Etnobotanica 7: Passiflora caerulea, un potenziale MAO-inibitore

MEDICINA TRADIZIONALE
La Passiflora caerulea veniva coltivata dagli Aztechi che la usavano come pianta ornamentale e come rimedio per disturbi urinari, fratture ossee e contusioni della pelle.

Nella medicina popolare argentina, le foglie vengono consumate per trattare la dissenteria, il frutto come digestivo e la parte aerea come spasmolitico.

Passiflora caeruleaCon foglie e radice preparano anche un decotto contro i parassiti intestinali; la tisana a base di parte aerea viene impiegata come agente antinfiammatorio, ipotensivo, sedativo e diuretico.
Inoltre viene lodata per le sue proprietà antimicrobiche utili nel trattamento di catarro, polmonite [1].

In Brasile è nota come maracujá-laranja per via del colore arancione e viene utilizzata principalmente come sedativo, analgesico ed ansiolitico naturale, ma sono note applicazioni contro scorbuto, ittero, disturbi mestruali e gastrointestinali [2].

Nella medicina popolare delle Mauritius si preparano delle tinture e degli estratti a base di fiore della passione per trattare diverse condizioni nervose.

In Italia la Passiflora caerulea veniva consumata come antispasmodico e sedativo.

FARMACOLOGIA

Ansiolitico, sonnifero, sedativo
La parte aerea di Passiflora caerulea contiene dei flavonoidi non identificati dotati di alta affinità per i recettori delle benzodiazepine, le concentrazioni di questi composti sono troppo basse perchè i dosaggi tradizionali siano efficaci in acuto. Tuttavia sembra che l’assunzione cronica possa incrementare nel tempo i livelli di benzodiazepine nel cervello con conseguente modulazione dell’omeostasi dello stesso [3].

La crisina, un flavone isolato dalla pianta, ha mostrato significativi effetti ansiolitici privi di componente sedativa e miorilassante nei modelli animali agendo come agonista parziale sui recettori delle benzodiazepine [4]. Secondo altre fonti, l’estratto di fiore della passione ha un effetto comparabile all’oxazepam [5].

Antidepressivo, neuroprotettivo, anticonvulsivante
Negli esperimenti sui ratti ovariectomizzati la crisina si è comportata in maniera simile ai neurosteroidi esprimendo un efetto antidepressivo acuto attraverso la modulazione dell’attività del recettore GABA-A [6].

Nel modello di depressione agitata da bulbectomia olfattiva, ha alleviato i comportamenti depressivi delle cavie in maniera simile alla fluoxetina ripristinando anche l’equilibrio dei parametri ippocampali alterati dalla condizione. Inoltre ha sovraregolato la sintesi del fattore neurotrofico cerebrale (BDNF).

Negli effetti è coinvolta l’inibizione della via della chiurenina, metabolita coinvolto in disturbi depressivi e cognitivi [7]. Anche le blande proprietà MAO-inibitorie supportano un eventuale effetto antidepressivo.

Un estratto acquoso di frutto di Passiflora caerulea ha ritardato l’onset e ridotto l’intensità delle convulsioni dei topi trattati con pilocarpina, migliorando le funzioni cognitive attraverso l’attivazione della trasmissione colinergica [8].

Afrodisiaco
La crisina estratta dalla Passiflora caerulea ha migliorato le funzioni sessuali complessive, la libido, la conta spermatica e il potenziale fertilizzante nei ratti [9].

Analgesico, antinfiammatorio
Estratti etanolici ed acquosi a base di fiore della passione hanno mostrato significativi effetti analgesici nei test del contorcimento da acido acetico. In quelli dell’edema da carragenina hanno espresso un’effetto antinfiammatorio acuto superiore all’indometacina [10]. Un estratto metanolico ridotto il dolore nel modello animale della formalina [11].

Adattogeno
Un estratto acquoso a base di melissa e fiore della passione ha ridotto i livelli plasmatici di corticosterone plasmatico, il principale marker associato allo stress [12].

Gastroprotettivo, antidiarroico
Un estratto etanolico di Passiflora caerulea ha ridotto le lesioni delle cavie provocate dall’instillazione di acido acetico abbasando anche i livelli di TBARS. In aggiunta, ha ridotto la diarrea da olio di ricino e le contrazioni del digiuno indotte da aceticolina e cloruro di calcio [13]. La crisina ha espresso effetti gastroprotettivi nei modelli animali di ulcera da etanolo, acido acetico e riperfusione incrementando i livelli dei fattori difensivi della mucosa gastica [14].

Epatoprotettivo
Un estratto idroalcolico a base di foglie di fiore della passione ha ridotto i livelli di albumina ed azoto ureico dei ratti adulti senza causare danni epatici [15].
Un’ altra ricerca ne segnala la protezione delle cavie dalle disfunzioni epatiche indotte dal cloruro di cadmio [16].

Antitumorale
Da diversi esperimenti in vitro e in vivo si evince l’attività apaptotica, antiangiogenica e antiproliferativa della crisina [17].

Antiossidante, anti-invecchiamento
La Passiflora caerulea è risultata superiore ad incarnata ed alata come potenziale antiossidante [18].
Estratti di fiore della passione possono ridurre gli effetti fisiologici dell’invecchiamento inibendo l’espressione di MMP-1 [19].

Antibatterico, antimicotico
Un estratto metanolico a base di fiore della passione si è dimostrato altamente attivo su Staphylococcus aureus (5.89±0.20) ed Aspergillus flavus (6.37±0.22) [20].
Il passicolo, un poliacetilene isolato dai gusci dei frutti di Passiflora caerulea, si è dimostrato efficace contro diversi tipi di muffe (Arthroderma flavescens, Aspergillus fumigatus, Cladosporium herbarum, Epidermophyton floccosum, Penicillium notatum, Microsporum canis, M. cookei, M. gypseum), lieviti (Cryptoccoccus neoformans, Rhodotorula sp., Torulopsis glabrata, Candida albicans, C. krusei) ed actinomiceti (Nocardia asteroide, Corynebacterium xerosis, Staphylococcus aureus, Clostridium sporogenes, Escherichia coli, Shigella sonnei, Salmonella sp. C2 e S. stanley) [21].

Amebicida
Estratti alcolici a base di foglie di fiore della passione hanno mostrato significative proprietà amebostatiche e amebicide, i ricercatori ipotizzano possa avere potenziali applicazioni nel trattamento di sviluppo delle acanthamoebiasi [22].

MAO-Inibitore
Gracie and Zarkov, pseudonimo di due noti psiconauti, hanno usato un estratto idroalcolico (5:1) di Passiflora incarnata per potenziare i funghi allucinogeni ed attivare il DMT, stimando un range di betacarboline compreso tra 0.05 e 1%.
In base alle loro osservazioni gli effetti psicoattivi ed antidepressivi della Passiflora sono più marcati di Banisteriopsis caapi e Peganum harmala, ma è meno adatta ad attivare il DMT per via dei collaterali fisici comuni a questi dosaggi (equivalenti a 80g di pianta essiccata fumata).
Gli effetti sull’umore sembrano durare fino a 2-3 giorni dopo l’esperienza [23].

Il basso contenuto di alcaloidi non giustifica quest’azione, per cui si ipotizza siano i flavonoidi i principali composti resposabili. In base a evidenze sperimentali sappiamo infatti che quercetina, miricetina e crisina sono potenti inibitori del MAO-A [24].

Diversi interventi pubblicati su DMT-Nexus suggeriscono che si possa attivare anche oralmente facendo una semplice estrazione acquosa con 300-500g di parte aerea essiccata.

TOSSICITA’  E PREPARAZIONE CORRETTA
Diversamente dalle altre specie di Passiflora il frutto della caerulea non viene solitamente impiegato per la preparazione di dolci e bevande a causa del suo sapore insipido. Da acerbo contiene alti livelli di glicosidi cianogenetici localizzati nel guscio dei semi, una volta completamente maturo diventa edibile.

Passiflora I composti tossici sono presenti anche nelle altre parti della pianta a concentrazioni ridotte: in genere ne sviluppano livelli poco significativi, ma in alcuni casi in seguito a stimoli ambientali non chiariti possono diventare tossiche.

L’essiccazione dovrebbe eliminarli del tutto ma per sicurezza si può preparare una tisana facendo bollire il materiale per almeno 10m. Il fiore dovrebbe esserne pressocchè privo, ma farci un decotto in ogni caso è sempre una buona idea [25].

ANALISI CHIMICA
La Passiflora caerulea contiene:

alcaloidi: armina ed altre betacarboline non identificate;
flavonoidi: crisina, scoparina, schaftoside, isoschaftoside, orientina, isoorientina, vitessina, isovitessina, apigenina, vicenina, luteolina, lucenina-2, quercetina, rutina, miricetina, esperidina, campferolo e derivati;
acidi fenolici: acido caffeico, ellagico, gallico, ferulico;
stilbeni: piceatannolo, resveratrolo, scirpusina;
acetileni: passicolo;
glicosidi cianogenetici: tetrafillina B, epitetrafillina B;
saponine;
cumarine;
oli essenziali: acidi idrossicinnamici ed altri composti volatili.

Il contenuto fenolico della Passiflora caerulea è risultato superiore ad alata ed incarnata [18].
E’ anche la specie più ricca di betacarboline: da un analisi comparativa si è visto che l’incarnata conteneva 0.00935 mg/g di armina nella parte aerea essiccata, la caerulea 0.098 mg/g [26].

FONTI

1)Soraru, Stella Beatriz, and Arnaldo L. Bandoni. Plantas de la medicina popular argentina. Guía ilustrada de las cincuenta plantas indígenas más empleadas. Vol. 1. Ed. Albatros, Buenos Aires, 1978.

2)Mondin, Claudio Augusto, Armando Carlos Cervi, and Gilson Rudinei Pires Moreira. “Sinopse das espécies de Passiflora L.(Passifloraceae) do Rio Grande do Sul, Brasil.” Revista Brasileira de Biociências 9.S1 (2011).

3)Medina, J. H., et al. “Benzodiazepine-like molecules, as well as other ligands for the brain benzodiazepine receptors, are relatively common constituents of plants.” Biochemical and biophysical research communications 165.2 (1989): 547-553.

4)Wolfman, Claudia, et al. “Possible anxiolytic effects of chrysin, a central benzodiazepine receptor ligand isolated from Passiflora coerulea.” Pharmacology Biochemistry and Behavior 47.1 (1994): 1-4.

5)Afsahi, Amin, and Mahmoud Miremadi. “P143: A Review on the Effects of Certain Anti-Anxiety and Sedative Herbs.” The Neuroscience Journal of Shefaye Khatam 2.3 (2014): 167-167.

6)Cueto-Escobedo, Jonathan, et al. “Involvement of GABAergic system in the antidepressant-like effects of chrysin (5, 7-dihydroxyflavone) in ovariectomized rats in the forced swim test: comparison with neurosteroids.” Behavioural brain research 386 (2020): 112590.

7)Borges Filho, Carlos, et al. “Chrysin promotes attenuation of depressive-like behavior and hippocampal dysfunction resulting from olfactory bulbectomy in mice.” Chemico-biological interactions 260 (2016): 154-162.

8)Aseervatham, G. Smilin Bell, et al. “Passiflora caerulea L. fruit extract and its metabolites ameliorate epileptic seizure, cognitive deficit and oxidative stress in pilocarpine-induced epileptic mice.” Metabolic brain disease 35.1 (2020): 159-173.

9)Dhawan, Kamaldeep, Suresh Kumar, and Anupam Sharma. “Beneficial effects of chrysin and benzoflavone on virility in 2-year-old male rats.” Journal of Medicinal Food 5.1 (2002): 43-48.

10)El-Askary, Hesham Ibrahim, et al. “Bioactivity-guided study of Passiflora caerulea L. leaf extracts.” Iranian journal of pharmaceutical research: IJPR 16.Suppl (2017): 46.

11)Zarei, M., S. Mohammadi, and NEMATIAN M. ASGARI. “Evaluation of the antinociceptive effect of methanolic extract of Passiflora caerulea. L in adult male rat.” (2014): 56-66.

12)Feliú-Hemmelmann, Karina, Francisco Monsalve, and César Rivera. “Melissa officinalis and Passiflora caerulea infusion as physiological stress decreaser.” International journal of clinical and experimental medicine 6.6 (2013): 444.

13)Anzoise, M. L., et al. “Beneficial properties of Passiflora caerulea on experimental colitis.” Journal of ethnopharmacology 194 (2016): 137-145.

14)Fagundes, Felipe Leonardo, et al. “Chrysin modulates genes related to inflammation, tissue remodeling, and cell proliferation in the gastric ulcer healing.” International journal of molecular sciences 21.3 (2020): 760.

15)Sadeghi, T., M. Shariati, and M. Mokhtari. “The Effect of Hydroalcoholic Extract of Passiflora caerulea Leaf on Some Biochemical Factors in Adult Male Rat.” Journal of Animal Biology 10.4 (2018): 45-54.

16)Shariati, Mehrdad, et al. “The protective effects of hydroalcoholic extract of Passifloracaerulea aerial parts against hepatic dysfunction induced by cadmium chloride in adult male rats.” (2020).

17)Kasala, Eshvendar Reddy, et al. “Chemopreventive and therapeutic potential of chrysin in cancer: mechanistic perspectives.” Toxicology letters 233.2 (2015): 214-225.

18)Ożarowski, Marcin, et al. “Comparison of in vitro antioxidative activities of crude methanolic extracts of three species of Passiflora from greenhouse using DPPH, ABTS and FRAP methods.” International journal 65.3 (2019).

19)Lee, Jae-Nam, and Young-Sam Kem. “Availability of Passiflora Caerulea Extract as Inner Beauty Material.” Journal of the Korean Applied Science and Technology 37.5 (2020): 1180-1189.

20)AL-Rubaey, Niran Kadhim F., Fatima Moeen Abbas, and Imad Hadi Hameed. “Antibacterial and Anti-Fungal Activity of Methanolic Extract of Passiflora caerulea.” SCOPUS IJPHRD CITATION SCORE 10.01 (2019): 930.

21)Nicolls, Joan M., J. Birner, and P. Forsell. “Passicol, an antibacterial and antifungal agent produced by Passiflora plant species: qualitative and quantitative range of activity.” Antimicrobial agents and chemotherapy 3.1 (1973): 110-117.

22)Hadas, Edward, et al. “The use of extracts from Passiflora spp. in helping the treatment of acanthamoebiasis.” Acta poloniae pharmaceutica 74.3 (2017): 921-928.

23)Gracie & Zarkov. “Notes from Underground.” Privately printed, 1985.

24)Larit, Farida, et al. “Inhibition of human monoamine oxidase A and B by flavonoids isolated from two Algerian medicinal plants.” Phytomedicine 40 (2018): 27-36.

25)Baldwin, Roger E. Hawaii’s poisonous plants. Petroglyph PressLtd, 1979.

26)Frye, Abigail, and Catherine Haustein. “Extraction, identification, and quantification of harmala alkaloids in three species of Passiflora.” American journal of undergraduate research 6.3 (2007): 19-26.

COME PER ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA “ETNOBOTANICA”, QUI NON SI VUOLE INCORAGGIARE L’USO O L’ABUSO DI ALCUNA PIANTA O SOSTANZA, MA SOLTANTO FORNIRE INFORMAZIONI A TITOLO EDUCATIVO, PER PROMUOVERNE LA CONOSCENZA DELLE POTENZIALITA’ FARMACOLOGICHE E TERAPEUTICHE.