“Classici” della letteratura psichedelica da prendere con prudenza…

Non è certo un mistero che il forte ritorno d’interesse verso i risvolti dell’universo “psichedelia” anche nel Bel Paese vada trainando un’ondata editoriale del tutto inedita, dal recupero di “classici” mai tradotti a saggi ex novo a libri-manuali un po’ per tutti. Tendenza confermata negli ultimi mesi e variamente esplorata nella nostra sezione MindBooks (in contemporanea al Salone Internazionale del Libro di Torino). Inclusi alcuni volumi “storici” recentemente tradotti: LSD, l’innovativa ricerca psichedelica nei reami dellinconscio (Shake) di Stanislav Grof e Pharmako/Gnosis (Add) di Dale Pendell – pubblicati per la prima volta in inglese, rispettivamente, nel 1975 e nel 2005.

Testi sicuramente importanti, al pari di altri variamente parte del filone psichedelico, che meritano la traduzione, seppur tardiva, in particolare per i non addetti, i meno attenti e i più giovani. Eppure a volte sembra di essere di fronte a una tipica operazione di marketing e, quel che più conta, senza fornire contesti di lettura più ragionati o aggiornati, quindi essenziali per una fruizione più articolata e matura da parte del lettore odierno. Non ultimo perché soprattutto negli ultimi anni la ricerca scientifica, l’aneddotica sciolta e la copiosità di materiale disponibile (in particolare online) hanno variamente ampliato, corretto e/o negato certi contenuti di questi lavori pionieristici.

Ci sembra quindi importante segnalare anche le inesattezze o le lacune di questi testi. In primis, perché in tal modo si contribuisce alla riduzione del rischio e del danno, evitando esperienze negative per un possibile incauto sperimentatore e per il movimento tutto che sta cercando faticosamente, in Italia ancor più che nel mondo anglosassone, di correggere l’immagine negativa che certe sostanze conservano ancor’oggi nell’immaginario collettivo. Ciò inoltre garantisce massima trasparenza e credibilità a questo stesso movimento, con un approccio maturo e articolato per meglio puntualizzare i passi avanti intrapresi dalla scienza e dalla cultura psichedelica in generale, riconoscendo che il lavoro degli apprezzabili pionieri psichedelici oggi si rivela in parte superato e non privo di errori o grossonalità.

Nel nostro piccolo, abbiamo perciò deciso di “aggiornare” in tal senso il libro di Dale Pendell, affidando quest’operazione di revisione a Giuseppe Cazzetta, fisiologo dell’esercizio, studioso e coltivatore di prodotti etnobotanici e composti da ricerca, nonché responsabile della rubrica Etnobotanica su questo stesso sito web.  A partire da qualche riga di sintesi, seguito dai passaggi problematici (in inglese e corsivo) chiariti uno ad uno, con le relative note a margine, e una breve conclusione.

Un mistone di poesia, magia, alchimia, etnobotanica e filosofia condito con una base essenziale di farmacologia e chimica spolpata all’osso e spesso decontestualizzata o semplificata eccessivamente, che si propone come tentativo di registrare l’esperienza con diverse piante psicotrope o “alleati” in maniera puramente fenomenica riferendo quanto loro hanno da dire.

MORNING GLORY
Ipomoea purpurea (“Crimson Rambler,” etc.), a common ornamental, does not contain alkaloids. Various studies are summarized by Ott (1993).
I semi di Ipomea purpurea non sono privi di alcaloidi, sono soltanto molto più variabili come concentrazione [1].
As far as I know, the matter ofthe psychoactive sweet potato is still an unresolved question of science.
La patata dolce (Ipomoea batatas) è risultata priva di alcaloidi ergolinici in più test [2], se aggiungiamo la mancanza di dati etnografici su un eventuale utilizzo psicotropo, possiamo affermare con una certa sicurezza che non sia un potenziale enteogeno. La stessa cosa non si può dire per purpurea e tante altre specie di Convolvulaceae che invece non vengono menzionate in questo libro.

Morning glory seeds (Ipomoea violacea) are about five times as potent as ololiuhqui
L’Ipomea violacea viene menzionata da Albert Hofmann nel libro curato insieme a Richard Evans Schultes e Christian Rätsch, Plants of the Gods: Their Sacred, Healing, and Hallucinogenic Powers (1994), ma dall’immagine presente nel libro si vede chiaramente che la specie è invece una tricolor varietà heavenly blue (si nota dalla corolla che non è bianca) [3].
Solo nella tricolor infatti è stata dimostrata affidabilmente la presenza di LSA.

L’LSH (idrossietillamide dell’acido lisergico) non ha soltanto 1/3-1/2 dell’attività uterotonica dell’ergometrina, ma è anche più strutturalmente simile all’LDS dello stesso LSA (ergina).
Una ricerca del 1965 aveva testato individualmente i principali alcaloidi che mimavano l’effetto dell’estratto total alkaloid di Rivea corymbosa (LSA, iso-LSA, ergometrina, lisergolo, elimoclavina e chanoclavina), sia la mistura sintetica che l’estratto non avevano gli effetti psichedelici dell’LSD ma agivano soltanto come sedativi [4]. La mancanza dell’LSH fa pensare che sia proprio questo composto, altamente labile e presente più che altro nei semi freschi, ad indurre gli effetti visionari riscontrati solo in alcuni casi dai consumatori.
Lo stesso Shulgin si era reso conto che LSA e iso LSA probabilmente non contribuiscono agli effetti visionari dell’ipomea, ed agiscono principalmente come sedativi [5].
Anche la penniclavina, uno dei principali alcaloidi presenti nei semi di Ipomea tricolor, non viene considerato da Pendell, eppure ha affinità serotoninergiche e dopaminergiche tali da suggerire un potenziale psichedelico superiore all’LSA (che è solo un agonista parziale 5-HT2a).
Infine il lisergolo non è un eccitante, ma agisce come ipotensivo ed analgesico alle basse dosi. E’ un forte antagonista serotoninergico e potrebbe avere effetti allucinogeni in base al dosaggio, l’azione stimolante riguarda soltanto gli organi isolati come utero ed intestino [6]. Nei test sugli umani ha provocato sedazione ad 8 mg.

LSD
None of the others are LSD. Not mescaline. Not psilocybin. Many share some of its properties, none share all of them. Pharmacologically it is the same.
Le sostanze psichedeliche sono generalmente molto diversificate e vanno tutte oltre il semplice agonismo sul 5-HT2a, non è un caso specifico dell’LSD. Questa molecola in particolare ha una alta affinità anche per il recettore 5-HT1a e D3 della dopamina.
Ego-death,” the alchemical dying process, a distinctive power of LSD
L’ego death non è un potere distintivo dell’LSD ma un outcome comune di molte sostanze agli alti dosaggi. Si vede chiaramente che Pendell è qui influenzato dalla sua esperienza personale particolarmente importante con questa sostanza. Non a caso è il capitolo che ho più apprezzato.

MESCAL BEAN
Eryhtrina americana is reported to contain citysine, as well as indole alkaloids.
L’Erythrina americana non contiene citisina ma è ricca di alcaloidi isoquinolinici dalle proprietà depressive sul CNS piuttosto, similmente al mulungu (Erythrina verna) noto ansiolitico.

PEYOTE
This same site yielded two peyote plants reportedly radiocarbon dated to around 5000 BCE, making the peyote the oldest hallucinogen known to have beeen used by human beings.
E’ stato trovato del polline di Trichocereus peruvianus risalente a 8600 a.C., sembra sia il san pedro e non il peyote il più antico allucinogeno stando alle evidenze attuali [7].

The profound Dr A. Shulgin, in PIHKAL, has predicted and named (and synthesized), an undiscovered biosynthetic precursor for these molecules: lophophine, 3-methoxy-4,5- methylenedioxyphenethylamine. He believes that it should be active, though his own test failed to reveal any activity in doses up to 250 mg. Nor the compound has been found yet in peyote.
Già nel 1976 Shulgin aveva testato la lophophina dimostrando la sua psicoattività oltre i 250mg. Ha circa la metà della potenza della mescalina ed una simile azione centrale caratterizzata da euforia ed incremento della percezione visiva, in particolare dei colori; manca però degli effetti emetici e visionari dell’altro composto [8]. Nel 2008, un anno prima della pubblicazione del libro di Pendell, il composto è stato rilevato nella Lophophora williamsii oltre che nell’Echninopsis pachanoi.

ECHINOPSIS
Sasha Shulgin took 1000 milligrams of this substance with “no effect”. It was once thought to be a marker of schizophrenia, having been found in the urine of mental patients. The findings are now discredited, but it is interesting that 3,4-Dimethoxyphenethylamine is cross-tolerant with mescaline.
La 3,4-Dimetossifenetilamina (DMPEA) funge da substrato per l’enzima MAO che lo converte in acido 3,4-dimetossifenilacetico, per questo è oralmente inattiva nonostante la somiglianza strutturale con la mescalina [9]. Non c’è alcuna fonte sull’eventuale tolleranza incrociata con l’altro composto, invece da una pubblicazione del ’67 si evince la sua attività stimolante caffeino-simile alla dose di 1500mg [10].

For the dry way, some people use only the outer part of the cactus and discardo the tought inner core, believing that it is the outer layer that contains most of the alkaloids. The truth of tht belief, however, is not so clear – some analyses shown that the inner part contains significant amount of mescaline. Still, for drying, the fibrous core is more difficult to deal with than the fleshy parts. But for the wet method, i see no reason not to use the whole cactus.
L’interno fibroso e bianco del cactus contiene spesso una quantità significativa di mescalina, ma essendo circa 1/4 rispetto alla concentrazione della parte succulenta esterna [esperimenti non ufficiali dal forum DMTnexus] ed altamente indigesta, viene sovente scartata da chi ha una buona riserva di materiale fresco. In caso di consumo diretto della pianta fresca senza estrazione è davvero difficile mandarla giù e i crampi allo stomaco sono inevitabili, non è solo un problema di tempi di essiccazione.
A mio avviso la preparazione migliore è la tintura alcolica a freddo che non viene neanche accennata da Pendell, cuocendo il tessuto del cactus, ricco di grassi e zuccheri, diventa molto più nauseabondo.

Adding lemon or lime converts the alkaloids to the soluble citrate salts, but this is not done in Peru, where lemons would be considered “wet,” while “dry” is considered to be more powerful. Some think lime has a better flavor than lemon.
Nelle estrazioni il limone o anche il lime sono generalmente sconsigliati: conviene usare l’aceto o meglio l’aceto distillato, l’acido citrico si concentra invece di evaporare come l’acetico. Devo dire che ho apprezzato invece il consiglio di non optare per un estratto secco, più indigesto (ed anche più lentamente assimilabile) solo per incapsularlo ed evitare il sapore molesto.
Avrei però menzionato almeno la possibilità di spellare il tessuto esterno dalla cuticola per facilitare l’essiccazione ed eliminare una parte inutilmente indigesta.

CAAPI
Scores of different plants are used as additives, chacruna (Psychotria viridis), being the most common. Other admixture plants include Ilex guayusa, flonpondio (Bntgmaiisia spp.), tobacco (Nicotiana tabacum and AZ. rustied), Brunfelsia spp., and Diplopterys cabrerana.
Ci sono tante altri miscugli oltre alle poche menziona Pendell, come scrive lui sembra quasi che la principale sia la Psychotria viridis e le altre soltanto Brugmansia, Nicotiana, Brunfelsia e Dyplopterys cabrerana. Per esempio un ulteriore specie di comune impiego è rappresentata dalla bobinsana (Calliandra).

MIMOSA
Pharmacological metaphors, quite apart from their inherent problems of hypostatization, are imprecise when it comes to describing a helper plant such as jurema. The jurema-harmel brew contains harmine, harmaline, and DMT, just like ayahuasca, and yet no one who has experience with both brews would confuse them. Yage is a jungle plant—it’s wet, it’s rich and crowded, plants and critters move in from every direction. Jurema-harmel is dry—there is a lot of movement but there is a horizon, a sense of distance and expanse, distinct from the close-quarters o ayahuasca.
Mentre gli alcaloidi betacarbolinici del caapi sono principalmente armina e tetraidroarmina (THH) con un contenuto trascurabile di armalina, la ruta siriana contiene principalmente quest’ultimo e manca del THH (tracce) oltre ad altri alcaloidi che hanno la loro azione psicotropa (vasascina e vascinone). Anche Psychotria viridis e Mimosa hostilis sono molto diverse chimicamente parlando, nella seconda sono presenti anche altri alcaloidi e composti betacarbolinici oltre al DMT, il fitocomplesso del chacruna è più semplice (anche se esula comunque dal solo DMT). Per quanto limitate queste evidenze riflettono già meglio la diversità delle due esperienze rispetto alla divisione pianta umida e secca che fa Pendell.

The Atikum were preparing their jurema from Mimosa verrucosa, and it is unclear what tryptamine alkaloids might be involved (if any).
La Mimosa verrucosa è stata analizzata risultando priva di DMT e triptamine allucinogene [11].

Ott stated ’that “the apparent inactiviti of simple Atikumi jurema preta potions is thus likely due to insufficient dosage or perhaps a weak strain and not to the lack of some lost ingredient. ” Given the large number of Indian groups using jurema, “insufficient dosage” seem unlikely, though not impossible, and dismissal of the “lost ingredient” possibility seems premature. There are many avenues for research here.
La Mimosa hostilis può indurre effetti allucinogeni anche da sola se viene estratta a freddo, si pensa ciò sia dovuto alla yuremamina, un flavonoide derivato, che si degrada col calore. Inoltre contiene l’alcaloide betacarbolinico 2-MTHBC (in comune con Acacia sp.) e un alto contenuto di tannini potenzialmente in grado di inibire l’enzima MAO. Non si tratta di speculazioni, è un dato di fatto verificato da me e tanti altri psiconauti. È solo una questione di dose, come ipotizzava Ott appunto, che deve essere molto più alta di quella comunemente impiegata insieme ad un MAO-inibitore. La storia dell’ingrediente perduto è ad oggi estremamente dubbia.

I find that if the full visionary effects of the jurema aren’t quite fully manifesting, purging brings them out. It’s like squeezing a sponge. Wherever the power is blocked, or maybe clinging to a ledge someplace afraid to jump, purging pushes it over and everything lightens, in all ways.
Il clichè del vomito, onnipresente tra i popoli sottosviluppati, proprio perchè legato alla necessità di espellere parassiti ed altri agenti patogeni che non hanno niente a che vedere con l’illuminazione e che sono improbabili in occidente (dove vincono le multifattoriali come cancro, cardiopatie, etc.), non poteva certo mancare. Posso assicurare a chiunque che niente supera l’esperienza indotta dal completo assorbimento e digestione della bevanda, il vomito ha un effetto positivo solo perchè alleviando la nausea e il body load permette un esperienza migliore “senza distrazioni” (e quindi più “potente”). Non potenzia direttamente le visioni né gli effetti della sostanza. La purga è inevitabile solo in caso di bevande molto sporche e poca esperienza del consumatore.

RUTA
T. terrestris, it should be mentioned, does contain harmine, though I was unable to recover it with the Hasenfratz acetic acid/sodium chloride extraction,
Il Tribulus terrestris contiene anche l’armalina oltre ad armina ed altre betacarboline [12].

Many experimenters have found beneficial effects from harmel even when combined with substances for which, pharmacologically, there should be no MAO-I inter action at all, such as Salvia divinorum and Amanita muscaria.
Il potenziamento tra Peganum harmala (o anche Benisteriopsis caapi) e Salvia divinorum è dovuto agli alcaloidi dei semi che agiscono come inibitori della carbossilesterasi in grado di impedire la degradazione della salvinorina [13]. La combinazione MAO-I + Amanita muscaria non ha la stessa popolarità, si ipotizza che i due elementi si sommino semplicemente.
Una delle interazioni farmacologiche più pericolose è quella tra MAO-I ed antidepressivi o serotoninergici, Pendell non ne accenna neanche.

TRIPTAMINE
The simplest preparation, extraction with a wheat juicer of the fresh cuttings, is the most problematical: a number of adverse reactions have occurred. Whether the toxicity, which has resulted in at least one trip to an emergency room, is due to to tryptamines or to some other component of the grass, is not dear, but could be ascertained by repeating the bioassay (convulsions) without the harmel seed.
La tossicità delle Phalaris (e delle Graminacee in genere) è dovuta soprattutto alla gramina ed altri alcaloidi tossici, non alle triptamine allucinogene. Estrarre semplicemente il succo con un blender è una cosa estremamente stupida da fare.

Several species of Virola. large neotropical trees in the Mvristicaceae. the nutmeg family, produce a bright red resinous sap that is rich in tryptamines, especially DMT. The resinous inner bark is powdered to make the powerful epena snuff
La parte di Virola (bisognerebbe specificare le specie) più utilizzata a scopo enteogenico in Amazzonia per la preparazione della snuff non è la corteccia interna ma la linfa cambiale che si ottiene incidendo il tronco.

Anadenanthera peregrina contains DMT, 5-MeO-DMT, and bufotenine
I semi di Anadenanthera peregrina contengono quasi esclusivamente bufotenina (tracce di DMT e 5-MeO-DMT), solo la varietà falcata è dominata invece dal 5-MeO-DMT.

SOLANACEE
The different plants contain different mixtures of tropane alkaloids. Brugmansia probably has the highest ratio of scopolamine, followed by Datura.
Il più alto rapporto scopolamina/atropina si ritrova nella Datura inoxia (specificatamente semi, 97% degli alcaloidi totali), non nella Brugmansia.

If you smoke a lot of Datura you can achieve the same derangement that you can from eating it.
Fumare la Datura o altre solanacee anticolinergiche non ha alcun effetto centrale, non smetterò mai di ripeterlo. Ho testato personalmente anche estratti concentrati fatti con parti e specie diverse, non sinergizza con la cannabis, fa solo puzza, dilata le vie aeree e secca la bocca. Non è possibile ottenere lo stesso effetto fumandone tanta come dice Pendell, provare per credere. Eviterei anche di inserire a supporto report vaghi come: “un uomo ha inalato i fumi dei semi tostati di giusquiamo ed è diventato schizoide per un mese”.

KETAMINA
Actually, according to emedicine.com, there is little evidence for organic damage to the central nervous system even in chronic PCP users.
Le lesioni cerebrali sono comuni in chi ha abusato la ketamina per diversi anni, c’è una ricerca recente molto approfondita [14].

AMANITA
Dr. Ralph Cosack, who has as much personal and clinical experience with Amanila muscaria as anyone in the world, uses the mushroom himself and gives it to his patients, Cosack reports that autosuggestion is important if one wants to extend the visionary phase of the intoxication, I However, Cosack believes that the healing occurs in the later, dreamless (or unremembered) sleep, and that the healing effects are independent of the visionary effects. Cosack developed his therapy through years of self-experiment. Interestingly, Cosack raccomends fresh young mushrooms (not dried).
La suggestione con l’Amanita centra ben poco, è solo una questione di dose. La farmacologia particolare del muscimolo supporta un effetto allucinogeno dose dipendente come altri gabaergici atipici (e.g. zolpidem). Il fungo fresco è meno potente e più tossico di quello correttamente trattato.

The brilliant red pigment of the fly-agaric cap is called muscaflavin
I pigmenti rossi del fungo sono dovuti ad una complicati miscela di miscugli, non solo alla muscaflavina [15].

The ability of Amanita muscaria to kill flies is debated. I have never been able to kill any flies this way mysefl, despine a number of attempts.
L’Amanita muscaria, l’acido ibotenico e il muscimolo stordiscono le mosche e probabilmente anche altri insetti, è un fenomeno ben documentato.

Drying the mushivom evidently allows some percentage of the ibotenic acid to decarboxylate into muscimol – possibly a quarter or a third, or perliaps even more (depending on drying time and temperature, I would think).
L’essiccamento a freddo non altera più di tanto il rapporto acido ibotenico/muscimolo, è il calore a facilitare la decarbossilazione del primo.

It is generally believed, at least in mycophagic circles, that drving the mushrooms both increases their potency and diminishes the negative effects. This later contention, while theoretically attractive, is clearly enough not well supported by the evidence of users. More than one experienced Amanita user believes that fresh young specimens are the best
I funghi freschi sono i più tossici, su questo punto c’è un largo consenso fra chi li consuma regolarmente.

In its effects, Amanita muscaria is most like the tropane deliriants, and could easily be grouped with them, even though the pharmacology (what we know of it) is quite different. But Amanita intoxication lacks the erotic tone so common among the nightshades.
Non assocerei l’Amanita ai tropanici anticolinergici delle Solanaceae, devo ancora esplorare i dosaggi molto alti ma si vede subito che gli effetti e il profilo di sicurezza sono molto diversi. I secondi non differiscono solo per l’improbabile componente afrodisiaca menzionata da Pendell…

IBOGAINA
Attempt have been made to explain ibogaine’s reputed ability to attenuate craving (for) heroin, cocaine, amphetamine, alcohol, and tobacco) pharmacologically but many of the results have been contradictory.
Il principale meccanismo che determina questi effetti è l’incremento dei livelli di Fattore neurotrofico derivato da cellule gliali (GDNF) nell’area tegmentale ventrale (VTA) [16].

The nature and extent of the serotonergic effects of ibogaine still seems to be unresolved
Most of ibogaine’s known action involves the kappa opioid receptor (like salvinorin, from Salvia divinorum), and the NMDA receptor (like ketamine).
Diversamente dai principali psichedelici non ha affinità significativa sul recettore 5-HT2a ma agisce principalmente modulando l’attività del trasportatore della ricaptazione della serotonina (SERT). L’azione sui recettori k-oppioidi e NMDA è secondaria [17].

KRATOM
Users have various strategies to avoid becoming addicted: “never take it more than once a month,” “never take it more than once a week,” “never take it more than twice a week. ’’All exacdy the same words used by heroin chippers—and probably with the same curve of success/failure (with 50 percent becoming addicted in two years or one year or three years or whatever it is).
Ho usato il kratom per almeno 10 anni, in genere settimanalmente ma poteva capitare che passasse un mese o che una settimana facessi due dosi. Ha un profilo di sicurezza che non è neanche paragonabile all’eroina, immagino Pendell scriva qui di nuovo senza avere la minima esperienza attingendo dal caro vecchio luogo comune. Lo si capisce anche quando dice che 4-5g sono una bella dose, io (mai stato dipedente da niente) lo usavo nel range dei 15-17g. Niente nausea facendo un estratto idroalcolico.

As a lightly bitter tea, maybe with a little lemon to aid the extraction of the alkaloids. As a quid, with some ground lime. Smoked.
Non si fuma il kratom, se avesse provato si sarebbe accorto che non fa nulla in quel modo.

CONCLUSIONI
A mio avviso ormai questo testo è troppo obsoleto come guida per la sperimentazione di sostanze psicotrope, Wikipedia è già più curata ed affidabile su molti argomenti, senza contare le wiki dei forum di psiconautica come DMT nexus.
Va apprezzato quasi esclusivamente per aspetti artistici e poetici, non aggiungendo granché a quanto già noto e con ovvie lacune.
I luoghi comuni e le generalizzazioni onnipresenti trasmettono la frustrazione di un appassionato che rimane confinato tra teorie new-age e pratiche arbitrarie e ripetitive. La rappresentazione soggettiva ed umanizzata diventa tutto e della farmacognosia non rimane molto da prendere.

FONTI
1)Amor-Prats, Diego, and Jeffrey B. Harborne. “New sources of ergoline alkaloids within the genus
Ipomoea.” Biochemical systematics and ecology 21.4 (1993).
2)Eich, Eckart. Solanaceae and Convolvulaceae: Secondary metabolites: Biosynthesis, chemotaxonomy, biological and economic significance (a handbook). Springer Science & Business Media, 2008.
3)Schultes, Richard Evans, and Albert Hofmann. “Plants of the gods: their sacred, healing, and hallucinogenic powers.” (1992).
4)Isbell, Harris, and C. W. Gorodetzky. “Effect of alkaloids of ololiuqui in man.” Psychopharmacologia 8.5 (1965).
5)Shulgin, A., and A. Shulgin. “26 LSD-25.” TiHKAL: A Continuation (1997).
6)Ferrari, Giorgio. “Method for the extraction of lysergol and ergot alkaloids from plants of the ipomoea genus.” U.S. Patent No. 3,920,663. 18 Nov. 1975.
7)Samorini, Giorgio. “The oldest archeological data evidencing the relationship of Homo sapiens with psychoactive plants: A worldwide overview.” Journal of Psychedelic Studies 3.2 (2019).
8)Shulgin, A. T. “Psychotomimetic agents in Psychopharmacological Agents, Vol. 4 (M. Gordon, ed.).” (1976). 9)Friedhoff, Arnold J., and Leo E. Hollister. “Comparison of the metabolism of 3, 4-dimethoxyphenylethylamine and mescaline in humans.” Biochemical pharmacology 15.3 (1966).
10)Vojtĕchovský, Miloš, and D. Krus. “Psychotropic effect of mescaline-like drugs.” Activitas nervosa
superior 9.4 (1967).

11)Romanoski, Vanessa Silva, and Rauldenis Almeida Fonseca Santos. “Cytotoxic and Antioxidant Activity of Mimosa verrucosa Benth.” Orbital: The Electronic Journal of Chemistry 9.2 (2017).
12)Tosun, Fatma, Mekin Tanker, and Ali Tosun. “Alkaloids of Tribulus terrestris L. growing in Turkey.” Fabad J. Pharm. Sci 19 (1994).
13)Tsujikawa, K., et al. “In vitro stability and metabolism of salvinorin A in rat plasma.” Xenobiotica 39.5 (2009). 14)Wang, Chunmei, et al. “Brain damages in ketamine addicts as revealed by magnetic resonance
imaging.” Frontiers in neuroanatomy 7 (2013).
15)Stintzing, Florian, and Willibald Schliemann. “Pigments of fly agaric (Amanita muscaria).” Zeitschrift für Naturforschung C 62.11-12 (2007).
16)Marton, Soledad, et al. “Ibogaine administration modifies GDNF and BDNF expression in brain regions involved in mesocorticolimbic and nigral dopaminergic circuits.” Frontiers in pharmacology 10 (2019). 17)Helsley, Scott, et al. “Behavioral and biochemical evidence for a nonessential 5-HT2A component of the ibogaine-induced discriminative stimulus.” Pharmacology Biochemistry and Behavior 59.2 (1998).