Etnobotanica 10: Akuamma, un seme oppioide

Akuamma La Picralima nitida è stata descritta per la prima volta nel 1985 dal botanico austriaco Otto Staptf come Tabernaemontana nitida. Un anno dopo il francese Luis Pierre l’ha inserita in Picralima, un nuovo genere creato basandosi sul sinonimo già in uso, P. klaineana.
Il nome Picralima deriva dal greco πικρός, che significa amaro, probabile riferimento all’amarezza dei semi della pianta.
Questo genere includeva un tempo anche Hunteria umbellata e Simii, ma ad oggi è monospecifico [1].

ETNOBOTANICA
Akuamma Nella medicina popolare dell’Africa Occidentale la Picralima nitida viene impiegata nel trattamento di febbre, infezioni, malaria, diabete e dolore [2].
In Cameroon e Guinea il decotto a base di frutto e corteccia della pianta viene consumato contro la tosse o la febbre tifoide. Le genti della tribù dei Fang li masticano per sopprimere la fame durante le lunghe camminate nella foresta [3].
Nella medicina popolare congolese il decotto di corteccia d’akuamma si beve come purgante e rimedio per l’ernia, mischiato ad altre piante viene impiegato contro la gonorrea.
Nella zona più occidentale della Nigeria il frutto viene indicato nel trattamento dell’asma [4].
In Costa d’Avorio i semi impastati con l’acqua vegono assunti in caso di pressione arteriosa alta [5].

 

FITOCOMPLESSO
alcaloidi: akuammina, pseudoakuammina, akuammidina, akuammicina, akuammigina, pseudoakuammigina, akuammilina, akuammenina, picrafillina, picracina, picralina, picralicina, picratidina, picranitina, burnamina, pericallina e pericina.
polifenoli: derivati cumestanici;
terpenoidi: sabinene, terpinenolo, α-selinene, β-cariofillene, β-selinene, α-terpineolo, α-pinene, cimene, eudesmolo, β-cuvebene, β-pinene e α-umulene;
steroli;
flavonoidi;
saponine;
tannini.

Il seme è la parte della pianta più potente e può raggiungere oltre il 5% di alcaloidi del peso secco [6].

FARMACOLOGIA
Oppioide, analgesico, sedativo, ansiolitico
Diversi alcaloidi presenti nei semi di Picralima nitida sono dotati di marcate proprietà oppioidi: l’akuammidina è un agoninista preferenziale dei recettori μ-oppioidi (Ki = 0.6 μM), ma è attiva anche sui δ- (Ki = 2.4 μM) e κ-oppioidi (Ki = 8.6 μM).
Anche l’akuammina è particolarmente selettiva per gli μ-oppioidi (Ki = 0.5 μM).
Akuammicina ed akuammilina invece sono potenti agonisti dei recettori κ-oppioidi (Ki = 0.2 μM e 0.40 µM rispettivamente) [7].
La pseudoakuammigina è un agonista dei recettori μ-oppioidi (ki = 1.0 µM). Ha mostrato effetti analgesici di circa 3,5 volte inferiori alla morfina nei modelli in vivo che potrebbero implicare anche il blocco dell’azione delle sostanze pronocicettive e iperalgesiche endogene. I ricercatori hanno inoltre notato un’azione depressiva drammatica ma transitoria sul CNS delle cavie [8].
La pericina ha dimostrato un profilo analgesico superiore alla codeina, tramite test in-vitro ed in-vivo si è visto che agisse come agonista oppioide.
La pericallina, un altro alcaloide, ha dimostrato una potenza pari a circa a 1/3 della pericina [9].

Un estratto acquoso a base di semi di akuamma ha dimostrato significativi effetti sedativi, ansiolitici ed antiossidanti nei modelli animali [10].
Un estratto alcolico ha espresso significative proprietà depressive, analgesiche ed antitussive, oltre ad un alto profilo di sicurezza [11].

Anestetico, stimolante
L’akuammidina ha mostrato un attività ipertensiva comparabile alla yohimbina e un effetto anestetico tre volte più potente della cocaina.

L’akuammina ha accentuato la vasocostrizione indotta dall’adrenalina nelle cavie, incrementando anche la pressione ed inibendo la peristalsi. Localmente ha la stessa potenza anestetica della cocaina [12].

Dopaminergico
Akuammina, pseudoakuammigina, akuammicina, akuammilina e picralina hanno inibito il legame dell’antagonista [3H]-SCH-23390 col recettore D5 della dopamina [13].
Una frazione estratta dal decotto africano a base di Alstonia boonei e Picralima nitida approvato come antimalarico in Nigeria e registrato col nome di MAMA Powder ha incrementato il grooming (pulizia del mantello) dei topi alla dose di 25 mg/kg. Secondo i ricercatori ciò potrebbe essere dovuto all’inibizione dell’attività dopaminergica [14].

Serotoninergico, istaminergico
Gli alcaloidi dei semi di akuamma hanno mostrato una lieve attività sui recettori serotoninergici ed istaminergici H3 [13].
Una mistura composta da 4 amidi della seratonina è stata isolata dall’estratto cloroformico [15].

Muscarinergico, ipotensivo
Un estratto acquoso ha indotto nei conigli un effetto ipotensivo dose dipendente mitigato dall’azione dell’atropina, i ricercatori ipotizzano possa contenere sostanze colinomimetiche di tipo muscarinico [16].

Anticonvulsivante
Un estratto fatto con la corteccia del legname di Picralima nitida ha ridotto le convulsioni indotte nei topi con la stricnina con un efficacia simile al diazepam [17].

Anabolico, estrogenico
Un estratto etanolico di semi di akuamma ha mostrato effetti estrogenici ed androgenici agendo come agonista parziale del testosterone [18].

Dimagrante, ipolipidico, ipoglicemico, immunosoppressivo
Un estratto acquoso di Picralima nitida ha alleviato dislipidemia ed iperglicemia nel modello animale da dieta ad alto contenuto di grassi e fruttosio, riducendo anche incremento ponderale, BMI, insulino resistenza, glucosio sanguigno ed insulina [19].
Un estratto metanolico a base di fogliame alla dose di 300mg/kg ha ridotto la glicemia delle cavie del 38.48% [20]. E’ in grado di inibire l’α-amylasi in maniera non competitiva e l’α-glucosidase in modo competitivo [21].
Altri studi hanno confermato le proprietà ipoglicemiche di semi e frutti [22].
Questa specie si è dimostrata superiore a Nauclea latifolia e Oxytenanthera abyssinica come agente naturale antidiabetico ed immunosoppressivo [23].

L’akuammicina stimola la ricaptazione del glucosio negli adipociti differenziati 3T3-L1 in maniera concentrazione dipendente e senza mostrare citotossicità, il meccanismo farmacologico non è ancora stato chiarito [15].

Antipiretico, antinfiammatorio, antitussivo, espettorante
Nel modello animale da piressia indotta da lipopolisaccaridi (LPS) la somministrazione intraperitoneale di un estratto metanolico a base di frutto di akuamma si è dimostrata più efficace dell’aspirina (38.7% contro 29.0%) nel controllo della condizione. Inoltre ha ridotto l’edema alle zampe dei ratti indotto dalla carragenina [24]. Anche la pseudoakuammigina isolata ha mostrato simili effetti antiflogistici [25].
Un estratto acquoso a base di una mistura di foglie e semi ha indotto significativi effetti antinfiammatori ed antidoloriferi nei ratti [26].
L’estratto alcolico dei semi agisce stabilizzando le cellule mastocitarie e sopprimendo la produzione di muco nelle vie aeree, oltre a ridurre lo stress ossidativo [27].

Antitumorale
Un estratto a base di corteccia di radice di Picralima nitida si è dimostrato attivo nei confronti delle cellule del cancro al seno MCF-7 attraverso un meccanismo non ben definito che comprende la riduzione della sovraespressione della proteina β1-integrina [28].
In un altra ricerca un estratto etanolico di semi ha inibito la proliferazione delle cellule T umane attivate dall’antigene CD3 in maniera concentrazione dipendente [29].

Adrenergico, uterotonico
Un estratto idroalcolico fatto col frutto di akuamma ha indotto una contrazione miometriale dose dipendente alla concentrazione di 0.035-0.28 mg/ml, paradossalmente sopra questo range l’effetto ha rilassato la muscolatura uterina delle cavie animali. Gli effetti sembrano mediati dalla modulazione del recettore  β-adrenergico [30]. L’akuammina si ipotizza possa agire come antagonista..

Gastroprotettivo, antisecretorio
Estratti metanolici e cloroformici di semi di Picralima nitida hanno ridotto il tempo di svuotamento gastrico e previsto oltre il 50% delle ulcere gastriche nel modello animale da aspirina-ligazione del piloro. Anche l’acidità gastrica è risultata inferiore ai controlli [31].

Antiossidante, epatoprotettivo, nefroprotettivo
Estratti metanolici di akuamma hanno stimolato i livelli di catalasi (CAT) e glutatione (GSH) dei ratti alleviando moderatamente la steatosi indotta dal tetracloruro di carbonio [32].
Un estratto etanolico ha protetto la funzionalità epatica e renale nel modello animale della malaria [33].

Antivirale
Le notevoli proprietà antimalariche della Picralima nitida hanno spinto un gruppo di ricerca a suggerire eventuali investigazioni farmacologiche per la ricerca di fitocomposti attivi nei confronti del COVID-19 [34].
In alcuni studi preliminari ha mostrato un certo effetto antivirale [35]

Antibatterico, antimicotico, antidiarroico
Un estratto metanolico fatto con le bucce dei semi di akuamma si è dimostrato attivo nei confronti di 10 ceppi batterici patogeni dell’intestino (Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Shigella dysenteriae, Proteus vulgaris, Enterobacter cloacae, Streptococcus feacalis, Pseudomonas aeruginosa, Proteus mirabilis, Salmonella typhi, Bacillus cereus) e un lievito (Candida albicans) implicato nella diarrea bacillare. Inoltre dopo 3 giorni di trattamento ha ridotto efficacemente densità, frequenza e massa fecale dei ratti affetti dalla diarrea indotta da Shigella dysenteriae di tipo 1 [36].
Un estratto alcolico di semi si è dimostrato attivo su Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumonia, Escherichia coli, Klebsiella pneumonia e Salmonella typhi [27].
6 derivati cumestanici isolati dalle radici hanno mostrato effetti antimicrobici su Escherichia coli, Staphylococcus aureus e Proteus vulgaris [37].

Antimalarico
Estratti di seme, buccia del frutto e corteccia sono dotati di una marcata attività inibitoria sui cloni di Plasmodium falciparum farmaco-resistenti alla dose di 1.23 – 32 µg/mL [38]. Risultati analoghi sono stati ottenuti con un estratto metanolico di frutto [24] e uno di radice [39]. I semi hanno mostrato un effetto chemosoppressivo dose-dipendente suo ceppi clorochina resistenti [40] e sensibili [41].
Allo stesso modo l’akuammina isolata è risultata attiva su entrambi i tipi [42].

Antiprotozoico
Akuamma Un estratto acquoso di corteccia di akuamma ha indotto un effetto tripanocida alla dose di 8 mg/kg comparabile a quello del diminazene aceturato [43].
Un estratto cloroformico di seme ha espresso un’attività significativa contro Leishmania donovani alla concentrazione di 50 µg/mL [44].

Pesticida
Estratti metanolici ed acquosi a base di foglie e semi di Picralima nitida hanno un effetto larvicida concentrazione e tempo-dipendente sul terzo e quarto stadio precoce della zanzara Anopheles gambiae [45].

TOSSICITA’
La massima dose terapeutica tollerata di decotto di akuamma è stimata sui 3000 mg/kg, considerando che la dose tradizione è circa 95mg/kg si può attribuire alla pianta un alto profilo di sicurezza [46]. Anche gli estratti metanolici, generalmente molto più pericolosi, sono risultati privi di tossicità significativa fino a 1000mg/kg sulle cavie [32].
Dal punto di vista cronico non ha mostrato effetti deleteri su sangue, fegato e reni somministrata giornalmente fino ad una settimana [22].
Il farmaco nigeriano a base di Alstonia boonei e Picralima nitida registrato col nome di MAMA Powder non ha mostrato nessuna tossicità nei topi fino a 30 giorni [14].

FONTI

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