Matteo Guarnaccia (1954-2022): dalla psichedelia con amore

Questa notte l’amore della mia vita, Matteo, è andato “Across the Universe”, regalando a tutti noi una meraviglia di luce, di immagini, di bontà e di condivisione. Ha disegnato, dipinto tantissime immagini e scritto tanti libri, sempre con leggerezza, intensità e ironia, è stato un docente molto amato.
Chi vi ha scritto è sua moglie, Tiziana.

Questo l’annuncio apparso ieri sulla pagina Facebook di Matteo Guarnaccia per annunciarne il decesso, a cui stanno facendo seguito commenti variegati e numerosi. È stato uno dei pionieri della scena underground nostrana, intento soprattutto a realizzare disegni, tavole e fumetti che abbracciavano la vena più gioiosa, pacifica e psichedelica del ’68 cosmopolita, per poi dare variamente linfa all’ondata alternativa dei primi ’70.

Integrando via via l’interesse in campi disparati quali musica, design e moda, per oltre mezzo secolo Matteo si è rivelato artefice di una copiosa produzione artistica fino ai nostri giorni, dalle copertine di dischi, CD, libri a originalissimi fumetti su fanzine e opuscoli, dalle mostre personali ai fashion shows  – inclusa un’eclettica serie di di libri e libricini di diverso taglio, anche sull’universo psichedelico.

Il grande libro della psichedeliaFra questi, da segnalare Arte psichedelica e controcultura in Italia 1968-1988: la prima storia del movimento alternativo nostrano, alla cui stesura parteciparono decine di artisti, attivisti e psiconauti locali (soprattutto dell’area milanese, sua patria).

«Il libro, molto curato come nella tradizione di Stampa Alternativa, era accompagnato da un set di luciccanti cartoline», come scrive lo stesso Matteo in un intervento incluso in 50 anni di storia italiana al contrario, una imperdibile antologia-pdf di fresca pubblicazione.

A inizio 1996 era anche uscito, presso Nautilus, un intrigante e corposo Almanacco Psichedelico, dal sottotitolo più che significativo: Storie, miti e leggende di un movimento che ha saltabeccato oltre le porte della percezione.

Più recentemente, aveva curato Il grande libro della psichedelia (Hoepli, 2017). Un viaggio letterario e visivo di ampio raggio che mette a fuoco l’eredità che la rivoluzione estetica ed esistenziale innescata dall’utilizzo “mistico-creativo” delle sostanze psichedeliche, con tutti i vari annessi e connessi, ha poi avuto sulla cultura occidentale contemporanea. È stato uno dei primi testi che apriva le porte anche in Italia alla nascente ondata del cosidetto “rinascimento psichedelico“.

Una produzione editoriale – e una vita – eclettica e stimolante, la sua. Sempre condite con una buona dose di leggerezza, ironia e creatività. Grazie di tutto, Matteo: ci mancherai.