Etnobotanica 4: Stramonio e altre Daturae

Datura Datura e Brugmansia sono piante che hanno popolato l’immaginario collettivo sin dall’età del bronzo. Compatibilmente con l’alta capacità di adattamento a diverse condizioni ambientali che ha permesso alle specie di spostarsi attraverso il globo, ritroviamo tracce del loro impiego medicinale e rituale in tutto il mondo.

Nel corso del tempo, anche per via della loro tossicità e per gli effetti delirogeni indotti dagli alti dosaggi, l’uso medicinale è stato completamente abbandonato. Tuttavia le potenzialità farmacologiche di queste specie, ormai coltivate come ornamentali, rimangono straordinarie.

BOTANICA
La tribù delle Daturae appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è carattarizzata dagli appariscenti fiori a tromba. Queste piante sviluppano alti livelli di alcaloidi tropanici come metaboliti secondari che sono stati utilizzati per le classificazioni tassonomiche.

La divisione dei due generi Datura e Brugmansia è molto controversa, alcuni autori consideravano la seconda come una sezione del genere Datura. Anche l’identità delle sezioni Stramonium, Dutra e Ceratocaula in base alla posizione e dalla deiscenza del frutto non è accettata allo stesso modo dai vari autori.

Già nel 1999 Mace aveva proposto Datura ceratocaula l’anello di connessione primitivo tra i due generi, confermando la presenza delle 3 sezioni oltre a spostare la discolor in mezzo tra Dutra e Stramonium [1].

In un altro studio le Daturae sono state divise in due gruppi in base alla concentrazione di composti 3,6-disostituiti: il primo con Brugmansia e Datura metel, il secondo con il resto delle specie aventi un livello inferiore di questi composti. Data l’unicità del profilo chimico della ceratocaula rispetto al resto, gli autori hanno negato la possibilità che legasse Brugmansia e Datura [2].

Analisi filogenetiche recenti hanno confermato la monofilia della tribù Daturae e la distinzione dei due generi Datura e Brugmansia. La ricerca ha rilevato la presenza di due diverse linee genetiche: quella della Datura ceratocaula che corrisponde alla sezione monospecifica Ceratocaulis e un altra da cui si sono sviluppate il resto delle specie del genere.

Data la polifilia della sezione Dutra gli autori hanno proposto la divisione in due sole sezioni: Datura con le specie arenicola, discolor, ferox, quercifolia, kymatocarpa, leichhardtii e stramonium; Dutra con inoxia, lanosa, metel, reburra e wrighttii.
Le due sezioni sono chiaramente distinguibili dal margine del seme [3].

STORIA ED ARCHELOGIA
L’origine del termine neo-latino stramonium non si conosce bene: secondo alcuni autori deriva dal nome della pianta in greco antico, in latino si traduce con la perifrasi “mandato a morire.
Nel XVI secolo a Venezia con stramonia si ci riferiva alla Datura metel, lo stramonio infatti si è diffuso in un secondo momento e il nome è stato trasferito da una specie all’altra. Datura deriva invece dall’indù dhatur, proveniente a sua volta dal sanscrito dhustura, nome impiegato in India per identificare la Datura fastuosa e metel.

La vecchia ipotesi sulla presenza esclusiva del genere Datura nel Nuovo continente prima del viaggio di Colombo è stata smentita dai reperti ritrovati in Europa, secondo Samorini i dati in Europa sarebbero più antichi e suggerirebbero che lo stramonio sia una pianta autoctona europea oltre che americana [4]. Tuttavia studi filogenetici sembrano smentire questa teoria localizzando il centro di dispersione originale in Messico e sudest degli USA [5].

Alcuni autori per conciliare le evidenze contrastanti hanno elaborato una tesi secondo cui alcune Datura si sarebbero diffuse dall’America all’Europa in tempi precolombiani come è successo per la patata dolce in Polinesia [6].

Europa
Dei fossili di stramonio risalenti alla seconda metà del 4000 a.C. sono stati ritrovati nel sito di Novoselovka-III in Ucraina [7] e fra i reperti della cultura di Cucuteni-Trypillian in Moldavia [8]. Dei semi di stramonio sono stati rinvenuti in una fossa coperta da una lastra dentro un recipiente di terracotta nel sito di Prats dell’età del Bronzo in Andorra [9]. Altri resti sono stati individuati in Ungheria nel sito archeologico di Prets in Andalusia [10].

Nella letteratura araba cha va dal IX al XIV secolo d.C è ricorrente una specie di Datura non ben identificata chiamata gawz mathil che era conosciuta nella zona che va dall’Asia Centrale alla Penisola Iberica [6].

America del Nord e Centrale
Nell’America del Nord le testimonianze più antiche sono rappresentate dalle conchiglie datate 1400-1000 a.C ritrovate in alcuni siti precolombiani in Messico occidentale su cui sono state identificate tracce di atropina [11].

In alcuni pezzi si notano delle incisioni che sembrano rifarsi alla struttura di un bruco di Manduca sexta, in più Nel Nuovo Messico sono state trovate raffugurazioni di una figura umanoide dalle fattezze simili ad una Manduca [12]. Questi dati hanno spinto Giorgo Samorini e altri studiosi a ipotizzare che le popolazioni preistoriche avessero osservato le sfingi succhiare il polline dalle Datura, eventualmente apprendendone a loro volta l’uso.

È stato anche suggerito che i caratteristici contenitori spinosi preistorici ritrovati in Nord America e Messico siano connessi alla forma dei frutti della pianta e dimostrino che venisse impiegata o almeno conosciuta dalle popolazioni primitive [13]. Secondo alcuni autori il consumo della Datura avrebbe influenzato lo stile dell’arte rupestre di Santa Barbara le cui illustrazioni somigliano vagamente alle alterazioni visive tipiche del delirio anticolinergico [14].
Le pitture primitive del fiume Pecos in Texas sembrano ritrarre i baccelli spinosi caratteristici di questo genere [15].

Sicura è invece la presenza di figure umanoidi con fattezze della pianta nello stile Palayu del’altopiano del Colorado [16]. Recentemente è stato anche proposto che il frutto spinoso del murale di Teotihuacan in Messico sia una specie di Datura [17].

Nonostante queste premesse le evidenze archeologiche più solide risalgono però al 1000 d.C.. Dei semi di stramonio e del legname di Juniperus virginiana sono stati scoperti nel cantiere della BBB Motor in Illinois (Usa), il contesto lascia ipotizzare un possibile uso rituale [18]. Del polline di Datura è stato rilevato nei siti della regione di Cajon Mesa datato 900-1000 d.C [19], resti carbonizzati della pianta sono stati localizzati vicino alle rive del Mississipi [20].

Sud America
Anche in Sud America la documentazione è relativamente recente se si escludono i semi di stramonio scoperti nel sito Inca a Shincal tra gli ingredienti per la preparazione della chica [21]. Il resto dei reperti risalgono all’anno 1000 d.C. circa: dei residui di Datura stramonium sono stati ritrovate in alcune pipe della popolazione Llolleo che abitava il Cile prima della conquista spagnola, trattandosi di piccole tracce non è detto che venisse fumata in quegli oggetti [22]. Nel sito di El Mercurio sono stati scoperti dei semi di Datura stramonium all’interno del corredo funerario di alcuni bambini [23].

ceramiche NazcaLe decorazioni sulle ceramiche Nazca, un antica popolazione estinta che abitava la costa meridionale del Perù dal 100 all’800 d.C., sono state collegate alla Datura [24].

ETNOBOTANICA
Antica Grecia, Egitto Mesopotamia
I trattati scritti da Senofonte e Dioscoride menzionano lo stramonio: la pianta era ampiamente usata sia in Mesopotamia che nell’Antica Grecia.

Secondo alcuni autori potrebbe essere l’ingrediente della famosa pozione di Circe usata contro Omero ed il suo equipaggio nell’Odissea, altri ipotizzano sia stata impiegata dall’oracolo di Delfi per entrare nello stato di trance.

Si ipotizza che lo stramonio potesse essere il dorycnion della lettaratura latina e greca, una pianta velenosa [25].
Alcuni autori lo identificavano anche con lo strýchnon manikón menzionato da Teofrasto, ma quest’ipotesi è sempre meno accreditata.

Lo stramonio si conosceva anche nell’antico Egitto, i Nubiani la impiegavano contro il dolore al petto.
Era comune anche nell’antica Mesopotamia: i sacerdoti Assiri, Babilonesi e Sumeri la usavano a scopo medicinale e come allucinogeno rituale [26].

Incas e popolazioni precolombiane
Le evidenze archeologiche suggeriscono che la Datura venisse impiegata dagli Incas in combinazione con altre piante come il tabacco, la coca o i cactus mescalinici per ottenere una sorta di anestesia totale o parziale prima delle operazioni chirurgiche [27].I semi sono anche stati usati In Perù nelle procedure di trapanazione cranica, le evidenze archeologiche suggeriscono che la percentuale di letalità di queste terapie era solo del 17-25% mentre nel periodo della guerra civile americana arrivava al 46-56% [28].

Tra i Maya lo stramonio veniva chiamato tolohuaxihuit, le foglie si fumavano mischiate al tabacco.
Nello stato messicano di Hidalgo è stata scoperta una rappresentazione di figure umanoidi in posizione reclinata con la pianta che spunta dalla pancia, i ricercatori ipotizzano che venisse impiegata nei sacrifici umani ed altri simili rituali [29].

Tra gli aztechi era noto come tlapatl e veniva impiegato nelle pratiche di divinazione e nella magia nera per rendere folli gli avversari. A scopo medicinale usavano lo stramonio esternamente come unguento antipiretico, analgesico ed antigotta, internamente come anestetico, sonnifero e sedativo [30].
Amministravano un decotto di foglie localmente o per via rettale come antipiretico, con i frutti e le foglie trattavano il dolore toracico [31].

Nativi americani
Gli Algonquini della Virginia impiegavano la Datura nel rito di passaggio necessario per entrare nei ranghi più alti della società: ogni 14-16 anni selezionavano i giovani più forti e li portavano nel bosco dove li chiudevano in delle gabbie o recinzioni. Quindi davano agli iniziati solo la pianta da mangiare e li lasciavano delirare per una ventina di giorni fino a dimenticarsi completamente di tutta la vita precedente.
Una volta raggiunto il dosaggio necessario la quantità veniva progressivamente scalata fino a che l’effetto non finiva. Prima che si esaurisse, i giovani venivano riportati nel villaggio: se manifestavano segni del ricordo della vissuto, ripetevano il rituale risultano spesso nella morte dell’iniziato [32].

Le tribù californiane identificano la Datura con lo spirito di un grande sciamano a cui si rivolgono per avere delle visioni ed incontrare il loro spirito guida animale. I Luiseño e Jauneño impiegavano la pianta da sempre in tutti i rituali pubblici, consistenti principalmente in cerimonie funebri e di iniziazione puberale. In queste ultime polverizzano le radici secche della Datura in un mortaio rituale e mettono a mollo la polvere risultante in acqua calda.

Gli iniziati si inginocchiano di fronte al maestro cerimoniale che fa bere la bevanda delirogena finchè ritiene di aver raggiunto la dose necessaria, quindi spinge indietro la testa del giovane e passa ad un altro.
Una volta consumata vengono portati in un luogo appartato dove gli anziani veglieranno sul loro riposo [33].

Le tribù orientali di Cherokee fumano le foglie per trattare l’asma, i semi vengono consumati in piccole dosi dai sacerdoti per potenziare le loro abilità psichiche o come analgesici. Col fogliame fresco fanno una poltiglia da applicare su infiammazioni e disturbi epidermici.

Le tribù occidentali mettono a mollo il fogliame in acqua fresca e ne fanno una pasta per trattare ferite e lesioni aperte [34]. In alcune cerimonie Navajo l’uomo di medicina consuma lo stramonio a scopo divinatorio sotto la supervisione di un musicante, haatali, per ripristinare l’equilibrio di un paziente.

Popolazioni amazzoniche e messicane
Gli sciamani delle Ande peruviane settentrionali usano da sempre Datura e Brugmansia per i rituali di divinazione e guarigione, consumandola da sola o insieme al Trichocereus pachanoi.
Prima di un esperienza visionaria con la Datura si sottopongono ad una particolare dieta ed si astengono dalle attività sessuali.

In alcuni rituali d’iniziazione, riservati a pochi elementi scelti dagli sciamani per le loro doti psicofisiche, si beve il succo fresco della pianta. Le varie specie vengono assunte anche sotto forma di estratto acquoso, alcolico, vino infuso, snuff o assorbite esternamente sulla fronte e la nuca.

I nativi tengono a disposizione un antidoto a base di mais bianco, zucchero raffinato, acqua di fonte, succo di lime, miele selvatico, petali di rose e garofani selvatici che avrebbe delle proprietà “fredde” opposte a quelle “calde” della Datura. Il miscuglio viene consumato per interrompere gli effetti visionari della pianta prima dell’alba (i nativi credono che la luce solare sia molto pericolosa per chi è sotto effetto di allucinogeni), viene anche spruzzato su mani, plesso solare e mento dell’intossicato.

Per scopi medicinali applicano le foglie fresche localmente sulle zone afflitte generalmente come antinfiammatorio ed antireumatico, non viene somministrata internamente ai pazienti se non in rare occasioni con un preciso dosaggio [35].

In Cile viene impiegata anche per il trattamento di malattie mentali, pertosse e sintomi asmatici, in Argentina i semi si impiegano per calmare gli attacchi psicotici e i deliri dei folli [36].
Ancora oggi presso gli Zuni del Nuovo Messico si usa come anestetico per piccole operazioni chirurgiche, in Messico il decotto viene consumato prima del parto per alleviarne i dolori.

In Ecuador gli Jivaros ed altre tribù occidentali amazzoniche impiegano lo stramonio come misura correttiva per i bambini discoli [37]. Anche i Mapuche in Cile ed Argentina drogano con lo stramonio i bambini irruenti per punirli. Mischiano i semi macinati con farina tostata o altri alimenti per nasconderne il sapore [38].

Tra queste popolazioni è stato anche riportato l’impiego come test predittivo delle loro future capacità, osservano infatti le attività del fanciullo durante l’intossicazione e in base a questo lo identificano come futuro guarriero, ladro, cacciatore, etc. [39].

In Panama e Colombia si dava lo stramonio ai bambini al fine di trovare i giacimenti d’oro, pensavano di localizzare il filone in base a dove il fanciullo cadeva addormentato.

Si pensava che Kieri Tewiari, il dio della pioggia e della stregoneria degli Huicol del Messico, simboleggiasse una Datura. Tuttavia la descrizione del mito che parla di un albero con 5 rami fa pensare che la specie in questione sia una qualche Solandra, un altra solanacea ricca di alcaloidi tropanici diffusa nella zona [40].

Gli Opata e i Seri impiegavano la pianta in alcuni misteriosi rituali, i secondi applicavano le foglie fresche localmente per i problemi alla milza. I Nahua la considerano un dono del dio della pioggia Tllaloc efficace nel trattamento della gotta e di molti altri disturbi [41].

Ancora oggi le “streghe” messicane vendono pozioni d’amore fatte con lo stramonio nei mercati locali. In Cile semi macinati venivano anche mischiati all’acqua o al vino dei prigionieri Arucani condannati alla tortura per anestetizzarli, stordirli ed alle volte ucciderli [42].

Haiti e Caraibi
Lo stramonio è noto ad Haiti come “cocomero dello zombie”, il famoso etnobotanologo Wade Davis ha ipotizzato che fosse impiegato dagli stregoni vodoo per drogare le vittime e mantenerle in uno stato di trance come degli zombie [43].

Nell’isola di Maria-Galante si fumano le foglie come rimedio per i disturbi asmatici, veniva anche impiegato come allucinogeno rituale.

Africa
La Datura viene consumata in Africa ancora oggi dagli Huasa nel corso di riti pre-matrimoniali. In Nigeria semi vengono amalgamati nell’olio di palma ed impiegati esternamente contro morsi e punture di insetto [44].

Alcune tribù del Niger impiegano la Datura nei rituali segreti di possessione, nella valle di Maradi sono riservati solo alle donne ed hanno una funzione principalmente curativa come ultima risorsa in caso di fallimento della altre terapie. Preparano una bevanda cerimoniale, l’alkangaudé, fatta con 99 radici tra cui la Datura; la dose di quest’ultima è tenuta volutamente entro certi limiti e non induce effetti deliranti negli adepti.

A Birnin Konni il culto è misto e si tengono anche celebrazioni più profane come quelle delle prostitute nelle città dove si fa largo consumo di Datura, alcolici e noce di cola e le finalità sono per lo più edonistiche. Alle volte le bambine simulano il rituale di possessione di Bori ingerendo la pianta, questo permette l’accesso alle cariche cerimoniali più importanti.

Gli Etiopi credono che i semi dello stramonio messi sotto il cuscino costringano a parlare i dormienti, in Eritrea si usano per preparare pozioni della verità da usare nelle diatribe giudiziarie per costringere i colpevoli a confessare. In Senegal presso i Toucouleur il decotto di foglie di Datura si somministra ancora oggi alle vittime di stregonerie e furti per identificare il responsabile.

Samorini e altri esperti ipotizzano che la droga impiegata durante l’impero abissino in Etiopia per la pratica del leba shay possa essere una Datura, probabilmente lo stramonio. Si faceva consumare una sostanza vegetale allucinogena ad un ragazzo di 10-15 anni per scoprire l’autore di un furto: vagando in preda al delirio incitato dal padrone, l’intossicato individuava il ladro per le strade oppure si accasciava in trance nella sua dimora.

Viene impiegata insieme ad un pezzo di carne per convocare i geni, degli spiriti che accordano dei favori in cambio di un pegno che può essere più o meno gravoso in base alla capacità di contrattazione dell’evocatore. Una piccola quantità di frutto acerbo essiccato di Datura viene infuso in una ciotola d’acqua bollente, questa pozione si beve per avere un effetto stimolante che permette di svolgere in un giorno il lavoro di una settimana oltre a potenziare le facoltà cognitive.

Tra i Wolof viene infatti impiegata per testare la capacità dei guerrieri d’elitè di comprendere le conoscenze trasmesse dal maestro. L’impiego criminale è comune in Magreb, Tanganika e gran parte dell’Africa, le principali vittime sono i turisti.

Nell’isola della Riunione ad est della costa del Madagascar lo stramonio viene utilizzato a scopo medicinale dai guaritori e dai giovani a scopo ludico. Nei primi del ‘900 una banda di criminali che addormentava le vittime con l’ausilio delle pianta si distinse nell’isola per alcuni delitti brutali a carattere rituale.

Fra gli Zulu gli uomini di medicina inalano la radici e il fogliame polverizzato di stramonio a scopo divinatorio. A Bulamongi in Uganda i semi di stramonio vengono aggiunti all’alcol per scoraggiarne l’abuso [45].

Asia e Medicina Tradizionale Cinese
Nella Medicina Tradizionale Cinese i fiori di stramonio vantano una lunga tradizione come anestetici, sedativi, sonniferi, per il trattamento di asma e bronchite cronica in dosi che vanno da 250 a 500mg. Le foglie fresche vengono applicate locamente per il trattamento di spasmi muscolari ed artrite reumatoide, coi semi fanno una pasta per stimolare la circolazione e lenire sintomatologie antalgiche.


Col decotto trattano problemi della pelle e malattie ai piedi. Viene anche fumata o inalata sotto forma di polvere per combattere sintomi asmatici e disturbi respiratori fino ad un dosaggio giornaliero massimo di 1,5g [46]. Con l’olio dei semi si produceva il sapone.

India e medicina ayurvedica
Nella letteratura araba ed indiana che va dal IX al XIV d.C. viene menzionata una Datura (probabilmente la stramonium, metel e/o ferox) col nome di gawz mathil, mela del folle.

In India i semi di stramonio sono stati usati per il trattamento di epilessia e disturbi cardiaci.
Gli antichi medici Hindu la classificavano come intossicante, emetico, digestivo, sedativo, analgesico ed antispasmodico. Utilizzavano le radici e la pianta intera contro lebbra, rabbia, Parkinson e malattie mentali. Il seme veniva lodato come antipiretico, antielmintico, espettorante e consumato contro epilessia, disturbi cardiaci ed ittero; localmente si applica ancora oggi per trattare vitiligine, emerroidi, ulcere e disturbi della pelle [47].

Le foglie e i semi dello stramonio sono anche stati impiegati come narcotico e veleno dai ladri, I Thugs devoti alla dea della distruzione Kali usavano i semi tritati mischiati all’acqua per derubare ed uccidere le vittime. I sadhu lo fumano ancora oggi insieme alla cannabis ed all’aconito nelle pipe tradizionali.

Medio Oriente
In Pakistan le donne scaldano dalle 5 alle 8 foglie di stramonio a fuoco basso e le attaccano strette ai seni cascanti per farli diventare tonici. Si consumano dai 2 ai 5 semi in una tazza di te verde per alleviare il mal di testa [48]. Il decotto fatto con la pianta intera è stato impiegato come antispastico nella medicina tradizionale iraniana [49].

Nepal
Nel Nepal occidentale le foglie di Datura vengono pestate nell’acqua insieme a quelle di Cannabis sativa e ai fusti di Neopicrorhiza scrofulariflora e la pasta risultante impiegata esternamente sul capo per lenire il mal di testa. I semi vengono triturati insieme al riso e consumati oralmente come digestivi.

Nel Nepal centrale le foglie fresche vengono scaldate ed applicate più volte per alleviare i dolori derivanti da slogature e traumi. Il succo fresco delle foglie viene assunto con il latte per espellere i parassiti [50].

Europa
Lo stramonio veniva largamente impiegato dai Taltos, i leader spirituali nell’antica Ungheria e Transilvania. In Russia i ladri usavano i semi tritati per ipnotizzare e causare amnesia nelle vittive.

In Spagna è stata introdotta dagli esploratori di ritorno dalle colonie come pianta ornamentale e medicinale. Nell’Europa medievale le streghe preparavano il famoso fliying ointment con oppio, cannabis, Datura, aconito ed altre piante tossiche per intraprendere viaggi astrali. Lo applicavano internamente nelle mucose (anale e vaginale) mediante una bacchetta: da qui è nato il mito delle streghe a cavallo di scope volanti.

Lo stramonio si usava nella prima medicina moderna per curare mania, ninfomania, epilessia, convulsioni, melanconia, reumatismi, delirium tremens, neuralgia e follia. Era ampiamente prescritto come analgesico ed antispasmodico. Fino alla fine degli anni ’90 le sigarette a base di fogliame note come asthmador erano vendute nelle farmacie europee per trattare i sintomi asmatici.

Regno Unito e colonie americane
Il famoso erborista John Gerard scrive che i semi furono introdotti da Costantinopoli nel Regno unito da Sir Edward Zouch di Woking al tempo della regina Elisabetta. Con la pianta si preparava un unguento facendo bollire il lardo con il succo di stramonio per trattare infiammazioni e bruciature. Il succo del frutto si applicava per prevenire la calvizie, quello dei fiori per il mal d’orecchio. Con le foglie facevano una poltiglia da usare esternamente contro i tumori della pelle [51].

Dei soldati inglesi mandati a sedare la ribellione dei coloni di Jamestown in Virginia nel 1676 raccolsero e consumarono abbondantemente lo stramonio in zuppa con altre verdure ignari della sua tossicità. L’intossicazione li rese folli per 11 giorni, i testimoni non notarono impulsi autolesionistici o violenti ma un ritorno ad uno stato innocente e naturale in cui era comune una certa componente ludica [52].

Italia
Intorno al IX secolo nei conventi in Sabina si impiegavano le cosiddette spugne soporifere fatte con infusi ed estratti di stramonio per anestetizzare i pazienti prima di un operazione chirurgica. I semi venivano ampiamente consumati come analgesici, sonniferi e sedativi.

Nella cultura popolare medievale si associava lo stramonio e le altre solanacee anticolinergiche al potere sessuale, infatti con queste piante si preparavano filtri e pozioni d’amore. Nel Grossetano e in Versilia si fumavano le foglie come rimedio per l’asma, nel Capannorese ed in Garfagnana si inalavano i fumi sprigionati dai semi e dalle foglie bruciata.

Nella medicina popolare siciliana con lo stramonio si preparavano unguenti per trattare artrite, reumatismi e dolori muscolari; veniva impiegato anche dai pescatori per avvelenare i fiumi. Durante il rinascimento i fiori di stramonio venivano mischiati dai criminali nei cibi per rendere inoffensive le vittime [53].

FARMACOLOGIA
Anticolinergico, allucinogeno
Atropina, scopolamina e derivati presenti in tutte le parti dello stramonio inibiscono competitivamente il legame dell’acetilcolina con i recettori muscarinici con conseguenti effetti su sistema nervoso centrale e periferico.

L’onset dei sintomi è dose-dipendente: i primi effetti sono bocca secca e leggero rilassamente muscolare; quindi progrediscono verso la sedazione marcata con importanti effetti anestetici, ipotermia, tachicardia, midriasi e perdita completa della coordinazione motoria. Gli alti dosaggi hanno effetti neurologici tra cui allucinazioni non distinguibili dalla realtà, perdita completa delle inibizioni, delirio, dissociazione e crisi psicotiche; l’overdose può essere letale per arresto cardiopolmonare. Può indurre il sonno e durare fino a 3 o più giorni, oltre ad avere forti proprietà amnesiche.

Per molto tempo si è creduto erroneamente che parte della tossicità venisse perduta con la somministrazione esterna mediante unguenti data la maggiore liposolubilità della scopolamina, tuttavia anche questa ROA è molto pericolosa per l’imprevedibilità degli effetti e la difficoltà nel calcolo della dose.

I casi di overdose sono molti per via dell’alta varianza che intercorre fra i profili degli alcaloidi specifici di ciascuna pianta, oltre che per la tolleranza personale e il rischio di tossicità cumulativa con l’uso cronico.

Analgesico, antinfiammatorio, miorilassante
Il famoso medico scozzese James Warburton Begbie riporta tra i suoi casi quello di una donna con lancinanti dolori e bruciori che aveva trovato più sollievo nel trattamento con l’estratto di stramonio rispetto al precedente con grandi dosaggi d’oppio e applicazione locale di ghiaccio. Dopo due settimane la terapia (1 dose ogni 3 ore) fu sospesa, non ci furono ricadute e la paziente recuperò pienamente le forze.

Un secondo caso, un ragazzo di 14 anni, che lamentava grave rigidità e dolori muscolari con evidente atteggiamento opistotono ed aveva tentato molti dei rimedi dell’epoca ottenendo soltanto un minimo sollievo temporaneo. L’estratto di stramonio somministrato 3 volte al giorno ridusse dolore, spasmi; dopo 3 settimane di terapia combinata con bagni caldi il paziente ritornò a camminare e dopo 8 si rimise completamente.
Un terzo caso riporta che una donna di 50 anni affetta da dolore diffuso che si irraggiava da sotto il ginocchio, dopo aver trovato sollievo temporaneo con alcuni rimedi minerali topici, riuscì a controllare definitivamente i sintomi con l’ausilio dello stramonio.

Altri casi documentano il successo della terapia nei confronti del dolore sciatico cronico grave, lombalgia e nevralgia del trigemino [54].

Estratti a base di stramonio hanno mostrato una significativa azione analgesica nei modelli animali di dolore acuto e cronico, i ricercatori ipotizzano che i composti antimuscarinici di cui la pianta è ricca interagiscano con il sistema oppioide [55]. L’estratto agisce per via centrale e periferica dimostrandosi altamente biodisponibile oralmente, modula i livelli dei mediatori dell’infiammazione tra cui prostaglandine, chinine, interleuchine, sostanza P e potassio.

In alcuni test ha indotto effetti molto simili a quelli della morfina (10-15mg/k i.p.).
Diversamente da quanto si possa credere la dose effettiva (200-800mg/kg orale) è ben lontana da quella letale (2300mg/kg), i ricercatori hanno proposto l’estratto di datura come potenziale analgesico naturale, efficace e sicuro [56].

Gli effetti antinocicettivi sono più marcati nei ratti femmina rispetto ai maschi e dipendono dalle fasi del ciclo astrale [57].

Antiadditivo, antidepressivo
Un estratto di semi di stramonio si è dimostrato più potente del metadone nel controllare la sindrome d’astinenza da oppiacei [58].

Una combinazione della Medicina Tradizionale Iraniana a base di semi di Datura stramonium (19.5%), radice di Rheum palmatum (34.8%), rizoma di Zingiber officinale (27.8%) e gomma di acacia Acacia arabica (17.4%) nota come Hab-o Shefa ha ridotto tutti i sintomi d’astinenza da morfina nei ratti senza manifestare nessun effetto collaterale [59]. I risultati sono stati riprodotti su pazienti umani in uno studio radomizzato a doppio cieco, la formula ha anche ridotto i sintomi depressivi senza però influenzare i craving [60].

Ansiolitico
L’estratto alcolico di foglie di stramonio (100 e 200mg/kg) ha indotto nei topi effetti ansiolitici comparabili al diazepam (1mg/kg) [61].

Una combinazione a base di fogliame di Datura stramonium e corteccia di Terminalia arjuna ha manifestato una potente attività ansiolitica simile al diazepam in diversi modelli sperimentali, oltre a forti proprietà analgesiche ed antinfiammatorie. I ricercatori ipotizzano possa agire inibendo la sintesi o rilascio di istamina, serotonina e prostaglandine; in alternativa potrebbe bloccare l’azione delle cicloossigenasi [62].

Antinconvulsivante, antiparkinson
Nel 1927 la scopolamina veniva impiegata nel trattamento degli spasmi dei muscoli facciale ed altri disturbi ipertensivi, tuttavia la sostanza poneva il paziente in uno stato letargico continuo. Un resoconto autobiografico di un paziente affetto da Parkinsonismo post-encefalitico riporta del successo ottenuto con piccoli dosaggi di stramonio, per inibire il sistema parasimpatico, e benzedrina, per stimolare il simpatico.

Grazie alla combinazione riuscì a controllare i sintomi senza effetti soporiferi collaterali [63]. Anche Juster impiegò la pianta nei casi di Parkinson per trattare sintomi neurologici, tremori, bradicinesia, salivazione eccessiva e rigidità raccomandandola come il miglior rimedio utile anche a migliorare l’umore del paziente [64].

A quanto pare ha effetti positivi anche sull’apatia mentale tipica della condizione e se somministrata giornalmente può mantenere il paziente relativamente felice ed autonomo nelle sue attività quotidiane.
In genere si somministrava mezza dramma di tintura di stramonio 3 volte al giorno. Il preparato era più efficace della sola scopolamina e gli effetti collaterali tra cui secchezza delle mucose, vomito e paralisi accomodativa potevano essere prevenuti dalla contemporanea somministrazione di pilocarpina.

Nel modello di epilessia indotto dal pentetrazolo (PTZ) l’estratto acquoso di semi di stramonio ha mostrato un buon effetto anticolvulsivante, supportandone l’applicazione tradizionale [65].

Antiasmatico
L’atropina e la scopolamina di cui è ricca la pianta bloccano i recettori muscarinici, in particolar modo gli M2, nelle cellule dei muscoli lisci respiratori e delle ghiandole sottomucose causando la dilatazione delle vie aeree e contrastando gli attacchi dell’asma. Le sigarette antiasmatiche a base di fogliame di stramoinio sono risultate efficaci nei casi di pazienti asmatici con ostruzione aerea lieve [66].

Antitumorale
Ha manifestato effetti antitumorali nei confronti del carcinoma epidermico umano della nasofaringe alla dose terapeutica di 0.05 – 0.01 g [67].

Antivirale
Un estratto di foglie ha inibito il virus del mosaico del tabacco (TMV) nella lesione locale di un fagiolo pinto [68].

Una frazione contenente proteine antivirali endogene (EAV) è stata isolata da un estratto di foglie di Datura stramonium, dai test è emerso che inibisca selettivamente l’attacco iniziale del virus senza influenzare l’infezione sistemica. I ricercatori ipotizzano che i componeneti della EAV, una volta a contatto del virus, si leghino ai siti recettoriali nella cellula come un inibitore competitivo. La resistenza virale può permanere fino a 5 giorni, potrebbe innescare delle modificazioni nella fisiologia dell’ospite [69].

Antibatterico
Un estratto metanolico a base di parte aerea di stramonio è risultato attivo contro Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus ed Enterococcus faecalis [70]. Un estratto acquoso ha inibito la crescita di Staphylococcus aureus; quello etanolico ha inibito anche Salmonella typhi e Klebsiella pneumonia [71]. Un estratto preparato con l’acetone è risultato estremamente potente nell’uccidere diversi ceppi di Vibreo cholera e Vibreo parahaemolyticus con valori MIC compresi tra 2.5 e 15 mg/ml [72].

Pesticida
L’odore caratteristico della pianta repelle diversi tipi di insetti infestanti. Un estratto alcolico a base di foglie di stramonio ha mostrato potenti effetti larvicidi e repellenti nei confronti di Aedes aegypti (LD50: 86.25 mg/L), Anopheles stephensi (LD50: 16.07 mg/L) e Culex quinquefasciatus (LD50: 6.25 mg/L) [73]. Un altro estratto di foglie è risultato molto potente nella sua azione contro il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) [74].

Antidiabetico, antiossidante

Un estratto idrometanolico di semi di stramonio ha abbassato la glicemia selettivamente nelle sole cavie diabetiche senza influenzare quella delle normoglicemiche. Inoltre ha mostrato un arrività antiossidante concentrazione dipendente simile alla vitamina C [75].

ANALISI CHIMICA
alcaloidi: atropina, scopolamina, iosciamina, igrina, tropinone, tropina, pseudotropina, igrolina, scopina, scopolina, ecgonina, cuscoigrina, aposcopolamina, aponorscopolamina, noriosciamina, metiliosciamina, ioscina, metilscopolamina, alcaloide 325, putrescina, nicotina, amfetamina, metossiamfetamina, etossiamfetamina, metilamfetamina, norpseudoefedrina, fluorodaturatina, scopolamina, noratropina, apoatropina, meteloidina, norscopolamina, tropina, pseudoatropina ed altri derivati;

steroli: ergostadienolo, β-sitosterolo, brassicasterolo, stigmasterolo, fucosterolo, ergostenolo, campsterolo, colestano;

triterpenoidi: friedelina, canophyllale, daturaolone, daturadiolo;
lattoni: withanolidi, stramenlattone, tuberolattone;

carotenoidi: luteina;

amminoacidi: acido aspartico, treonina, serina, glutamina, prolina, glicina, alanina, valina, cisteina, metionina, isoleucina, leucina, tirosina, fenilalanina, istidina, lisina, arginina, triptofano;
glicosidi;

tannini;

saponine;

lignina.

Le concentrazioni medie di alcaloidi tropanici nella foglia vanno da 0.2 a 0.5% ma in quelle giovani può arrivare fino a 0.9%; i fiori più stabili vanno da 0.4% a 0.6%; i semi maturi hanno un contenuto che va da 0.2 a 0.6% di cui l’80% è iosciamina, il 19% scopolamina e l’1% atropina [76].

L’effetto anticolinergico è dovuto principalmente alla combinazione di atropina, scopolamina e iosciamina.
Quest’ultima è il levogiro dell’atropina e manifesta gli stessi effetti fisiologici: progressiva eccitazione mentale e sedazione fisica fino al deliro. La scopolamina è sedante anche a livello ipnotico, di solito meno effetti periferici anche se la sua LD-50 è ancora più bassa.

ALTRE DATURAE
Datura Inoxia
La Datura inoxia era nota come mixitl tra gli Aztechi e veniva ampiamente usata insieme alla stramonium a scopo rituale e medicinale. È la specie più diffusa in Messico e quella che vanta più evidenze etnobotaniche tra le popolazioni del posto.

La pianta caratterizzata da livelli di atropina e iosciamina inferiori rispetto alla stramonium: il seme ha un contenuto medio di alcaloidi del 0.44% di cui il 97% è tutta scopolamina. Non contiene belladoninna ma nel seme sono state isolate le scopodonnine, composti dalla simile attività farmacologica che erano già stati sintetizzati in laboratorio ma mai individuati in natura [77]. Da questa specie sono stati isolati anche alcaloidi alcaloidi pirrolizidinici derivati dell’ornitina (N-metilpirrolidiniligrine A e B) [78].

Datura wrightii
La Datura wrightii è nota anche come Datura sacra per l’impiego religioso e rituale tra le popolazioni Amerinde del Sud-ovest. Presenta un rapporto di atropina/scopolamina bilanciato a livello della radice, ma contiene soltanto il secondo alcaloide nelle foglie [79].

Datura metel
La Datura metel ha livelli di scopolamina predominanti in tutte le sue parti tranne nelle foglie dove l’alcaloide principale è l’atropina. I fiori possono arrivare oltre lo 0.8% di alcaloidi [80].

Brugmansia
Queste specie arboree hanno uno profilo d’alcaloidi molto vario ricco in atropina e scopolamina.

————–

FONTI

1)Mace, E. S., C. G. Gebhardt, and R. N. Lester. “AFLP analysis of genetic relationships in the tribe Datureae (Solanaceae).” Theoretical and Applied Genetics 99.3 (1999): 634-641.

2)Doncheva, Tsvetelina, Strahil Berkov, and Stefan Philipov. “Comparative study of the alkaloids in tribe Datureae and their chemosystematic significance.” Biochemical Systematics and Ecology 34.6 (2006): 478-488.

3)Bye, Robert, and Victoria Sosa. “Molecular phylogeny of the jimsonweed genus Datura (Solanaceae).” Systematic Botany 38.3 (2013): 818-829.

4)Samorini, Giorgio. “Aspectos y problemas de la arqueología de las drogas sudamericanas.” Cultura y Droga 19.21 (2014): 13-34.

5)Dupin, J. “Biogeography, Dispersal and Trait Evolution in the Datureae Clade (Solanaceae).” University of Nebraska-Lincoln, USA (2013).

6)Geeta, R., and Waleed Gharaibeh. “Historical evidence for a pre-Columbian presence of Datura in the Old World and implications for a first millennium transfer from the New World.” journal of Biosciences 32.3 (2007): 1227-1244.

7)Motuzaite-Matuzeviciute, Giedre. “The earliest appearance of domesticated plant species and their origins on the western fringes of the Eurasian Steppe.” Documenta Praehistorica 39 (2012): 1-21.

8)Monah, Felicia. “The spread of cultivated plants in the region between the Carpathians and Dniester, 6th–4th millennia cal BC.” The Origins and Spread of Domestic Plants in Southwest Asia and Europe 1 (2007): 111-123.

9)Yáñez, Cristina, et al. “La fossa de Prats (Andorra), un jaciment del bronze mitjà al Pirineu.” Revista d’arqueologia de Ponent (2001): 123-150.

10)Doce, Elisa Guerra. “El registro arqueobotánico de plantas psicoactivas en la prehistoria de la Península Ibérica. Una aproximación etnobotánica y fitoquímica a la interpretación de la evidencia/Archaeobotanical remains of psychoactive plants from Prehistoric Iberia. An ethnobotanical and phytochemical approach to an interpretation of the evidence.” Complutum 17 (2006): 7-24.

11)King, Adam, et al. “Absorbed residue evidence for prehistoric Datura use in the American Southeast and western Mexico.” Advances in Archaeological Practice 6.4 (2018): 312-327.

12)Reilly III, F. Kent, and James F. Garber. Ancient objects and sacred realms: Interpretations of Mississippian iconography. University of Texas Press, 2007.

13)Litzinger, William Joseph. “Ceramic evidence for prehistoric Datura use in North America.” Journal of Ethnopharmacology 4.1 (1981): 57-74.

14)Wellmann, Klaus F. “Rock art, shamans, phosphenes and hallucinogens in North America.” Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici Brescia 18 (1981): 89-103.

15)Boyd, Carolyn E., and J. Philip Dering. “Medicinal and hallucinogenic plants identified in the sediments and pictographs of the Lower Pecos, Texas Archaic.” Antiquity 70.268 (1996): 256-276.

16)Malotki, Ekkehart. “The use of hallucinogenic plants by the archaic-basketmaker rock art creators of the Palavayu, northeast Arizona: The case for Datura.” AIRA 25 (1999): 101-120.

17)Froese, Tom. “A Mural of Psychoactive Thorn Apples (Datura spp.) in the Ancient Urban Center of Teotihuacan, Central Mexico.” Economic Botany (2020): 1-8.

18)Emerson, Thomas E., and Douglas K. Jackson. “The BBB Motor Site. American Bottom Archaeology, FAI-270 Site Reports 6.” (1984).

19)Litzinger, W. J. (1979). Ceramic Evidence for the Prehistoric Use of Datura in Mexico and the Southwestern United States. Kiva44(2-3), 145-158.

20)Lopinot, Neal H. The Archaeology of the Cahokia Mounds ICT-II.: Biological remains. No. 13. Illinois Historic Preservation Agency, 1991.

21)Giovannetti, Marco A. “Fiestas con alucinógenos. Hallazgo de chamico (Datura stramonium) en contextos de producción de chicha en el Shincal (Catamarca, Argentina).” LIBRO DE RESUMENES: 29.

22)Planella, María Teresa, et al. “Saberes compartidos y particularidades regionales en las prácticas fumatorias de sociedades del periodo Alfarero Temprano del norte semiárido, centro y sur de Chile, América del Sur.” Revista Chilena de Antropología 37 (2018): 20-57.

23)Planella, M. Teresa, et al. “Búsqueda de nexos entre prácticas funerarias del período alfarero temprano del centro de Chile y usos etnográficos del” Miyaye”.” Revista de Historia Indígena 9 (2005): ág-33.

24)De Rios, Marlene Dobkin, and Mercedes Cardenas. “Plant hallucinogens, shamanism and Nazca ceramics.” Journal of Ethnopharmacology 2.3 (1980): 233-246.

25)Scarborough, John. “Thornapple in Graeco-Roman Pharmacology.” Classical Philology 107.3 (2012): 247-255.

26)Carod-Artal, F. J. “Psychoactive plants in ancient Greece.” Neurosciences and History 1 (2013): 28-38.

27)Fairley, H. Barrie. “Anesthesia in the Inca empire.” Revista espanola de anestesiologia y reanimacion 54.9 (2007): 556-562.

28)Kushner, David S., John W. Verano, and Anne R. Titelbaum. “Trepanation procedures/outcomes: comparison of prehistoric peru with other ancient, medieval, and american civil war cranial surgery.” World neurosurgery 114 (2018): 245-251.

29)Carod-Artal, Francisco Javier. “Hallucinogenic drugs in pre-Columbian Mesoamerican cultures.” Neurología (English Edition) 30.1 (2015): 42-49.

30)Emmart, Emily Walcott. “Herb medicine of the Aztecs.” Journal of the American Pharmaceutical Association 26.1 (1937): 42-45.

31)Hernández, Francisco. Historia natural de nueva España. Vol. 2. México: Universidad Nacional de México, 1959.

32)Beverley, Robert, and Louis Booker Wright. The History and Present State of Virginia. Institute of Early American History and Culture at Williamsburg, Va., 1705.

33)Hardy, Ellen T. “Religious aspects of the material remains from San Clemente Island.” Pacific Coast Archaeological Society Quarterly 36.1 (2000): 78-96.

34)Noé, Jody E. “Ethnomedicine of the Cherokee: historical and current applications.” Advances in phytomedicine. Vol. 1. Elsevier, 2002. 125-131.

35)De Feo, Vincenzo. “The ritual use of Brugmansia species in traditional Andean medicine in northern Peru.” Economic Botany 58.1 (2004): S221-S229.

36)Hoffmann, J., et al. “Plantas medicinales de uso común en Chile.” (1992).

37)Schultes, Richard Evans. “Solanaceous hallucinogens and their role in the development of New World cultures.” Linnean Society symposium series. 1979.

38)MUNIZAGA A, Carlos. “USO ACTUAL DE” MIYAYA”(DATURA STRAMONIUM) POR LOS ARAUCANOS DE CHILE.” Journal de la Societé des Americanistes 49 (1960): 37-43.

39)Hilger, Mary Inez. “Araucanian child life and its cultural background.” Smithsonian miscellaneous collections (1957).

40)Knab, Tim. “Notes concerning use of Solandra among the Huichol.” Economic Botany 31.1 (1977): 80-86.

41)Ruz, Mario Humberto. “Mercedes de la Garza, Sueño y éxtasis. Visión chamánica de los nahuas y los mayas. México, UNAM y FCE, 2012, 341 pp.+ ilustr. ISBN 978-607-02-2931-2.” Península 7.1 (2012): 137-144.

42)De Rosales, Diego. Historia general de el reyno de Chile, Flandes indiano. Vol. 3. Impr. del Mercurio, 1878.

43)Davis, Wade. Passage of darkness: The ethnobiology of the Haitian zombie. Univ of North Carolina Press, 2000.

44)Egharevba, R. K. A., and M. I. Ikhatua. “Ethno-medical uses of plants in the treatment of various skin diseases in Ovia North East, Edo State, Nigeria.” Res J Agric Biol Sci 4.1 (2008): 58-64.

45)Samorini, Giorgio. “Etnografia delle dature in Africa.” Antrocom: Online Journal of Anthropology 14.2 (2018).

46)Li Shizhen. “The Chinese Herbal Medicine Materia Medica”. Beijing: Huaxia Publishing, 2004. Chinese.

47)Agharkar, S. P. “Medicinal plants of Bombay Presidency.” Medicinal plants of Bombay Presidency. (1991).

48)Hussain, Farrukh, Lal Badshah, and Ghulam Dastagir. “Folk medicinal uses of some plants of South Waziristan, Pakistan.” Pak. J. Pl. Sci 12.1 (2006): 27-39.

49)Zargari, A. “Medicinal Plants. Third volume.” (1992).

50)Rajbhandari, K. R. “Ethnobotany of Nepal Kathmandu.” Ethnobotanical Society of Nepal (ESON) (2001).

51)Gerard, J. “1597: The herbal: or, Generall historie of plants. Iohn Norton, London.”

52)Beverley, Robert, and Louis Booker Wright. The History and Present State of Virginia. Institute of Early American History and Culture at Williamsburg, Va., 1705.

53)Durante, Castore. Herbario nouo di Castore Durante medico, et cittadino romano. Con figure, che rappresentano le viue piante, che nascono in tutta Europa & nell’Indie orientali, & occidentali. Con versi latini, che comprendono le facoltà de i semplici medicamenti. Con discorsi, che dimostrano i nomi, le spetie, la forma, il loco, il tempo, le qualità, & le virtù mirabili dell’herbe,… Con due tauole copiosissime, l’vna delle herbe, & l’altra delle infirmità,… Con aggionta in quest’vltima impressione de i discorsi a …. presso Gio. Giacomo Hertz, 1718.

54)Begbie, James. “Cases Illustrative of the Sedative Powers of the Datura Stramonium.” Transactions. Medico-Chirurgical Society of Edinburgh 1 (1824): 285.

55)KHALILI, NAJAFABADI M., and S. M. Atyabi. “Evaluation of analgesic effect of Datura stramonium seed extract in hot plate and formalin tested on male rats.” (2004): 309-322.

56)Khalili, Mohsen, and M. ATIABI. “Antinociceptive effects of oral and intraperitoneal administration of alcoholic Datura stramonium seeds extract in male rats.” (2004): 231-236.

57)Kiasalari, Zahra, Mohsen Khalili, and Mostafa Eftekhari. “A comparison of acute pain threshold between the male and female and the effect of alcoholic extract of datura stramonium on it.” (2008): 59-66.

58)Khalili, Mohsen, et al. “The Effect of Oral Administration of Datura Stramonium Seed on Morphine Dependent NMRI Male Rats.” Daneshvar Medicine: Basic and Clinical Research Journal 15.6 (2009): 25-32.

59)Nazari, Seyed Mohammad, et al. “Evaluation of the effect of oral administration of Hab-o Shefa on morphine withdrawal syndrome in rats: a behavioral study.” Journal of Basic and Clinical Pathophysiology 1.2 (2013): 45-49.

60)Nazari, Seyed Mohammad, et al. “Hab-o Shefa (an Iranian traditional medicine compound) in withdrawal syndrome and its effects in acute detoxification of opiates addict: A randomized, double blind, clinical trials.” Journal of Medicinal Plants Research 7.22 (2013): 1628-1635.

61)Tiwari, Alka Tiwari Alka, et al. “Evaluation of anti anxiety activity of Datura seeds in mice.” International Journal of Indigenous Herbs and Drugs (2018): 23-24.

62)Sharma, M. C., Smita Sharma, and D. V. Kohli. “COMBINED EFFECT OF ANTI-INFLAMMATORY AND ANTI-ANXIETY, ANALGESIC ACTIVITY OF HERBAL FORMULATION USING MEDICINAL ETHANLOIC EXTRACT LEAVES.” Journal of Optoelectronics and Biomedical Materials Vol 1.4 (2009): 315-318.

63)Sobin, David J. “Stramonium Plus Benzedrine: For Relief of Post-Encephalitic Sequelae Case History Autobiography.” Journal of Speech Disorders 2.4 (1937): 205-206.

64)HOEDEMAKER, EDWARD D., and M. A. Burns. “The effect of stramonium in Parkinsonism.” Journal of the American Medical Association 95.2 (1930): 91-94.

65)Namvar Aghdash, Simin, and Soheila Nasirifard. “The Effect of Equeous Datura Stramonium L Seed Extract on Chemical Kindling Induced by Intraperitoneal Injection of Pentylenetetrazole in Mice.” The Neuroscience Journal of Shefaye Khatam 3.2 (2015): 35-40.

66)Charpin, D., J. Orehek, and J. M. Velardocchio. “Bronchodilator effects of antiasthmatic cigarette smoke (Datura stramonium).” Thorax 34.2 (1979): 259-261.

67)Balachandran, Premalatha, and Rajgopal Govindarajan. “Cancer—an ayurvedic perspective.” Pharmacological research 51.1 (2005): 19-30.

68)Apablaza, Gaston Eduardo, and C. C. Bernier. “Inhibition of tobacco mosaic virus infection by plant extracts.” Canadian Journal of Botany 50.7 (1972): 1473-1478.

69)Zipf, Allan Edward. “The isolation and characterization of an endogenous antiviral protein from Datura stramonium L.” (1989): 0280-0280.

70)Eftekhar, Fereshteh, Morteza Yousefzadi, and V. Tafakori. “Antimicrobial activity of Datura innoxia and Datura stramonium.” Fitoterapia 76.1 (2005): 118-120.

71)Shagal, M. H., U. U. Modibbo, and A. B. Liman. “Pharmacological justification for the ethnomedical use of Datura stramonium stem-bark extract in treatment of diseases caused by some pathogenic bacteria.” International Research of pharmacy and pharmacology 2.1 (2012): 016-019.

72)Sharma, Anjana, Virendra Kumar Patel, and Animesh Navin Chaturvedi. “Vibriocidal activity of certain medicinal plants used in Indian folklore medicine by tribals of Mahakoshal region of central India.” Indian Journal of Pharmacology 41.3 (2009): 129.

73)Swathi, S., et al. “Larvicidal and repellent activities of ethanolic extract of Datura stramonium leaves against mosquitoes.” Int J Pharm Phytochem Res 4.1 (2012): 25-7.

74)Kumral, Nabi Alper, Sultan Çobanoğlu, and Cem Yalcin. “Acaricidal, repellent and oviposition deterrent activities of Datura stramonium L. against adult Tetranychus urticae (Koch).” Journal of Pest Science 83.2 (2010): 173-180.

75)Melaku, Bamlaku Cherie, and Gedefaw Getnet Amare. “Evaluation of Antidiabetic and Antioxidant Potential of Hydromethanolic Seed Extract of Datura stramonium Linn (Solanaceae).” Journal of Experimental Pharmacology 12 (2020): 181.

76)Miraldi, Elisabetta, et al. “Distribution of hyoscyamine and scopolamine in Datura stramonium.” Fitoterapia 72.6 (2001): 644-648.

77)Aripova, S. F., and B. Tashkhodzhaev. “ALPHA-SCOPODONNINES AND BETA-SCOPODONNINES FROM DATURA-INOXIA SEEDS.” KHIMIYA PRIRODNYKH SOEDINENII 4 (1991): 532-537.

78)Pomilio, Alicia B., Elvira M. Falzoni, and Arturo A. Vitale. “Toxic chemical compounds of the Solanaceae.” Natural Product Communications 3.4 (2008): 1934578X0800300420.

79)Spurna, Vera, et al. “Chromosomal characteristics and occurrence of main alkaloids in Datura stramonium and Datura wrightii.” Planta medica 41.04 (1981): 366-373.

80)Kerchner, András, and Ágnes Farkas. “Worldwide poisoning potential of Brugmansia and Datura.” Forensic Toxicology 38.1 (2020): 30-41.

 

DATURA E BRUGMANSIA SONO PIANTE TOSSICHE, IL CONSUMO DI QUESTE SPECIE PUO’ AVERE CONSEGUENZE LETALI. QUEST’ARTICOLO NON VUOLE INCORAGGIARE COMPORTAMENTI PERICOLOSI DI QUALSIVOGLIA NATURA.