Support! Don’t Punish 2020

Support Don't Punish (26/6/2020)Support! Don’t Punish è una campagna globale che chiede politiche sulle droghe a tutela della salute pubblica e dei diritti umani. La campagna mira a promuovere la riforma delle politiche sulle droghe, aiutare a eliminare lo stigma nei confronti delle persone che usano sostanze e a modificare le normative che impediscono l’accesso agli interventi di riduzione del danno.

Fra i sostenitori economici dell’iniziativa troviamo l’International Drug Policy Consortium (IDPC), rete globale di 114 ONG e reti professionali specializzate nelle questioni relative alla produzione e all’uso di droghe illecite, la Open Society Foundations e il Robert Carr Fund, sostenuto a sua volta dalla Bill e Melinda Gate Foundation.

Venerdì 26 giugno è la giornata mondiale di mobilitazione a sostegno della campagna #Support!DontPunish che coinvolge 90 Paesi con manifestazioni programmate in oltre 165 località. Previsto un livestreaming gratuito per l’intera giornata: quello italiano si può seguire sulla pagina Facebook di ItaNPUD. Fra gli altri, interverrà Alessandro Novazio, fondatore e attuale coordinatore di Psy*Co*Re, alle ore 11, seguito da Carolina Camurati della Società Psichedelica Italiana, presentando il nostro progetto e affrontando il tema della “cognitive liberty”, cioè il rapporto tra ricerca, proibizionismo e salute. Eccone una breve sintesi:

Il concetto di cognitive liberty/freedom, che proprio il Covid ha messo in drammatica visibilità, di fatto rende addirittura obsoleto il concetto di proibizionismo. Questo vale soprattutto per le sostanze cosidette psichedeliche, e in particolare per quelle oggetto di ricerca medica. La citazione viene da un congresso della Sissc sulle “medicine proibite” e sull’ipotesi etica collegata: “se ho una medicina proibita ma che salva una vita, la uso anche andando incontro a sanzioni legali oppure no?”. Ciò si richiama al principio della libertà di ricerca e al concetto di salute come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che implicitamente suggerisce soluzioni antiproibizionistiche. In ogni caso “non possono esserci cittadini di serie A e di serie B”, e quindi l’approcio “supportare e non punire” è sempre e comunque preferibile a qualsiasi altro.