SGPI21 – Psy*Co*Re https://www.psycore.it The Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch Tue, 02 May 2023 23:52:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 https://i0.wp.com/www.psycore.it/wp-content/uploads/2020/04/cropped-Screen-Shot-2020-04-26-at-7.58.23-AM-1.png?fit=32%2C32&ssl=1 SGPI21 – Psy*Co*Re https://www.psycore.it 32 32 176450119 Breaking Convention 2023 https://www.psycore.it/breaking-convention-2023/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=breaking-convention-2023 Wed, 26 Apr 2023 00:28:24 +0000 https://www.psycore.it/?p=3485 Leggi tutto]]> Breaking Convention Si è svolta nello scorso weekend presso l’Università di Exeter (contea di Devon, sud-ovest dell’Inghilterra) la sesta edizione della Breaking Convention, evento bi-annuale dedicato ai molteplici aspetti dell’universo psichedelico e autodefinitasi “il più grande convegno europeo sulla consapevolezza psichedelica”. Con oltre 200 tra relatori e animatori,  davanti a un pubblico pagante di oltre un migliaio di persone, entrambi provenienti da ogni parte del mondo, l’evento ha presentato in primis le ultimissime sulla ricerca scientifica, oltre a una varietà di interventi e discussioni che abbracciavano sociologia, legge, politica, arte, storia e filosofia e altri campi. Né sono mancati workshop, filmati, installazioni, spazi artistici e quant’altro.

Oltre a quest’ottimo resoconto di Lucid News, le prime reazioni sui social media (YouTube e Facebook) confermano gli entusiami della vigilia – in attesa di poter seguire direttamente, per chi non c’era, le videoregistrazioni di interventi e situazioni dipanatasi nella tre giorni. E d’altronde basta dare un’occhiata al programma completo e all’elenco degli speaker (in senso lato) per confermare l’indiscussa importanza dell’evento.

Fra i tanti “nomi illustri”, da segnalare: l’apertura di Jonathan Ott, pionere dell’etnobotanica, ideatore del termine “enteogeno” nonché traduttore (in inglese) dello storico LSD: My Problem Child di Albert Hofmann (1980); un intervento sulla necessità della metafisica nella ricerca e nella terapia psichedelica curato dal “filosofo della mente” Peter Sjöstedt-Hughes (membro del comitato scientifico di Psy*Co*Re); un excursus su psichedelici e la ricerca della vita dopo la morte proposta da Graham Hancock, noto esperto britannico sulle civilizzazioni antiche e le terre perdute; una conversazione a tutto campo tra Amanda Feilding (fondatrice della Beckley Foundation, maggior sponsor dell’evento) e David Luke; vari protagonisti della scena USA quali  Paul Stamets (Fungi Perfecti) e Rick Doblin (Maps).

Da notare infine la presenza di vari relatori italiani – intervenuti anche nelle varie edizioni degli Stati Generali della Psichedelia in Italia – tra cui Tommaso Barba & Bruna Gibaldi (“A New Summer of Love: long-term effects of psychedelic drugs on sexual functioning and satisfaction in healthy and depressed subjects”), Marta Santuccio (“Perspectival Neutral Monism and Psychedelic Experience”), Giorgia Gaia (“Kaos, Kilowatt & Ketamine: Spiritualities and Psychedelics in the Free Tekno Movement”), Chiara Baldini (“Mysticism, escapism, or activism? Spirituality and politics in festivals today”).

 

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Lettera-appello contro l’attuale demonizzazione e repressione delle pratiche legate all’ayahuasca https://www.psycore.it/lettera-appello-contro-lattuale-demonizzazione-e-repressione-delle-pratiche-legate-allayahuasca/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lettera-appello-contro-lattuale-demonizzazione-e-repressione-delle-pratiche-legate-allayahuasca Wed, 18 Jan 2023 21:11:04 +0000 https://www.psycore.it/?p=3381 Leggi tutto]]> La primavera scorsa il governo italiano aveva inaspettatamente applicato una manovra repressiva sull’ayahuasca, “tabellizzando” le due piante da cui ne vengono estratti i principi attivi (armalina, armina e DMT), Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis. Tra le immediate e prevedibili conseguenze nefaste, il Santo Daime Italia (ICEFLU, Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale)  si è visto costretto a sospendere le loro pratiche religiose, spiegando fra l’altro: “Quindi sono centinaia le persone che, abituate tutti i mesi e tutte le settimane a partecipare alle loro pratiche religiose, non possono più esercitare la loro libertà di culto. Questo, da un altro punto di vista, è sicuramente una cosa grave, che crea un danno che non ha prezzo, inestimabile.”

Il Santo Daime Italia è attivo da oltre 30 anni, coinvolge centinaia di persone e nelle cerimonie non si sono mai verificati problemi di nessun tipo, né di salute né di ordine pubblico. E le chiese del Santo Daime nel mondo hanno delle deroghe alla legge sugli stupefacenti per uso rituale in un contesto controllato religioso in Paesi come Brasile, Perù, Stati Uniti e Canada.

Oggi nelle ceremonie del Santo Daime Italia si beve acqua anziché ayahuasca, affidandosi al Grande Spirito per il buon esito della vicenda, replicando così quanto avvenne negli Stati Uniti nel corso della battaglia legislativa intrapresa dalla União do Vegetal.

Nonostante gli appelli alle autorità e ai giudici nostrani, da  allora non si sono avuti aggiornamenti di alcun tipo. Nessun riscontro neppure alla nostra lettera aperta, indirizzata nel maggio scorso all’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, in cui si diceva fra l’altro: «i numerosi professionisti, ricercatori ed esperti della materia coinvolti a vario titolo nella rete Psy*Co*Re si dichiarano interessati e disponibili a condividere – in qualità di consulenti interdisciplinari – il patrimonio di conoscenze raccolte in questi anni allo scopo di avviare un dialogo costruttivo e collaborativo sulla normativa in questione e, più in generale, sulle future politiche in tema di “droghe”».

Da notare che il giro di vite italiano ripropone analoghe restrizioni applicate da qualche anno in Francia, mentre recentemente anche in Spagna si sono verificate uscite sensazionalista e demonizzatrici dello stesso tenore. Sembra insomma che il quadro europeo si stia rapidamente muovendo verso la criminalizzazione dell’ayahuasca e di chi ne fa uso a vario titolo,  nonostante i molteplici e positivi sviluppi scientifici su questa e altre sostanze psichedeliche, oltre che in opposizione alla scena latino-americana dove questi rituali e pratiche restano al centro delle culture indigene (ma non solo).

In aggiunta all’ovvia libertà di religione, occorre ribadire che a livello globale l’odierno approccio culturale-scientifico è sempre più indirizzato ad armonizzare l’interdisciplinarietà, ben al di là del solo ambito psichedelico, nel nome di una rinnovata libertà cognitiva e dell’affermazione al diritto di frequentare ed esplorare liberamente i propri stati di coscienza, in rinnovata armonia con un sistema ecologico diversificato, ampio e fatto di nicchie ed ecosistemi in continua simbiosi e inter-relazione reciproca.

Non a caso il Chacruna Institute di San Francisco ha appena diffuso un’ampia lettera-appello che fa seguito ai problemi emersi in Spagna, per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste dannose svolte repressive e disinformative, per affermare la solidarietà globale con gruppi e utenti spagnoli, e per sollecitare le autorità a rispettare la libertà di chi usa l’ayahuasca nei rituali religiosi. È anche possibile sottoscrivere direttamente la lettera-appello, di cui riportamo qui di seguito alcuni stralci tradotti (in cui si cita anche l’attuale situazione italiana).

«….Tra le ripercussioni negative c’è il caso di un utente di YouTube che si è infiltrato per nove mesi in un gruppo del Santo Daime in Spagna, utilizzando una telecamera nascosta per filmare cerimonie private senza autorizzazione. Costui ne ha poi pubblicato un video molto sensazionalista e autopromozionale, che ha raccolto quasi 600.000 visualizzazioni. Ha anche sporto denuncia per tentato rapimento dopo essere stato scoperto da uno dei membri del Santo Daime. Da allora, è stato invitato in diversi programmi televisivi, dove ha accusato il Santo Daime di essere una setta pericolosa che fa il lavaggio del cervello e fornisce sostanze illecite senza alcuna precauzione sanitaria o di altro tipo. Oltre alle ripercussioni del caso, la percezione pubblica dell’ayahuasca è progressivamente peggiorata, poiché poco dopo sono avvenuti raid e arresti di membri di due gruppi neosciamanici. (…)

L’emergere dell’ayahuasca come problema di salute e sicurezza pubblica, tuttavia, non si limita al caso della Spagna. Nel marzo 2022, il Ministero della Salute italiano ha emesso un decreto che vieta l’ayahuasca e le sue piante componenti, nonché i suoi costituenti attivi. La decisione del governo italiano ha colto di sorpresa i membri del Santo Daime nel paese, costringendoli a tenere le loro cerimonie bevendo acqua invece che ayahuasca come forma di protesta, come ha fatto l’União do Vegetal negli Stati Uniti durante il loro caso giudiziario. (…)

L’Italia ha seguito un approccio simile alla Francia. Nel 2005, appena tre mesi dopo l’assoluzione di un gruppo del Santo Daime a Parigi, accusato di consumo e traffico di sostanze illecite, il governo francese, attraverso il Ministero della Salute, ha vietato l’ayahuasca e le piante utilizzate per la sua produzione. Nel 2019 il leader dello stesso gruppo del Santo Daime assolto nel 2005 è stato nuovamente arrestato, e poi rilasciato su cauzione dopo essere stato detenuto per quattro giorni. Attualmente è in attesa del processo e potrebbe essere condannato a diversi anni di carcere. (…)

Stante questo scenario di arresti, procedimenti giudiziari, denunce sensazionalistiche e diffusione di paure, diffidenze e disinformazione, è necessario affrontare l’argomento in modo attento, lasciando da parte pregiudizi e preconcetti. È fondamentale in un momento come questo analizzare le conoscenze accumulate sul tema dell’uso religioso dell’ayahuasca, nonché comprendere i contesti in cui la regolamentazione della bevanda è avvenuta con successo, creando modelli di politica pubblica che possono essere studiati e adottati in altri contesti socioculturali. (…)

Il pregiudizio proibizionista legato allo stigma nei confronti di gruppi che usano l’ayahuasca, dipinti come “sette pericolose” dai mass-media anche dalle autorità pubbliche, serve solo a oscurare ed criminalizzare le minoranze religiose e le popolazioni tradizionali. (…) La regolamentazione dell’ayahuasca, e il riconoscimento dei gruppi che ne fanno uso, è un risultato non solo desiderabile ma necessario».

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Programma degli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22) https://www.psycore.it/bozza-del-programma-degli-stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bozza-del-programma-degli-stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22 https://www.psycore.it/bozza-del-programma-degli-stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22/#comments Fri, 09 Dec 2022 05:55:03 +0000 https://www.psycore.it/?p=3308 Leggi tutto]]> SGPI22 Come già annunciato, la quarta edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22), si svolgerà il 16 e 17 dicembre p.v. in livestreaming online (le video-registrazionei saranno disponibili tramite questo gruppo privato su Facebook, previo accredito come specificato sotto).

Gli SGPI22 sono indetti dal CCCTo (Centro Cultura Contemporanea Torino) e prevedono diversi interventi e iniziative esterne organizzate autonomamente da alcuni partner del network ma anche da gruppi indipendenti. Qui di seguito il programma complessivo: La prima parte riguarda soprattutto strutture e attività del network mentre la seconda parte propone contributi dei poli del network e dei gruppi indipendenti.

L’accesso alle sessioni è libero previo accredito (occorre compilare questo modulo online) e sarà comunque gradito un contributo libero, etico e consapevole. Con un contributo minimo di 30€ si riceverà gratuitamente anche una copia dell’antologia “Verso la maturità psichedelica”, raccolta di interventi dalle edizioni 2019 e 2020 degli SGPI.

Il target dell’evento riguarda prevalentemente per gli addetti ai lavori — psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, medici, farmacologi , farmacisti, anestesisti, counselor, editori, scrittori, etnobotanici, consulenti aziendali, artisti, filosofi, antropologi, ecc., uditori qualificati variamente interessati ed eventualmente studenti delle varie discipline — ma resta aperto anche a chiunque sia interessato all’argomento — prevedendo anche interventi accessibili a un pubblico più generalista. (Qui maggiori dettagli).

Questo di seguito è il programma definitivo, mentre qui c’è una versione più estesa con altre informazioni sui temi, relatori ed eventuali aggiornamenti in tempo reale.

VENERDI’ 16 DICEMBRE 2022

ore 14-14.45: Apertura lavori e commento situazione generale del network.
Alessandro Novazio (ideatore e co-fondatore rete Psy*Co*Re, direttore CCCTo, co-fondatore MeshRooms (PCT consulting) e Agostino Formichella, editore di Eco dai Palazzi, co-fondatore MeshRooms (PCT consulting) [PCT=Psychedelic Consciousness Technology]

14.45 – 15.30: Maturità psichedelica, gettare ponti, libertà cognitiva (Alessandro Novazio)

15.30 – 16.00: Relazione annuale sullo stato della filiera PCT (Agostino Formichella)

16.00 – 16.30: Break

Focus EDT (editoria)

16.30 – 17.00 Panoramica italiana del settore editoriale/informativo

17 – 17.45: MindBooks: L’editoria della mente – Novità editoriali e bibliografia ragionata minima suggerita dai relatori intervenuti agli SGPI22

Focus IO –  Osservatorio Internazionale

17.45 – 18.15: Aggiornamento sullo scenario internazionale (Bernardo Parrella)

18.15 – 18:30 Break

Focus gruppo  FPT  (Frontiere PsicoTerapeutiche)

18.30 – 19.30 Psichedelici in psichiatria?  Pierluigi Lattuada, Leonardo Montecchi e Riccardo Zerbetto – modera Carolina Camurati

19.30 Chiusura lavori

– Serale dopo cena:

Collegamento esterno di 30 minuti con intervento via canale e-TV  “Facciamo finta che” , a cura del gruppo indipendente blogger Lamberti

SABATO 17 DICEMBRE 2022 (Contributi dei partner e dei gruppi indipendenti)

10.30: Inizio lavori

– Facciamo il punto su:

10.35 -10.45: Bocciatura referendum cannabis/ lettera aperta all’ex ministro Speranza  (Alessandro Novazio)

10.45 -11.15: Normativa “anti rave” (Roberto Landolfi)

11.15 – 11.45: Tabellazione ayahuasca (Katya Saro)

11.45 – 12.15: IT/ PCR  La ricerca  in Italia (Serrao) [PCR=Psychedelic Consciousness Research]

12.15 – 12.30 – 15 minuti – AMR, Amanita Muscaria Research (Gianluca Toro e Alessandro Novazio)

12.30-13.00:  Contributo gruppo indipendente Ophidian Pharmakon: Sperimentazioni sui possibili effetti medicinali dell’Amanita Muscaria

13.00-14.30:  Pausa pranzo

14.30: Apertura lavori pomeridiani

14.35 -15.00: Contributo polo partner Istituto di Biosonologia (Domenico Sciajno)

Spazio Ospiti

15.00 – 15.45: Verso un’architettura psichedelica (Claudio Catalano)

15.45-16.30: Essere “padroni” di sé stessi: Dialogo sul concetto di Libertà Cognitiva (Marco Mazzocca)

16.30-16.45: Break

16.45-17.30: Due nonni psichedelici: Ernst Jünger e Albert Hofmann (“DIO” alias Alessandro Paolucci)

17.30-18.30: Tavola rotonda: Situazione dell’informazione e della comunicazione su temi “psichedelici” in Italia (G. Cazzetta, E. Bosio, A. Novazio, modera A. Formichella)

18.30-19.00: Contributo Gruppo Ricerca  SNOC (Leonardo Montecchi / Annalisa Valeri)

19.00 Sintesi e chiusura dei lavori

– Altri eventi programmati nei giorni 16 e 17 dicembre senza livestreaming online:

Contributo gruppo indipendente  Transpersonal-training, Respirazione Olotropica Italia, Francia, Svizzera. Formazione.  Mario Lorenzetti

Contributo gruppo indipendente la Grotta del “Non so”

Meditazione di gruppo – Ci troviamo nel presente dando priorità al NON SÒ. Diamo spazio al percepire l’ignoto – Psichedelia e meditazione

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https://www.psycore.it/bozza-del-programma-degli-stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22/feed/ 1 3308
Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22) https://www.psycore.it/stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=stati-generali-della-psichedelia-in-italia-2022-sgpi22 Mon, 24 Oct 2022 18:19:57 +0000 https://www.psycore.it/?p=3271 Leggi tutto]]> SGPI22Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22), Torino, 16/17 dicembre 2022

[versione inglese]

Evento multidisciplinare promosso da CCCT (Centro di Cultura Contemporanea di Torino) e SPI (Società Psichedelica Italiana), in collaborazione con la rete Psy*Co*Re (Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch).

Fondato nel maggio 2019, Psy*Co*Re riunisce tutte quelle realtà che si occupano – a vario titolo e con diversi approcci – di “stati altri di coscienza” dell’essere umano, e che si riconoscono in una visione aperta e inclusiva, sussidiaria e votata alla parresìa, con un’attenzione particolare alle finalità di promozione della salute e degli aspetti etici che ne conseguono.

L’obiettivo di fondo è quello di ampliare e approfondire ulteriormente il tema “psichedelia”, a partire dal suo etimo, nelle sue varie sfaccettature e dimensioni, a fronte della continua crescita d’interesse per la ricerca scientifica, le applicazioni terapeutiche e auspicabile nuovo paradigma culturale. Un quadro ben distante da un certo stigma controculturale del passato e dall’anacronistico proibizionismo che pur tuttavia colpisce ancora gli enteogeni.

Il filo conduttore di SGPI22 sarà quello di CREARE PONTI, connesso a quello della MATURITA’ PSICHEDELICA avviato nella scorsa edizione. Senza trascurare le urgenze globali interconnesse che ci mettono di fronte alla necessità di ripensare il sistema ecosociale aprendo al concetto di LIBERTA’ COGNITIVA tramite una rinnovata consapevolezza e una più diffusa sensibilità.

In questa quarta edizione gli SGPI tornano in presenza, pur sempre in aggiunta alla modalità online, per favorire la partecipazione del maggior numero di soggetti e realtà possibili onde promuovere e far emergere la rete nazionale e internazionale che ruota intorno alla psichedelia e agli stati di coscienza ALTRI in ogni loro forma, modalità ed espressione. Oltre a dare spazio alla scena italiana, non mancheranno i rilanci sul quadro internazionale nell’ambito del nuovo formato adottato quest’anno, basato una formula più fluida e meno centralizzata.

Un particolare focus sarà dedicato ad attività e produzioni rivolta al pubblico italiano più ampio e non più solo limitato agli addetti ai lavori come nelle scorse edizioni, oltre a delineare le iniziative sviluppate in collaborazione con soggetti e realtà internazionali. Si cercherà dunque di far emergere la rete diffusa delle realtà culturali che promuovono con vigore i diversi linguaggi della psichedelia italiana e della “scienza della coscienza” presente sul territorio nazionale e internazionale.

La partecipazione avviene su invito e tramite “open call” (vedi link in fondo), rivolgendosi a enti di ricerca, università, istituzioni pubbliche e private, associazioni di categoria, associazioni riconosciute o di fatto, gruppi spontanei aggregati per l’occasione, aziende, soggetti e realtà indipendenti.

Gli SGPI22 sono indetti dal CCCT. I poli del network saranno liberi di organizzarsi in proprio, a livello territoriale e tematico con organizzazione, piattaforma logistica propria, una propria lista di invitati e partecipanti (con l’unica limitazione della scelta delle date del 16 e del 17 dicembre 2022). Come in passato, si potranno proporre anche eventi “off” al di fuori delle date di dicembre indicate. I relatori indipendenti interessati a partecipare potranno scegliere liberamente il polo del network a cui aggregarsi o il gruppo esterno a proprio piacimento. Appena possibile verrà pubblicata la lista dei poli attivi e dei gruppi esterni. Si potrà inoltre presentare la candidatura per la creazione di nuovi poli.

Ovviamente i poli devono riconoscersi nelle linee-guida del manifesto di Psy*Co*Re che vi invitiamo nuovamente a consultare (https://www.psycore.it/manifesto-psycore/). Per confermare e ribadire l’apertura che caratterizza il network e dare la possibilità a tutti di poter esprimersi liberamente sull’argomento, nella sezione “Open” potranno partecipare anche gruppi che non fanno propriamente parte del network.

IN PRATICA OGNI POLO O GRUPPO ADERENTE SI ORGANIZZERA’ IN PROPRIO E IL NETWORK PSYCORE FUNGERA’ DA OMBRELLO, STRUMENTO DI COORDINAMENTO E PROMOZIONE DELLE DIVERSE INIZIATIVE.

NON SONO AMMESSI CONTRIBUTI DI SINGOLI RELATORI COME NELLE PASSATE EDIZIONI.

 

SGPI22
 

PER PROPOSTE O PER COMUNICARE L’ADESIONE, VA COMPILATO IL MODULO A QUESTO LINK: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfRm9X9iSJNvy07SxF9jtqSBZAcPot_3OiQd7u3okBB-p43yw/viewform?vc=0&c=0&w=1&flr=0&pli=1

PER ULTERIORI DOMANDE O INFORMAZIONI, INVIARE ESCLUSIVAMENTE UN MESSAGGIO WhatsApp AL NUMERO 338-9077600

 

Rete Psy*Co*Re*

info@psycore.it

https://www.psycore.it/

 

[versione inglese]

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Piccolo bilancio gestionale 21/22 https://www.psycore.it/piccolo-bilancio-gestionale-21-22/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=piccolo-bilancio-gestionale-21-22 Wed, 16 Mar 2022 05:05:02 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2966 Leggi tutto]]> È giunta finalmente l’ora di dare un po’ di numeri. Ovvero di tirare un sintetico bilancio economico-gestionale dell’ultimo anno. Partendo dalle donazioni: dal 03/12/2021 al 02/03/2022, abbiamo ricevuto 610 euro tramite bonifico bancario (comprese tra 200 e 15 euro, per un totale di 12 persone).

Invece dal 02/12/2021 al 08/02/2022 via PayPal sono arrivati 564,18 euro al netto della commissione (5%), suddivisi tra 24 persone (da 50 a 1 euro). In totale negli ultimi 12 mesi sono dunque entrati 1.174,18 euro netti.

Per lo più si tratta di contributi giunti in concomitanza della terza edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (10-12/12/2021). In quest’occasione si sono anzi iscritti 49 uditori (il numero massimo ipotizzato era 50) per seguire i lavori in diretta online.

Tre le uscite, vanno calcolati: 150 euro per generi di conforto allo staff durante lo stesso evento; 100 euro per rinnovo web-hosting e dominio internet, consulenze tecniche; 50 euro per account Streamyard; circa 100 euro per allestimento eventi e pulizie; circa 30 euro per materiali di consumo e varie. Totale spese: circa 430 euro per l’anno solare 2021. Considerando che l’uso dei locali del cccTo e altri servizi sono stati concessi gratuitamente, si tratta di spese vive e calcolate sempre al minimo possibile. Diciamo dunque che così si registra un utile di circa 744 euro.

Un caloroso ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno sostenuto con un contributo! E un grazie anche ai tanti volontari che rappresentano l’ossatura della nostra rete-progetto. Facendo un calcolo ad occhio, in questi tre anni di vita possiamo dire di aver creato (esclusivamente attraverso l’impegno volontario di decine di esperti, appassionati e amici) un valore complessivo quantificabile intorno ai 500.000 euro (mezzo milione di euro). Non è certo poco.

Va anzi ricordato che un evento come Stati Generali della Psichedelia in Italia 2021 ha richiesto un notevole impegno – umano, tecnico, operativo, imprenditoriale – che non trova molti riscontri anche nel settore non-profit italiano. Dove quantomeno le spese minime e i compensi di base vengono coperti da biglietti, sponsor e sostenitori vari. Nel nostro caso invece stiamo cercando di mettere in piedi una start-up veramente etica e partecipativa, oltre che auto-gestita e solidale.

Motivo per cui le donazioni restano la linfa vitale del nostro progetto. Si possono versare contributi (di qualsiasi entità) tramite bonifico bancario oppure via PayPal. Qui tutti i dettagli. E per chi effettua una donazione di almeno 20 euro invieremo una copia del libro Verso la maturità psichedelica, raccolta selezionata di interventi dagli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2019 e 2020 (AnimaMundi 2022).

E grazie mille!

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Video-presentazione dell’antologia “Verso la maturità psichedelica” https://www.psycore.it/video-presentazione-dellantologia-verso-la-maturita-psichedelica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=video-presentazione-dellantologia-verso-la-maturita-psichedelica Sat, 05 Mar 2022 17:05:16 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2963 Leggi tutto]]> Ecco la video-registrazione integrale (1:33:17) della presentazione online dell’antologia “Verso la maturità psichedelica” (AnimaMundi edizioni, 2022), raccolta selezionata di interventi dagli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2019 e 2020, a cura della rete Psy*Co*Re.

Intervengono:
– Giuseppe Conoci (AnimaMundi Edzioni)
– Carolina Camurati (psicologa ad orientamento junghiano)
– Tiziano Canello (psicologo clinico, abilitato metodo Respira)
– Annalisa Valeri (psicologa clinica con esperienza di tradizioni amazzoniche)
– Riccardo Zerbetto (psichiatra e psicoterapeuta, direttore del CTSG)

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Un uscire multiplo https://www.psycore.it/un-uscire-multiplo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-uscire-multiplo Thu, 06 Jan 2022 19:10:07 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2767 Leggi tutto]]> Di seguito un ulteriore intervento ripreso dagli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21), proposto da Federico Battistutta e apparso sulla testata Machina (dell’editore Derive/Approdi). Si tratta di un’ampia riflessione critica sul cosiddetto «rinascimento psichedelico» e di un partecipe omaggio alla figura di Mark Fisher, di cui proprio in questo mese ricorre la data della sua morte (13 gennaio 2017).

* * *

“Vorrei un uscire multiplo, a ventaglio. Un uscire che non smetta, un uscire ideale, tale che, uscito, io ricominci subito a uscire”.
–Henri Michaux[1]

1. Da tempo si parla, a torto e a ragione, di «rinascimento psichedelico» per descrivere il rinnovato interesse in giro per il mondo per gli studi sulle sostanze psichedeliche e le sue possibili applicazioni. A testimonianza ci sono articoli su periodici e una cospicua bibliografia, tanto di testi divulgativi, quanto di ricerche accademiche. Molti in Italia preferiscono declinare la questione nei termini di un’acquisita maturità psichedelica nel corso degli anni, tesaurizzando le esperienze passate, incidenti di percorso inclusi.

Ma cosa si vuole intendere con questa espressione: «maturità psichedelica». Quale maturità e in che senso? Credo che sia importante aver chiaro le parole che usiamo, per intenderci reciprocamente ed evitare il rischio di equivoci, incomprensioni o di scivolare in vere proprie patologie comunicative.

Riflettiamo dunque su questa espressione: “maturità psichedelica”. Innanzitutto il termine «maturità» in biologia indica il pieno compimento della crescita fisica di un essere vivente; tanto per le piante, quanto per gli animali, umani inclusi. Se per gli animali umani è possibile risalire facilmente a una maturità fisica, più complessa appare la definizione di una maturità psichica, affettiva, etica e intellettuale. Del resto il latino maturus sta a indicare più sommessamente ciò che è «pronto per», ci parla di ciò che è tempestivo, opportuno, che accade ed è idoneo al momento giusto. Ma, a ben vedere, questo essere «pronto per» non definisce un’essenza bensì un processo, funziona sempre in relazione a qualcosa/qualcuno.

Provo a chiarire il discorso. Nella nostra lingua abbiamo la parola «adolescente», che deriva dal participio presente del verbo ădŏlescĕre (crescere, aumentare) di cui «adulto» ne costituisce il participio passato. L’adolescente sarebbe colui che sta crescendo, mentre l’adulto è chi è giunto al termine della crescita, diventando maturo. L’adulto sarebbe quindi il soggetto che ha la funzione di consumare il patrimonio accumulato in precedenza. Sembra semplice, ma in realtà le cose non stanno propriamente in questi termini. L’adolescente non è un adulto immaturo e l’adulto non è un adolescente al termine dello sviluppo.

Qui ci è di aiuto Georges Lapassade. Molti lo conosceranno come studioso competente della transe e degli stati modificati di coscienza[2], ma forse non tutti sanno che si è occupato, e non poco, anche di pedagogia. Il primo libro che pubblicò nella sua lunga carriera fu Il mito dell’adulto (in realtà il titolo originale è L’entrée dans la vie), un saggio dove sosteneva la tesi che l’essere umano è costitutivamente incompiuto. Ciò che caratterizza la specie umana, osservava Lapassade, è una condizione di costante incompiutezza, l’essere sempre in formazione, senza che si possa individuare un momento in cui il processo è concluso e il percorso di maturazione ha raggiunto la sua fine (o il suo fine)[3]. Lapassade qui riprende il concetto di neo-tenia elaborato nella prima metà del Novecento da Louis Bolk, direttore dell’Istituto di Anatomia dell’Università di Amsterdam, secondo cui sotto l’aspetto corporeo l’essere umano altro non è che il feto di un primate giunto a maturità sessuale[4]. L’ipotesi sul processo di ominazione che Louis Bolk ci consegna è decisamente spiazzante e va in controtendenza rispetto l’opinione comune: noi sapiens, siamo quel che siamo in quanto cronicamente immaturi e incompiuti; in altre parole, saremmo non scimmie progredite, evolute, bensì scimmie mancate. Bolk, dal canto suo, non considerava la componente creativa che a partire da questa condizione alimenta e nutre l’animale umano, divenuto così messaggero di storia e di mutamento continui. Ciò che non ha fatto Bolk lo ha compiuto, come abbiamo visto, Lapassade e non solo lui[5].

L’operazione di Lapassade, decostruendo la condizione adulta e la conseguente nozione statica di maturità, riducendo in fondo questi discorsi a materiale mitico, ha permesso di far emergere la prospettiva secondo cui lo sviluppo umano si gioca durante l’intero arco della vita. Detto altrimenti: l’età evolutiva coincide con l’intera vita umana, al cui interno la condizione adulta non è quel periodo circoscritto della vita nel quale consumiamo il patrimonio cognitivo, affettivo, etico ecc. accumulato nelle precedenti fasi, ma è pure esso momento di crescita, con le sue opportunità e difficoltà. All’interno di questo discorso va dunque demitizzata la nozione di maturità. La maturità va sempre contestualizzata, storicizzata e, soprattutto, ne va colta l’ineliminabile processualità, il continuo divenire. Divengo maturo – «pronto per» – in relazione a qualcosa/qualcuno; dove prima non ero in grado, ora sento di esserlo, di potercela fare. C’è una maturità dell’infante, una del bambino, dell’adolescente e così via. Si tratta dunque per Lapassade di passaggi, di un transito continuo (e questo aspetto permette, fra l’altro, di cogliere il legame tra i suoi studi pedagogici con quelli sugli stati di coscienza; in fondo Lapassade si è occupato sempre di transiti, si pensi solo alla sua nozione di transe[6]).

Ora torniamo a noi. Cosa c’insegna tutto ciò se lo riportiamo al discorso relativo alla maturità psichedelica? Cosa può suggerire? Se «psichedelico» vuol dire letteralmente «rivelatore della psiche»[7], queste rivelazioni non sono mai statiche, rinviano a continui divenire, a nuove epifanie, a quell’”uscire multiplo” di cui parlava Michaux nella citazione posta in esergo e pertanto richiedono costanti e plurali ridefinizioni e messe a punto della condizione di maturità.

2. In quali termini però? Se la situazione di maturità acquisita mi permette di sciogliere rompicapi fino ad allora irrisolti, al contempo mi porrà dinanzi a nuove questioni, innescate proprio dalla situazione rinnovata. E’ un po’ quello che sostiene Paul Virilio quando parla della contraddizione insita nello stesso progresso tecnico, prendendo le distanze tanto da un orientamento tecnofilo, quanto da una tecnofobo. Ecco cosa dice: «Ogni oggetto tecnico veicola il proprio negativo. Lo ripeto senza sosta, inventare il treno è inventare il deragliamento, inventare l’elettricità è inventare la scossa. […]. Non c’è una tecnica pura. Ogni tecnica ha una doppia valenza. […] I due aspetti sono legati. È un problema politico». […] Ora, se ogni progresso ha una doppia valenza, la maturità psichedelica oggi rivendicata probabilmente potrà evitare di incorrere negli errori del passato (come quelli emersi a partire dalla Summer of love degli anni Sessanta), ma si imbatterà in nuovi problemi determinati proprio dalla nuova condizione.

Anche perché questa new wave – chiamiamola «rinascimento psichedelico», «neo-psichedelia» o «maturità psichedelica» – non nasce ex nihilo, bensì è la risultante di contesti sociali, culturali, economici che l’hanno resa possibile (come il rinnovato interesse delle case farmaceutiche verso gli psichedelici). E quindi dovrebbero venire opportunamente indagati gli agenti che la stanno rendendo possibile oggi e i rischi connessi.

E’ una questione che merita approfondire. Dobbiamo riconoscere che viviamo oggi in un contesto in cui farmaci e sostanze psicoattive sono all’ordine del giorno, al punto che qualcuno ha parlato di narcocapitalismo[9]. Siamo in buona parte immersi in una serie di dispositivi, per lo più chimici, che tagliano trasversalmente la vita quotidiana, tanto la sfera del lavoro che quella del non-lavoro, quella della produzione e quella della riproduzione, e che in questo modo consentono a molti di lavorare, di tessere relazioni, di divertirsi, dormire e sognare. Oggi la nostra esistenza è sottoposta al rischio di essere sempre più medicalizzata, mercificata, confinata entro angusti recinti politico-medicali che ci restituiscono una concezione passiva della corporeità e dell’affettività.

Allora dentro questo scenario come possiamo collocarci? Siamo consapevoli della situazione attuale? Siamo disposti ad adattarci, ritagliando uno spazio, finanche un interstizio, in cui costruire luoghi di oasi festiva, all’interno di un panorama in cui la vita quotidiana è costellata da lavoro precario, insicurezza, paura e infelicità diffuse? Gli stati psichedelici non corrono il rischio di divenire il riflesso speculare dell’anestesia del corpo sociale prodotto dall’uso massiccio di farmaci antidepressivi, sedativo-ipnotici o altro ancora per gestire sentimenti e relazioni, con cui abituarci all’inabituabile? Oppure? E’ possibile collocarci criticamente rispetto a questo scenario? Anche qui, come diceva poco sopra Virilio, il problema è schiettamente politico (ricordo che un bel po’ di anni fa David Cooper – ma non era l’unico – annoverava l’esperienza psichedelica all’interno degli atti politici)[10].

3. Uno che senza esitazione di sorta si è collocato in maniera critica, sottolineando come la questione fosse politica, è stato Mark Fisher. Prima di morire stava lavorando a un libro sul «comunismo acido», di cui abbiamo solo la parte introduttiva e il testo di una conferenza[11]. Fisher era alla ricerca di una via di uscita da quello che chiamava «realismo capitalista», il «there is no alternative» di tatcheriana memoria, questa sorta di colonizzazione delle coscienze che induce rassegnazione dinanzi all’esistente, innescando uno stato depressivo tale da rendere vano anche solo immaginare una differente condizione di vita, tanto più l’elaborazione di un’alternativa a un tempo economica, sociale ed esistenziale. Secondo Fisher di fronte a ciò il problema è «valutare in modo responsabile e pragmatico le risorse a nostra disposizione qui e ora, e riflettere su come utilizzarle al meglio e incrementarle. Di muovere – magari lentamente, ma con assoluta determinazione – da dove ci troviamo oggi a un luogo molto diverso».

Sempre per Fisher il neoliberismo per affermarsi si è impegnato a vanificare l’espressione di quelle forme di coscienza che si erano andate formando negli anni Sessanta e Settanta, le quali avevano interagito proficuamente tra loro, delineando progettualità ad ampio respiro. Fisher si riferisce nello specifico alla coscienza di classe, alla coscienza femminista e alla coscienza psichedelica. La prima riguarda la consapevolezza dello sfruttamento inscritto nel rapporto capitale/lavoro che ha prodotto mobilitazioni e lotte che hanno a loro volta condotto a un miglioramento generale delle condizioni di vita delle classi lavoratrici. La seconda riguarda l’innovazione introdotta dal femminismo nella pratica politica (ma in seguito diffusa ben al di fuori del movimento delle donne), ben compendiata dallo slogan «il personale è politico», che ha fatto irrompere al centro della riflessione e dell’azione il corpo, la differenza sessuale, gli affetti, le relazioni e più in generale la vita quotidiana. La terza è appunto la coscienza psichedelica (connessa con l’uso di sostanze ma diffusa ben oltre coloro che ne facevano ricorso) e con essa il riconoscimento della plasticità del reale e la conseguente potenzialità trasformativa, che è l’esatto contrario della nozione di immutabilità insita nell’adattamento al «realismo capitalista». «Quello che i ‘viaggi’ facevano – annotava Fisher – era portare fuori le persone dalle realtà dominanti di quel momento esponendo la realtà come provvisoria, come una forma di organizzazione delle tante possibili».

Se allora, come diceva il vecchio Allen Ginsberg, «il messaggio è allargate l’area della coscienza», dobbiamo declinare un’affermazione del genere dentro le emergenze di questi tempi.

Da questa prospettiva il risveglio di una coscienza psichedelica (una coscienza, lo ribadisco ancora, che va ben oltre il mero consumo di sostanze psicotrope, ma si riferisce prima di tutto a una qualità del sentire[12]) può divenire un atto politico, un antidoto al narcocapitalismo e uno strumento critico per decostruire il «realismo capitalista». E con esso tutta la realtà consensuale/convenzionale individuata come matrice da cui emergono quei marcatori identitari che caratterizzano la vita individuale e sociale (le nozioni di classe, razza, genere, specie), con le gerarchie e le discriminazioni sottese in queste categorie che costruiscono la nozione di un soggetto statico, rigido, isolato, chiuso. Abbiamo allora bisogno di pratiche e di saperi che si muovano in questa direzione. Abbiamo bisogno di epistemologie ribelli[13]. Fisher, lo abbiamo visto, riferendosi agli anni settanta menzionava l’affermarsi e intersecarsi della coscienza di classe, di quella femminista e di quella psichedelica. Oggi abbiamo bisogno di una coscienza locale e plurale che sappia intrecciare criticamente le emergenze in corso. Il campo degli stati di coscienza (quindi la psichedelia) è su questa strada, se sa essere presente alla prova di maturità che le è richiesta dal momento. Ma non basta, abbiamo bisogno di un intreccio con altri saperi critici orientati a decostruire i marcatori identitari a cui si è accennato sopra, aprendo al contempo nuovi orizzonti e nuove pratiche. Conforta pensare che non siamo a un grado zero di elaborazione. Tutt’altro, molto cammino è stato compiuto. Sto pensando al pensiero post-coloniale e decoloniale, a quello ecologista nelle sue varie articolazioni, alle teorie queer, al pensiero antispecista e multispecista; oltre alla ormai collaudata e sempre rinnovata critica dell’economia politica, in direzione di una liberazione dal lavoro. Credo che tutte queste tracce possano indicare una proficua indicazione di percorso collettivo, perseguendo quella promessa di una nuova umanità, di un nuovo vedere, un nuovo pensiero e un nuovo amore di cui parlava Fisher nel suo scritto postumo[14].

Note
[1] H. Michaux, Miserabile miracolo – L’infinito turbolento, Feltrinelli, Milano 1967.
[2] Il suo testo più completo sull’argomento è forse G. Lapassade, Stati modificati e transe, Sensibili alle foglie, Roma 1993.
[3] G. Lapassade, Il mito dell’adulto. Saggio sull’incompiutezza dell’uomo, Guaraldi, Bologna 1971. A testimonianza dell’impegno in campo pedagogico segnalo anche il volume collettivo, curato da Lapassade, L’autogestione pedagogica, Franco Angeli, Milano 1980.
[4] L. Bolk, Il problema dell’ominazione, DeriveApprodi, Roma 2006.
[5] Ad esempio, sempre in ambito psicopedagogico, Erikson ha sviluppato un modello di ciclo vitale in cui nega alla maturità il carattere di uno stadio destinato a marcare la conclusione della crescita psicologica. Cfr. E. H. Erikson, I cicli della vita, Roma, Armando 1984.
[6] Cfr. G. Lapassade, Saggio sulla transe, Feltrinelli, Milano 1980.
[7] Il termine è stato coniato nel 1956 dallo psichiatra canadese Osmond insieme ad Huxley: «Arrivai a psichedelico da psiche, che vuol dire mente, e delo che vuol dire manifestare: mi sembrava ragionevolmente neutra come parola. Ad Aldous non piaceva molto. Ma credo che abbracci un gran numero di fenomeni che a quel tempo non sapevamo descrivere, senza suggerire né psicosi né allucinazioni né deliri. Ecco come nacque questa parola». H. Osmond, Psi e movimento psichedelico, in «a cura di» Roberto Cavanna, Aspetti scientifici della parapsicologia, Boringhieri, Torino 1973.
[8] Cit. in S. Cacciari e U. Fadini, Lessico Virilio. L’accelerazione della conoscenza, Felici, Pisa 2021.
[9] L. De Sutter, Narcocapitalismo. La vita nell’era dell’anestesia, Ombre corte, Verona 2018.
[10] D. Cooper, Grammatica del vivere, Feltrinelli, Milano 1976. Fra l’altro Cooper definiva le sostanze psichedeliche «antidroghe», perché «mettono alla prova il valore che hanno per il nostro vivere tutte le esperienze condizionate accumulate in precedenza».
[11] M. Fisher, Comunismo acido. Introduzione incompiuta, in Il nostro desiderio è senza fine, Minimum fax, Roma 2020 e Verso l’Acid Communism. Presa di coscienza e post-capitalismo, effimera.org/verso-lacid-communism-presa-coscienza-post-capitalismo-mark-fisher/ . Le citazioni seguenti provengono da questi due testi.
[12] A questo proposito sarebbe proficua la lettura di un breve scritto di Albert Hofmann (il chimico che sintetizzò l’LSD) in occasione del suo novantesimo compleanno, dedicato al «puro contemplare», alla possibilità andare incontro alla realtà non più orientati dalla ragione strumentale, ma senza altra finalità se non il piacere di osservare lo spettacolo senza fine del mondo naturale. Cfr. A. Hofmann, Elogio del puro contemplare, «Altrove», n. 14, 2008.
[13]A differenze dell’uso oggi dominante (epistemologia come una specie di giurisprudenza scientifica che analizza le condizioni di verificazione e falsificazione dei saperi empirici, per lo più nel campo delle scienze della natura e della materia), uso qui il termine in senso ampio, un po’ come faceva G. Bateson, il quale lo adoperava a vari livelli di significato: come scienza, come teoria della conoscenza, come paradigma, come cosmologia biologica (la struttura che connette i viventi) e infine come struttura del carattere che va a costituire l’epistemologia singolare di ciascuno.
[14] Nello specifico qui Fisher cita M. Hardt che cita Foucault che cita Marx.

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Federico Battistutta si occupa per lo più di questioni di frontiera riguardanti il religioso contemporaneo (prospettive post-teiste e post-religiose, dialogo interculturale e interreligioso, ecosofia ed ecoteologia, teologie di genere e queer, stati modificati di coscienza ecc.). Collabora a riviste di settore e a volumi collettanei italiani e stranieri. Ha pubblicato alcuni libri e diretto un paio di riviste.

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Cile: filosofia psichedelica nella musica e nell’arte https://www.psycore.it/cile-filosofia-psichedelica-nella-musica-e-nellarte/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cile-filosofia-psichedelica-nella-musica-e-nellarte Tue, 04 Jan 2022 18:44:53 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2748 Leggi tutto]]> Proponiamo di seguito l’intervento di Andrea Orsini alla recente edizione 2021 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21). Si tratta di una conversazione con AtomTM, maestro della musica elettronica e tecno, artista visivo e raver, ed Enrique Rivera, curatore d’arte e direttore della Bienal Artes Mediales di Santiago. Si parte da domande relative all’influenza della psichedelia nel lavoro di due interpreti della contemporaneità nella musica elettronica e nelle arti mediali. L’influenza delle esperienze personali nelle loro produzioni e la relazione ricercata con il pubblico. Esiste uno schema: dispositivo ipnotico – trance – catarsi? E in che modo si compone nella creazione? Le arti mediali, al di là dei meccanismi condizionanti del sistema-mercato, possono incontrare un focus e uno spazio di influenza nella ricerca di una nuova epistemologia e di una nuova visione dell’umano?

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Corrispondo dal Cile. Questo paese nella sua storia culturale moderna presenta aspetti originali di intreccio tra psichedelia, arte, filosofia, medicina, musica, antropologia, letteratura, psicologia, scienza e danza. La cultura cilena ha una vocazione all’interdisciplinarità che ha favorito esplorazioni inusuali e d’avanguardia.
Vi propongo un’intervista a due esponenti di questo Cile, il musicista, Uwe Schmidt, conosciuto con l’alias di AtomTM, e il curatore d’arte Enrique Rivera. La registrazione è stata realizzata specialmente per gli SGPI21. Uwe ed Enrique ci parlano della psichedelia in ambito musicale, artistico e culturale. Li ho invitati a questa riflessione comune perché persone molto attive nella produzione di eventi, e a contatto con la realtà cilena in una fase sociale e politica per alcuni aspetti straordinaria.

Se il Cile della dittatura è stato il primo laboratorio del neoliberismo dei Chicago boys, oggi con la vittoria del trentacinquenne Boric e la costituente presieduta da Elisa Loncon, donna di medicina Mapuche, si candida a diventare il laboratorio di un eco-stato basato sulla parità di genere e il rispetto delle minoranze. Certo, il conflitto economico tra ricchi e poveri è alla base di quanto sta succedendo. Ma si commetterebbe un grande errore a non vedere in questo movimento di trasformazione, presenti e centrali, altri due aspetti tra loro collegati: il superamento del patriarcato e il cambio di paradigma nei confronti della Natura, che vuol dire cambio della percezione e nuova coscienza. L’insorgenza degli ultimi due anni è stata fortemente ancestrale, magica e psichedelica, femminista e sessuale relativamente al rovesciamento del concetto di genere.

Idee che sono state sostenute e promosse da Claudio Naranjo, che a sua volta si è formato in un contesto collettivo di lunga gestazione. L’Lsd è stato introdotto in Cile nel 1959 da Lola e Franz Hoffmann nell’ambito di terapie di gruppo all’interno della Clinica Psichiatrica dell’Università del Cile diretta da Ignacio Matte Blanco. Junghiani eclettici e molto attivi, con la loro Scuola di Antropologia Medica hanno influenzato molti, oltre al giovane Claudio. E non parlo solo di ricercatori accademici come Maturana e Varela, con la loro scoperta dell’autopoiesi, o Rolando Toro con la biodanza.

Alla fine degli ’80 si è creata una fusione tra punk e psichedelia promossa dai giovanissimi “pinochetboys”, una fusion di teatro-danza, musica, performance, arte e poesia, che ha lasciato un segno permanente, oggi celebrata nel film documentario “Vicente Ruiz: A Tiempo Real” realizzato da Matías Cardone y Julio Jorquera. Ma in generale osservo una larga diffusione di gruppi che usano le medicine sacre in tutte le declinazioni, dalle più tradizionali, collegate al mondo sciamanico, a quelle di integrazione con la psicoterapia, con la meditazione, con l’arte, la musica. la scienza, o semplicemente collegate all’insorgenza esistenziale e anarchica della gioventù. Tutte queste linee convivono e formano una bella “nebulosa” psichedelica.

Chiaramente con questa breve carrellata non posso dare conto di tutto il contesto, ma spero di aver reso le motivazioni e lo sfondo che accompagnano la nostra conversazione.

Andrea: Atom, musica e psichedelia. É un campo molto vasto, come sappiamo. Ci sono contesti completamente distinti di usi delle sostanze e della musica, ad esempio Naranjo proponeva anche Brahms nelle sessioni, poi abbiamo tutto il mondo dei rituali, dove si usano le musiche del mondo sciamanico “Los Ícaros”, e dunque: qual’é la specificità della musica tecno nella tua esperienza?
Atom: Bene, la tua domanda contiene un paio di concetti comuni che bisogna chiarire prima… Secondo me non esiste la musica elettronica, è un tema troppo generale per poterti rispondere realmente. Altro è la psichedelia, anche questa qualcosa di molto ampio, e non potrei semplicemente mettere insieme le cose come la tua domanda pone. Piuttosto direi che le droghe in generale e le psichedeliche in particolare, sono parte della cultura popolare, in generale, che stiamo vivendo. Tutta la musica, tutto il cinema, tutta la filosofia contiene grandi elementi psichedelici, ad oggi. A volte codificati, a volte in maniera più esplicita. Ora, la musica elettronica, e la tecno per esempio, che sono sottocategorie della cultura popolare, ovviamente contengono anche questo, in certa dose, per mantenere la nomenclatura. E credo che vedendo più specificamente la storia della musica elettronica, popolare, e tecno, che è nata a fine degli anni ‘80, inizi dei ‘90, bisogna sempre vedere quali sono state le droghe di moda in quell’epoca, cosa avevano a che vedere con la creazione culturale in generale. La tecno, ad esempio, o la musica elettronica degli anni ‘90, aveva molto a che vedere con droghe come l’MDMA, con l’uso dell’LSD che era sparito un po’ negli ‘80, quindi credo che la musica ballabile elettronica che ancora…non so veramente come chiamarla oggi; si usa molto la parola “musica elettonica”, che mi disturba un po’ a dire la verità, contiene molto di quell’esperienza, dell’LSD, dell’MDMA.

Andrea: E tu vedi un cambiamento nel tempo in questo processo?
Atom: Si, vedo un cambiamento, nel senso che le droghe sono cambiate, molto, tra gli ‘80 ed oggi. Se tu vedi lo sviluppo, la genesi dell’uso delle droghe è abbastanza diverso. Ad esempio, sono state molto di moda nei ‘2000 droghe che hanno a che vedere con l’anestesia.

Andrea: Ketamina…
Atom: Ketamina, ed usi incrociati di ketamina con altre cose, che secondo la mia opinione hanno prodotto musica abbastanza diversa, come sensazione. Io credo che una persona sotto anestesia vive un rituale diverso rispetto a chi ha preso funghi. Quindi mi costa parlare di musica elettronica pensando in questi ultimi 30 o 40 anni. Per me sono segmenti abbastanza diversi, che a volte non sento molto collegati. Non mi piacciono o non mi interessano, e ci sono diverse energie, diversi usi, a seconda del momento anche.

Andrea: Vedo nel tuo lavoro molta “estetica”, nei concerti riempi la scena anche con un lavoro visuale di gran impatto, però c’è un tema sull’uso che si fa della tua musica, soprattutto nei rave, in queste feste notturne, e la mia domanda è: tu hai sviluppato una tecnologia dell’estasi attraverso la musica, cioè, la tua musica contiene dei meccanismi induttori per la trance, a parte le diverse droghe che possano usare i fruitori?
Atom: Io credo di si. Credo che l’uso di una droga, che l’esperienza con una droga ti riveli il meccanismo, o alcuni meccanismi della droga. Come funziona, quale lo stato di coscienza sotto una certa influenza, e questa conoscenza ovviamente permette di suonare in un concerto live consapevole dei meccanismi stai usando, o devi usare, per esempio, qualcosa di concreto: come si sente il tempo con una determinata droga? Qualcosa di molto basico, quasi fisico, no? Se tu non hai avuto determinate esperienze con certe droghe, tu non sai cosa significhi quell’elasticità del tempo… Che dal vivo è un’altra cosa, suonare in uno show live, o sentire un disco a casa tua, sono esperienze di tempo diverse. E per me è sempre stata importante questa ricerca. Cose di questo genere: il tempo, il suono, cosa uno ascolta…

Andrea: Ci sono ancora cose da scoprire?
Atom: Si. Molto, e credo anche che se tu parli, ad esempio, del rituale, per me il rituale è solo un uso della droga. Ovviamente un’esperienza psichedelica si espande su tutti i piani della coscienza: emozionale, fisico, razionale, tutto questo è implicato ovviamente, e la musica, nella mia opinione, la musica in generale, contiene strati di informazione. Non è solamente una musica con una sensazione: c’è ciò che è fisico, che nel live è molto presente, ma c’è anche ciò che è narrativo, intellettuale, il linguaggio, sono altri piani che forse live non sono così importanti o hanno un altro rapporto, un’altra importanza…

Andrea: Ti ringrazio e passo con questi stessi argomenti a Enrique. Insomma, l’arte è una lotta contro la codificazione, è in costante cambiamento, però, sempre ritorna al “rituale”. Qualsiasi forma di ritualizzazione, parlando in generale, della performance, del teatro, della musica, non solo di quella religiosa, è sempre un punto di arrivo. Quindi è necessaria una costante circolazione d’energia. Cosa mi dici tu, come si pone il tuo lavoro di artista mediale in quest’incrocio?
Enrique: C’è una circolarità nel senso della ricerca di una visione. Perché quando fai la Biennale, si fa ogni due anni, tu devi avere un contesto, una visione di ciò che avverrà nel tempo. Quindi capire cosa farai e che gli artisti invitati interagiranno in un contesto politico, sociale o comunitario. C’è qualcosa che
potrei dire a proposito dell’idea di Humboldt, o l’idea della relazione “umano – erbaccia – pesce abissale”, che ha ispirato la scorsa Biennale dedicata al “Quarto Mondo”, a proposito del dialogo tra specie diverse. Forse quel dialogo, giustamente, si basa su una relazione intuitiva che la psichedelia esplora, quella possibilità di diluire quel dominio della ragione, quella dittatura dell’intelletto e comprendere una relazione con l’intorno partendo da questi concetti che sono stati diffamati molte volte: la tenerezza, l’affetto, l’amore, oggi neo-liberalizzati, diventati una specie di prodotto…

Andrea: Qual’è il rapporto tra la tua visione e il lavoro ufficiale, organizzato, nel Museo di Belle Arti? Nel contesto del sistema dell’arte, che non è proprio un sistema su questa linea d’onda, ma diretto verso il mercato. Il tuo lavoro invece è orientato verso un utilizzo diverso dell’arte, “umanizzare l’umano” quando citi Gabriela Mistral.
Enrique: Animalizzare anche l’umano…certo. Gabriela Mistral diceva che bisogna “umanizzare l’umano”, l’umanità è un qualcosa che bisogna umanizzare. E forse bisogna animalizzare l’umano anche. Perché in questa ricerca dell’umanizzazione ci stiamo anche separando da quel linguaggio comune…

Andrea: Si parla di superare l’antropocene. Qualcosa di collegato col superamento del patriarcato. Sono slogan, ma io vedo un collegamento…

Enrique: Mi piace molto la storia di questo ponte, di quando Humboldt viene in America e va in Amazzonia. Mi piace pensare che forse Humboldt ha preso l’ayahuasca. Non l’ha scritto ma ebbe un’esperienza che oggi si chiama psichedelica. Usiamo questa parola oggi, non so se si usava a quei tempi… Era un’esperienza rituale. Humboldt si consegnò ad un rituale di qualche tribù che trovò in Amazzonia? Io non lo so, mi piace credere di si. E che in quel contesto ha avuto una visione di ciò che stava avvenendo. In effetti ha predetto l’esito della globalizzazione, in quell’epoca già molto aggressiva, che avrebbe distrutto tutto, e che tutti quei linguaggi, quelle forme di vita, sarebbero state annichilite, per il “progresso umano”.

Andrea: Quindi una nuova visione ed una nuova epistemologia della conoscenza.
Enrique: Certo. Immaginati una grande massa inarrestabile di desideri ed ambizioni, che inizia ad annichilire e prendere e trascinare tutto ciò che c’è intorno per alimentarsi, e partendo da questo, genera un ciclo inarrestabile di distruzione continua, che è quello in cui ci troviamo oggi. Quindi non vedo la psichedelia come una forma di intrattenimento, o di una possibilità di scollegarti dalla realtà, ma tutto il contrario, di collegarti ancora di più. In quel senso credo alla possibilità di una connessione reale, e per questo considero la musica di Uwe un canale, un canale che ti aiuta a collegarti con quell’organica essenziale. Abbassare le difese della ragione, abbassare le difese dell’intelletto, e partendo da lì generare quel punto di connessione che è assoluto.
Atom: C’è un aneddoto che mi piace molto: un ucraino dice ad un’altra persona, noi ucraini prendiamo la vodka per goderci la vita, i russi prendono la vodka per dimenticarsi della vita. Con le droghe, direi, sfortunatamente è lo stesso. Tu puoi
usare droghe psichedeliche per entrambe le cose. Puoi perfettamente voler dimenticare le cose, ed entrare in una zona di fantasia…

Andrea: Ti sembra che i giovani cileni prendano sul serio l’esperienza psichedelica o è molto ricreativo l’uso?
Atom: Esistono entrambe le cose e in una maniera molto avanzata. Molto di più che 20 o 30 anni fa. Conosco storie, aneddoti di gente che nelle feste si droga con tutto allo stesso tempo. Multi-tossico, ad un livello preoccupante, mi chiama l’attenzione che esista in generale, è un qualcosa quasi popolare oggi, vai ad una festa tecno per fare questo. Allo stesso tempo esiste anche una scena più cosciente dell’altra parte, della ricerca, che ha molto più a che vedere con la connessione, l’indagine, l’analisi, con un approccio culturale più raffinato rispetto a 30 anni fa. Quando tutto era molto più proibito, sconosciuto, pre-internet, molto più difficile da trovarsi. Quindi credo che sia cambiato il mondo della psichedelia in questo senso, in entrambe le direzioni. Per cui la musica elettronica si trova in questa strana situazione in cui è vincolata con l’uso volgare… L’abuso di droghe, prendere qualsiasi cosa, la distorsione, e si, è così, ma non è stato il nucleo dell’inizio della musica elettronica. Trovo molto affascinante vedere questi due poli…

Andrea: È possibile che si incrocino ogni tanto…, a volte la “serietà” diventa “ricreativa”, quando diventa ripetizione e cliché, e a volte il “ricreativo” diventa “serio”, perché è un campo dove non tutto è predicibile.

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Psichedelia e trauma transgenerazionale https://www.psycore.it/psichedelia-e-trauma-transgenerazionale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=psichedelia-e-trauma-transgenerazionale Thu, 23 Dec 2021 00:58:56 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2705 Leggi tutto]]> Proponiamo qui di seguito l’intervento tenuto da Carolina Camurati nel corso della terza edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21) del 10-12 dicembre scorso. Altri interventi e materiali, insieme ai video integrali delle tre giornate, sono disponibili in un gruppo privato su Facebook, accessibile tramite richiesta con l’apposito modulo e relativo contributo economico a sostegno della rete-progetto Psy*Co*Re. Grazie!

Quando si parla di medicina psichedelica facciamo riferimento a quella branca di studi e ricerche scientifiche in corso, circa gli effetti delle varie sostanze psicotrope chiamate comunemente “psichedelici” sulla coscienza e a dispetto di certe condizioni psicopatologiche. In questo settore che va sviluppandosi da qualche decennio – dalla ripresa degli studi interrotti nel 1971, ovvero l’anno in cui si data l’inizio della war on drugs – capita di sentir spesso parlare di PTSD, cioè il disturbo da stress post-traumatico, categoria bersaglio dei più moderni trattamenti con composti psicoattivi quale psilocibina o MDMA. Disturbo e che è stato, insieme alle depressioni farmacoresistenti e alle malattie terminali, la porta d’accesso per lo sviluppo di terapie d’avanguardia non più ostacolate dalla morale proibizionista.

Come è noto, questa sindrome ha visto la sua insorgenza a seguito del ritorno dalle spedizioni militari estere di veterani di guerra (Vietnam in primis) perseguitati dall’inquietudine della morte assistita o protratta in battaglia. Tale sindrome si manifesta dunque in chiunque sia stato vittima di un forte shock e di un trauma al cui seguito vengono ostentati meccanismi difensivi ricorrenti, con sintomi da un lato intrusivi (..) e dall’altro sedativi (..). La diagnosi da disturbo da stress post-traumatico ha dunque un’origine sociopolitica, e negli Stati Uniti l’epidemiologia sfiora oggi fino al 9% della popolazione locale.

Prendiamo adesso in considerazione il fenomeno del turismo ayahuasquero o del fiorire, in concomitanza al cosiddetto Rinascimento psichedelico (che si riferisce però alla ripresa degli studi nell’ambito della ricerca scientifica e della terapia assistita), di numerosi resort e wellness retreats, centri e cliniche private (..), che prevedono per gli utenti una serie di trattamenti o esperienze con l’utilizzo di piante e sostanze psicotrope (con un biglietto a cifre profumatamente corrisposte da chi ne prenda parte). Questo denota da un lato l’incredibile domanda di terapie alternative o esperienze dirette di guarigione da parte del pubblico, in un tentativo di riappropriarsi dell’ultima parola circa la propria salute, dall’altro invece una risposta dall’impronta marcatamente capitalistica di esperienze che andrebbero invece a trascendere il proprio accomodamento ed il proprio stile di vita in contesti in cui rimettere in discussione la propria cosmogonia e visione del mondo.

D’altra parte è interessante notare come molti preferiscano approcciarsi a processi salutogenici che si innescano proprio dal “mettersi in viaggio”, per ristrutturare il legame d’appartenenza a questo mondo e a questo presente storico, piuttosto che affidarsi ad una medicina talvolta incapace di dare ascolto e cura a malesseri non altrimenti diagnosticabili. Sono molti infatti a voler elaborare le proprie biografie e strutture traumatiche proprio a partire da queste esperienze, anche se talvolta l’integrazione di questi viaggi con il mondo comune e la quotidianità risulti difficoltosa ed incostante, in quanto manchevole di quelle comunità che supportino l’utilizzo di questi allestimenti rituali e di questi dispositivi di cura, requisito indispensabile, secondo Ernesto De Martino, per il buon funzionamento dei dispositivi stessi.

Ritornando ora al trauma… oltre a quello innescato da un evento psicologicamente insopportabile e lesivo, rileviamo tra le motivazioni all’utilizzo di psichedelici, il trattamento di un male ben più diffuso anche nella popolazione cosiddetta “sana”, una tipologia di trauma che potremmo definire transgenerazionale, ovvero la traduzione comportamentale e fenomenica di una “ripetizione filogenetica” di un trauma originario (…) che finisce per iscriversi a livello epigenetico e per condizionare sviluppo e metabolismo neuronale (vedasi genealogia, risonanza e campi morfogenetici di Rupert Sheldrake

Ampliando dunque il focus, il trauma mostra il suo volto nell’accezione storico-culturale, come precipitato di una cultura che ci si impone, e la cui linfa vitale però è spesso disseccata tra pieghe dell’abitudine, della tradizione:

..le manifestazioni cliniche di questo trauma possono essere analoghe a quelle del PTSD, ma il fenomeno acquisisce una dimensione intergenerazionale, da cui sfocia la creazione del concetto di Trauma Intergenerazionale. (Berger, 1988).

Mettiamo allora in risalto la doppia natura del trauma: la prima, personale e soggettiva, la seconda, collettiva e politica. Non è sufficiente per un clinico perimetrare la manifestazione di un trauma sulla sagoma dell’individuo, poiché trattasi invece di circoscrivere i molteplici piani d’appartenenza immanenti alla vita di ciascuno, e riallacciare congiunzioni interdipendenti con il circostante, quelle stesse che sono state spezzate o che mai prima di allora erano state attivate.

Non potrebbe altrimenti esser trauma ciò che non recide o non spezza, come l’alea che scaraventandosi, frammenta in membra disgiunte una salma di pezza. E’ sul corpo di ciascuno che si innerva quel vasto e sventagliato tessuto, la salma di pezza, che è lo psichico, ed il trauma è ciò che, fendendolo, ne provoca l’impossibilità di simbolizzare, di conferire significato. L’incontro con il reale, tramite questa ferita, è l’angoscia che sempre ritorna per l’impossibilità di circoscrivere di senso il proprio vissuto. Crisi dunque, ma anche opportunità. Individuazione del residuo e del senso retroattivo.

Che lo psichedelico in queste circostanze si riveli strumento d’osservazione utile alla psicoanalisi o alla terapia, al pari di quel che fu per astronomi e fisici il macroscopio o il microscopio, l’aveva mostrato già al tempo Stanislav Grof. Quel che vorrei qui portare è un incentivo allo sviluppo di teorie e concetti psicodiagnostici che possano rivelarsi utili nell’atto stesso di trattare con quella che potremmo definire la microfisica del trauma, in particolare del trauma transgenerazionale, ovvero quello che sopravvive ai nostri corpi e che si mantiene vivo negli usi e nei costumi delle società di cui facciamo parte.

Per la coscienza ed in quello stato particolare del tempo che è la durata nell’esperienza psichedelica, il lavoro con e sul trauma è particolarmente indicato. Che la cultura sia un congegno da disinnescare lo disse chiaramente Terence McKenna (e ancor prima Herr Freud), mostrandoci intuitivamente come la società civile abbia trascurato lo sviluppo della coscienza nell’umano a fronte di uno sviluppo economico ed espansivo del dominio sul pianeta che ci ospita e sulle risorse che ci mette a disposizione.

E’ il caso di quello che concerne il trauma del femminile, inteso qui come qualità ed archetipo, da sempre presente ma che ancora fatica ad istallarsi nel contemporaneo, all’interno di imprese secolari o di costumi oltremodo storicizzati che questo femminile reprimono o rimuovono.

Leggo una citazione da Stiozzi, tratta dall’articolo del 2016 dal titolo “Le ombre della violenza nelle generazioni di donne. (Orizzonti educativi per diffondere il valore del femminile nella società contemporanea”):

…la comprensione del femminile, come valore oltre che personale anche collettivo, passa attraverso l’integrazione della violenza nella relazione tra le generazioni di donne. L’intimità assume un valore etico che trasforma il gesto femminile in un dispositivo di cura del mondo, capace di trasformare i traumi collettivi, che, non elaborati, sono all’origine del perpetuarsi di una violenza dai tratti primordiali attraverso le generazioni.

L’intimità ha valore dunque, come coltivazione di uno spazio transizionale, in senso winnicottiano, come quella terra di mezzo ove coesiste la dimensione della ragione con la sragione, e il pensiero può contaminarsi con le incredibili figure che sprigionano dall’immaginario. Intimità che è regno e dimora di questa inclinazione femminile del soggetto, luogo dell’incontro e della cura del mondo – ed in cui l’esperienza di attraversamento psichedelico può divenire un potente agente di trasformazione e di riappropriazione soggettiva del proprio corpo.

Perché se negli stati modificati di coscienza la psiche viene scoperchiata anche nei suoi anfratti più segreti, e non per forza di dominio privato o personale, è nell’intimità e nella finitezza del corpo che questa trova poi dimora. L’integrazione dei propri traumi e delle proprie ferite, a partire dal corpo e dai suoi bisogni inascoltati, perché incasellati in una semiotica del sentire e del senso fruibile solo all’interno di una cultura dissociata da tutto il resto, diviene così un imperativo etico che legittima il diritto alla libera coscienza, a che ciascun soggetto possa assumere, nel rispetto della circostanza, lo stato di coscienza che il suo desiderio gli impone. O come suggerito ieri, mutuando Ralph Metzner: il diritto di esplorare la propria coscienza e di riprogettare modelli del reale cangianti. “Disegnare nuove ontologie”. (Falcon)

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Video-registrazioni di SGPI21 (previo donazione) https://www.psycore.it/video-registrazioni-di-sgpi21/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=video-registrazioni-di-sgpi21 Sat, 18 Dec 2021 17:27:25 +0000 https://www.psycorenet.org/?p=2675 Leggi tutto]]> Rispetto alla terza edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21) del 10-12 dicembre scorso, a breve ne pubblicheremo qui alcuni video-spezzoni. Invece un gruppo privato su Facebook offre le registrazioni video integrali delle tre giornate. Per accedervi è necessario inviare richiesta dettagliata e/o compilare l’apposito modulo, inviando altresì un contributo economico a sostegno del progetto.

L’offerta è libera ma etica e consapevole: riteniamo importante rendere accessibile a tutti la cultura ma al contempo l’organizzazione di un evento simile ha costi e impegni personali non indifferenti. Anche perché l’intero progetto-network Psy*Co*Re è completamente non-profit e poggia esclusivamente sull’opera volontaria. Organizzare eventi di questo tipo richiede tempo, fatica e denaro (ciò vale anche per i relatori), e un evento come SGPI21 ha dei costi vivi di almeno qualche migliaio di euro, considerando che locali, attrezzature e parte del personale è stato messo a disposizione gratuitamente dal CCCTo e che l’impegno organizzativo garantito da svariate persone non viene remunerato in alcun modo. Tra online e in loco abbiamo calcolato almeno 300 ore di “passione lavorativa”.

L’offerta libera, etica e consapevole permette a tutti di determinare il contributo in base all’interesse e alle possibilità personali. È un po’ il corrispettivo della “sliding scale” applicata in tanti eventi analoghi nel mondo anglosassone. Ciascuno contribuisce in base ai propri interessi e alle proprie tasche. In tal modo non si preclude l’accesso a nessuno e si consente al progetto di andare avanti. Chiediamo simbolicamente di contribuire almeno con 1 euro a intervento: quest’anno abbiamo ospitato circa 50 relatori, quindi il contributo per chi intende accedere ai video-interventi integrali delle tre giornate potrebbe essere fissato a 50 euro.

Altrimenti, in cambio dell’accesso ai contenuti di una singola giornata o solo ad alcuni interventi, si può versare un contributo a scalare – tipo 10, 20, 30, 40 euro – sempre in base all’interesse e alle possibilità economiche personali. Ovviamente non vanno escluse altre formule, tra cui donazioni a cadenza periodica prestabilita (tipo un tot al mese o a trimestre), offerte a piacere di qualsiasi entità e perfino l’auto-tassazione degli stessi relatori. E non esitate a rilanciare questo testo nei vostri canali social, a contatti utili ed amici interessati.

Grazie di cuore a tutt*!

Il contributo economico può essere inviato tramite bonifico bancario, PayPal o carta di credito, si veda: https://psycorenet.org/donazioni/

Per ulteriori dettagli, contattare Alessandro Novazio (alessandro.novazio@gmail.com — +39 329 654 4233).

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