insight 2021 si è distinta come evento di assoluto rigore scientifico e rispettabilità accademica,  in accordo con i valori contemporanei della MIND Foundation. Protagoniste infatti sono state le discipline medico-terapeutiche, in primis psichiatria e neuroscienze, seguite da psicoterapia, psicologia, filosofia e scienze umane. Ma quali le mosse specifiche verso quella che andiamo definendo come “maturità psichedelica“?

Sicuramente l’intervento di Gerhard Gründer, psichiatra direttore del trial clinico con psilocibina più grande d’Europa, è stato un buon segnale di partenza: le sostanze psichedeliche potranno forse rivoluzionare il modo di fare terapia ma non potranno certamente risolvere l’attuale crisi della salute mentale, l’aumento inarrestabile dei disturbi depressivi resistenti ai trattamenti e dei suicidi (tragicamente in crescita anche fra i più giovani), né tantomeno la crisi ecologica o economica. Anche solo pensarlo sarebbe immaturo, appunto.

L’impressione complessiva è dunque quella di aver superato la fase iniziale in cui il “rinascimento” psichedelico destò facili entusiasmi, nel percorso verso lo stadio successivo in cui si intende effettivamente portare questo “fenomeno” a maturità, interrogandosi su come implementare gli psichedelici nella società attuale. Ciò ha spinto a interrogarsi, nei vari panel e interventi dell convegno, sull’uso etico di queste sostanze per rivelarne il potenziale di ridimensionamento dell’ego individuale e di riconnessione con l’ambiente circostante.

A giovarne potrebbero (e dovrebbero) essere non solo i “pazienti” in senso lato, ma qualsiasi cittadino adulto e consapevole, come i meditatori esperti alle prese con la psilocibina nello studio dello psichiatra svizzero Franz Vollenweider. La prima esperienza con i piccoli maestri psilocibinici è stato documentato dal film “Descending The Mountain” presentato in anteprima alla conferenza: uno sguardo artistico sulla psichedelia raffinato e originale.

E l’aspetto business? Non è certo una novità la nascita di numerose start-up specializzate e agguerrite, principalmente nel settore sanitario. Sul palco di Insight2021 si sono perciò avvicendati anche economisti e direttori d’aziende, per lo più sostenendo nuove forme di capitalismo psichedelico sostenibile, costruttivo e non estrattivo. Senza però riuscire a dissipare del tutto timori e paure paura che ciò rappresenti un’altra efficace forma di greenwashing.

Spostandoci invece su argomenti meno pragmatici, si è percepito il diffondersi della filosofia del “nuovo materialismo” : una visione monistica di impronte spinoziane senza intenti riduzionisti, per cui ogni fenomeno della realtà è contemporaneamente coscienza e materia. Una visione che sembra accordare la visione scientista e naturalista con l’intensità mistica delle esperienze psichedeliche, per cui già si parla di “misticismo materialista”.

Sembra insomma la società occidentale stia velocemente integrando gli psichedelici (chimici), mentre stavolta erano del tutto assenti i rappresentanti degli approcci di ispirazione sciamanica o neo-sciamanica e (soprattutto) delle culture indigene. Pur se, tra i vari oggetti di discussione, sono stati affrontati problemi quali la globalizzazione, l’appropriazione culturale e il turismo psichedelico, nonché la storicità dell’uso indigeno delle ‘piante di medicina’ (non così diffuso come ci si sente spesso raccontare). Una diversità che – va detto – appariva alquanto ridotta al covegno berlinese, frequentato principalmente da addetti ai lavori e studenti universitari occidentali.

D’altro canto, va però notato che il movimento psichedelico globale è in crescita continua e si sta diversificando. Insight 2021 si inserisce infatti in un continuum che spazia dai festival culturali underground, come Medicine Festival, eventi prettamente orientati all’economia e alle prospettive imprenditoriali, come PsyTech.

In ultima analisi, Insight 2021 è stata la più importante conferenza scientifica avvenuta fin’ora in Europa in modalità ibrida (online e in presenza) dominata da prospettive volte al futuro e non al passato degli anni ’60. Un passo importante, da cui derivano domande altrettanto importanti: La maturità psichedelica evolverà in una neonata psichedelia etica, sostenibile e decriminalizzata? Le terapie psichedeliche rivoluzioneranno davvero gli approcci alla salute mentale? Saranno accessibili a tutti e integrate nella sanità pubblica?

Questioni sempre più urgenti a livello globale, a cui non mancheranno di (provare a) rispondere altri eventi in programmazione. Tra questi, segnaliamo ALPS, la maggiore conferenza psichedelica svizzera (29-31 ottobre a Losanna), mentre come Psy*Co*Re stiamo preparando la nuova edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (10-11 dicembre) e MindBooks, evento off del Salone del Libro di Torino (14-18 ottobre).

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L’inaspettato ritorno della psilocibina in Italia https://www.psycore.it/inaspettato-ritorno-della-psilocibina-in-italia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=inaspettato-ritorno-della-psilocibina-in-italia Thu, 18 Feb 2021 12:07:53 +0000 https://psycorenet.org/?p=1845 Leggi tutto]]> Ricerca sui ratti in ItaliaDecisamente importante la notizia appena diffusa da Nova Mentis, azienda canadese di biotecnologia specializzata in medicina psichedelica: riguarda direttamente l’Italia e potrebbe anzi segnare l’avvio della ricerca scientifica in questo campo emergente anche nel nostro Paese.

È stato infatti approvato l’invio di psilocibina sintetica all’università di Roma Tre, per lo studio della sindrome dello spettro autistico (Autistic Spectrum Disorder, ASD: caratterizzata da ridotte abilità relazionali e sociali, da comportamenti ripetitivi, stereotipie e una serie di sintomi secondari quali ansia, deficit cognitivi e disturbi dell’umore) in una ricerca condotta su animali da laboratorio.

Parimenti stimolante è il percorso razionale alla base di questa scelta. La ricerca in questo campo rimanda alle indagini avviate già negli anni ‘60 da Rick Strassman in Usa, presso l’Università del New Mexico ad Albuquerque (come riportato nel 1997 anche nel quarto numero di Altrove, la rivista annuale della SISSC). Gli studi elencati da Strassman presentano però, caratteristica tipica di quegli anni, problemi metodologici e risultati non del tutto convincenti, pur se incoraggianti – di conseguenza non compaiono nelle indagini recenti su psichedelici e ASD.

In realtà, sono scarsi gli studi recenti sulla possibilità di applicare composti psichedelici a questa severa patologia. Vanno tuttavia segnalati casi come quello di Aaron Paul Orsini che, diagnosticato con ASD all’età di 23 anni, sperimentò l’attentuamento delle sua condizione durante il suo primo viaggio con l’LSD, descritto in dettaglio nel libro dello scorso anno Autism on acid (da non perdere la presentazione dello stesso autore su YouTube).

Volendo approfondire la letteratura che gravita intorno alla questione vengono alla luce potenziali dei composti psichedelici (proprietà anti-infiammatorie, immunomodulatrici e di neurogenesi) diversi dalle loro caratteristiche più note (alterazione della percezione ed espansione della coscienza), ma non per questo meno promettenti.

Oltre il cervello: psichedelici tra corpo e mente

Gli interessi dell’azienda canadese Nova Mentis , promotrice del nuovo studio sul ruolo degli psichedelici nell’autismo, riguardano principalmente i potenziali effetti anti infiammatori degli psichedelici e la loro azione sul sistema intestino-microbiota-cervello. 

Il microbiota, ossia la popolazione di microrganismi che abita il nostro intestino, è implicato non solo nella digestione di carboidrati complessi ma anche alla protezione dagli agenti patogeni, all’attivazione di processi anti-infiammatori e antiossidanti e alla stimolazione del sistema immunitario. Un’alterazione del microbiota è stata recentemente messa in relazione con l’eziologia della sindrome dello spettro autistico, ed è intrigante notare come gli psichedelici sembrano avere un possibile effetto benefico su di esso (ricordiamo che una larga percentuale dei recettori per la serotonina su cui queste sostanze agiscono si trova nell’intestino).

Anche lo stress ossidativo e l’infiammazione hanno una responsabilità nei sintomi autistici e, ancora, gli psichedelici rivelano un potenziale anti-infiammatorio che ha portato alcuni ricercatori ad investigare il loro ruolo terapeutico per malattie auto-immuni

Neuroni in trip: psichedelia e plasticità neurale

In questo nuovo studio italiano la psilocibina sarà testata in un modello preclinico di autismo, ampiamente validato dalla letteratura scientifica e basato sull’esposizione prenatale dei roditori all’acido valproico, un farmaco antiepilettico la cui esposizione, nell’uomo, è un fattore di rischio per l’incidenza della patologia.

Due dendriti a confronto, il secondo è stato trattato con Dimetiltriptamina
Due dendriti a confronto, il secondo è stato trattato con Dimetiltriptamina. Questi cambiamenti sono misurati dalla microscopia a fluorescenza e dall’elettrofisiologia.

Oggetto di ricerca sono anche gli effetti specifici prodotti dagli psichedelici sulla plasticità neurale (proprietà che consente al cervello di modificare la sua struttura e le sue funzioni attraverso cambiamenti dei singoli neuroni).

L’influenza psichedelica sulla crescita dei neuroni (neurogenesi) è però accertata, e probabilmente svolge un ruolo importante nello spiegare gli effetti anti-depressivi a lungo termine. Studi in vitro con cellule neurali hanno infatti provato che l’esposizione a psichedelici classici quali LSD e DMT aumenta la complessità della ramificazione di sinapsi e dendriti (fibre che permettono il passaggio del segnale nervoso e la connessione tra neuroni). Se questa influenza sulla plasticità potrà anche ridurre le alterazioni nocive al neurosviluppo causate dall’acido valproico è però ancora da stabilire.

Dal laboratorio alla pratica o dalla pratica al laboratorio?

Traendo alcune conclusioni: questo futuro studio psilocibinico italiano, il primo nel nostro Paese da quando si è osservata una forte ripresa delle ricerche in questo campo, oltre 20 anni fa in alcuni ambiti statunitensi, desta piacevole sorpresa ed è degno di interesse. Non ultimo perché parte integrante della seconda fase del revival generale in corso, tesa verso la necessaria “maturità psichedelica”. La speranza infatti è che questa ricerca possa contribuire a fare luce su aspetti ancora poco esplorati e misteriosi delle scienze psichedeliche come l’influenza sul microbiota intestinale, le proprietà anti-infiammatorie e di neurogenesi.

Caratteristiche affascinanti che mettono in risalto l’indissolubile unità del sistema corpo-mente e indirizzano ulteriormente la medicina verso un approccio sempre più integrato. Tuttavia ci auguriamo che l’Italia non si limiti a studi su modelli animali accentuando i soli aspetti bio-medici, volutamente trascurando la parte psicologico-esistenziale della ricerca in ambito psichedelico. Sono infatti gli stessi specialisti ad affermare che, sebbene gli studi di laboratorio con modelli animali siano fondamentali, solo l’esperienza umana può essere la fonte di ispirazione per una futura e autentica medicina psichedelica.

 

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