Cerchi di integrazione a Torino e Milano

Cerchio torinoTra le attività proposte dai membri del network PSY*CO*RE sono nati a Torino (a cura dell’associazione universitaria Mens ex Machina e del collettivo autogestito Marijtuana) e a Milano (a cura della Società Psichedelica Italiana e della ricercatrice indipendente e coacher Annarita Eva), due così detti “cerchi di integrazione” che sottintendono “integrazione dell’esperienza psichedelica”. L’approccio all’integrazione come vedrete può essere diverso ma altrettanto funzionale. Quello di Torino è a nostra conoscenza il primo che è stato proposto in Italia. Entrambe i gruppi di facilitazione sono a disposizione per favorire la nascita di attività simili sul territorio nazionale. Per maggiori informazioni non esitate a contattarci.

Il cerchio di condivisione a Torino

Il cerchio di condivisione a Torino

Spesso ciò che porta disagio, sofferenza e in alcuni casi complicanze sul piano del benessere psichico, non è l’esperienza in sé, ma il senso di isolamento in cui questa ci getta. Mangio dei funghi psilocibinici, vivo esperienze che la matrice culturale in cui vivo, e volente o nolente mi ha formato, non contempla nemmeno come possibili. L’essere umano è intrinsecamente relazionale e comunicativo, ma come e con chi condividere esperienze per cui non abbiamo nemmeno una terminologia condivisa e che sono in prevalenza patologizzate, ridicolizzate o criminalizzate dalla collettività?

Queste dinamiche possono portare a un approccio solipsistico agli stati “altri”, in cui si cerca di superare questo isolamento attraverso un circolo vizioso di masturbazione psichica. Dagli esiti spesso poco felici.

A partire da queste riflessioni si è attuata l’idea di dare vita a uno spazio che possa fungere da “contenitore” per la condivisione di vissuti, riflessioni, dubbi, etc… rispetto a esperienze e stati che vengono considerati anomali, o di poco valore, rispetto allo stato di veglia produttivo. Lo spazio è partito intenzionalmente come poco strutturato, in modo da lasciare al tempo e al gruppo nel suo insieme il compito della sua co-costruzione. Questa è avvenuta sulla base di alcuni punti fondamentali:

  • Non giudizio: le persone per poter condividere i propri vissuti hanno bisogno di sentirsi accolte e non giudicate. Nessuno può arrogarsi il diritto di imporre la propria chiave interpretativa ad un’esperienza;

  • Apertura rispetto agli “stati”: il focus non riguarda unicamente le esperienze psichedeliche, e nemmeno quelle “negative” nello specifico, ma in genere tutte quelle che si scostano dall’”ordinario” stato di veglia, come possono essere sogni, stati maniacali, stati contemplativi…;

  • Orizzontalità: tutti i partecipanti possono intervenire e confrontarsi, non vi sono guide o insegnanti e i moderatori intervengono in quanto tali solo se necessario.

L’iniziativa è nata nel contesto della collaborazione fra il Collettivo Antiproibizionista Marijtuana e l’associazione studentesca universitaria Mens Ex Machina, continua da maggio 2019 a cadenza più o meno regolare di 2-3 settimane, inoltre non si è fermata durante il periodo COVID-19, ma è continuata online. Il cerchio pur rimanendo “lo stesso”, muta e si trasforma in base agli elementi che lo compongono di volta in volta, non vi sono mai stati due incontri uguali. La partecipazione è aperta e gratuita, ma l’iniziativa non è mai stata pubblicizzata sui social network per rispetto alla sensibilità dei temi trattati e dei partecipanti.

– Dott. Francesco Gottardo con i partecipanti del cerchio

CERCHi di ISiDE a MiLANO

Un’esperienza psichedelica può essere un’esperienza di trasformazione: un’apertura mentale che può comportare l’assunzione di un nuovo punto di vista sulla propria vita e sulle piccole o grandi sofferenze che possiamo vivere quotidianamente. Può anche essere catalizzatrice di un miglioramento evolutivo, per cominciare coraggiosamente a cambiare quei comportamenti che ci boicottano – come la dipendenza, di qualsiasi genere essa sia – e può accompagnarci verso la guarigione da un trauma o da una depressione.

Allo stesso tempo però, le sostanze psichedeliche possono anche causare un effetto psicologico duraturo, anche negativo quando non correttamente processato.

Il processo di integrazione implica la possibilità di offrire una lettura diversa e molteplici chiavi interpretative di un’esperienza psichedelica passata, all’interno di una cornice più ampia di senso. Un circolo di integrazione psichedelica è uno spazio protetto, in cui set e setting sono disposti in modo tale di favorire tra i partecipanti la condivisione delle proprie esperienze, anche interiori, per comprendere ulteriormente se stessi e ricevere supporto dal gruppo. L’obiettivo è infatti quello di sostenersi a vicenda nel processo di integrazione dell’esperienza psichedelica nella propria vita quotidiana.

Con integrazione intendiamo:

  • elaborare il materiale emerso nel viaggio;
  • dare un senso all’esperienza;
  • rielaborare e processare, in caso di un’esperienza difficile;
  • approfondire certi insights e idee arrivate durante il viaggio;
  • definire come i cambiamenti che l’esperienza ha portato possano essere sostenibili e integrabili nella propria esistenza;
  • assumersi responsabilità per gli eventuali obiettivi/desideri;
  • permettere una condivisione in cui il feedback del gruppo diventa supporto e stimolo per chi parla;
  • far parte di uno spazio protetto e senza giudizio, generativo e orizzontale (da qui l’idea di “cerchio”).

Cosa aspettarsi quindi da una sessione di “integrazione psichedelica”?

Ogni cerchio inizia con una breve meditazione per entrare in uno spazio mentale rilassato e aperto. Dopodiché, le facilitatrici offrono la parola ai partecipanti, guidandoli nella narrazione e dando spazio alle riflessioni di ciascuno, stimolando il dialogo intergruppo.

Ovviamente, qualsiasi cosa condivisa nel cerchio è strettamente confidenziale.

Inoltre, è importante ribadire che le sostanze psichedeliche sono illegali. Questi momenti di incontro non sono certo il posto dove cercare o trovare sostanze illecite, né dove si incoraggia l’uso di droghe.

Dottoressa Carolina Camurati & Annarita Eva