Di seguito riportiamo delle brevi presentazioni dei contributi al volume La Scommessa Psichedelica (ottobre 2020, Quodlibet Studio), seguiti da brevi profili biografici delle autrici e degli autori coinvolti:
* Il trip report come sottogenere della letteratura di viaggio, di Peppe Fiore
Per trip report in gergo si intende il racconto dettagliato e scandito nel tempo dell’esperienza psichedelica. Se già gli stessi Hofmann e Junger hanno prodotto resoconti che possono essere considerati dei larvati trip report, il padre nobile del genere sistematizzato è stato probabilmente Alexander Shulgin – che avendo sintetizzato decine di sostanze prima inedite aveva bisogno di registrarne scientificamente gli eventuali effetti. Pihkal e Tihkal sono a ben vedere – prima che manuali di sintesi – delle mega raccolte di trip report, ossia due grandi guide turistiche nei territori magici della psichedelia.
Ora, nella cornice del Rinascimento psichedelico, quello che in pochi – in Italia nessuno – ha ancora segnalato è che negli ultimi 10 anni è andato fiorendo un parallelo rinascimento del trip report, esclusivamente digitale. Tutti gli psiconauti frequentatori del darknet (ma anche di tanti siti in chiaro, come Erowid –fondamentalmente un database per la riduzione del danno) sanno che esiste una vera e propria subcultura del trip report. Si tratta di una subcultura di nerd delle sostanze, se vogliamo: pertanto, come tutte le subculture, ha la sua semiotica, i suoi modelli, il suo slang. In più ha anche uno straordinario interesse letterario e, subordinatamente, scientifico. Grazie a Internet per la prima volta nella storia abbiamo a disposizione una messe di “racconti di viaggio”. Sono storie di illuminazione, a volte caotiche a volte commoventi, storie di elaborazione di traumi, di lutti, o semplicemente di lunghe ore di follia. Storie in cui appaiono straordinarie ricorrenze in esseri umani lontanissimi per culture e esperienze, a testimonianza del fatto che la psichedelia è una finestra che dischiude quanto di più profondo e ancestrale c’è nell’uomo in quanto uomo. Il presente saggio propone una ricognizione di una selezione ragionata di trip report di tutto il mondo (limitati all’LSD) svolta come un reportage narrativo.
Peppe Fiore (1981), è scrittore e sceneggiatore. È autore dei romanzi Nessuno è indispensabile (Einaudi), Dimenticare (Einaudi) e La futura classe dirigente (minimum fax). Ha lavorato come sceneggiatore alle serie The Young Pope e Non uccidere. Scrive sul Corriere del Mezzogiorno.
*Andare di là: l’ayahuasca e lo sciamano, di Francesca Matteoni
Lo scritto si concentrerà sul ruolo dello sciamano nella somministrazione dell’ayahuasca e sull’importanza del contesto, inteso come luogo d’origine della cerimonia, ma anche come luogo ricreato in altri spazi, perfino a grande distanza. A causa dell’attuale popolarità della pianta nella cultura occidentale, si assiste troppo spesso a un progressivo svuotamento di senso della cerimonia, con cerimonieri che si autoproclamano velocemente sciamani, senza averne la chiamata, l’esperienza e, soprattutto, l’iniziazione necessaria. Unendo la ricerca attraverso fonti antropologiche e storiche a quella sull’uso della pianta nel contemporaneo, cercherò di evidenziare il rapporto fondamentale fra tradizione, esperienza, sciamano e sostanza, talvolta dimenticato da chi colleziona esperienze psichedeliche, fuori dall’ordinario, senza indagarne il significato profondo.
Francesca Matteoni (1975), esperta di antropologia e folklore, ha pubblicato vari libri di poesia, fra cui Artico (Crocetti 2005), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Acquabuia (Aragno 2014) e il romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Scrive saggi di storia e folklore. È redattrice di Nazione Indiana.
* Rompere gli schemi: la cura psichedelica alla depressione, di Ilaria Giannini
Le nuove speranze per la cura della depressione – il male più diffuso al mondo, che colpisce 350 milioni di persone, metà delle quali resistenti agli antidepressivi – arrivano dalle sostanze psichedeliche. Carhart-Harris ha dimostrato che l’LSD legandosi con i recettori della serotonina, portando a una dissoluzione dell’ego capace di spezzare i circoli viziosi psichici, compresi quelli depressivi. La terapia si mostra efficace dopo un solo trattamento, è economica e priva di effetti collaterali, e mentre si attende la legalizzazione per l’uso medico di queste sostanze, già crescono i malati che si curano illegalmente con il microdosing.
Ilaria Giannini (1982), ha pubblicato due romanzi, I provinciali (Gaffi) e Facciamo finta che sia per sempre (Intermezzi), e il reportage I treni non esplodono. Storie dalla Strage di Viareggio (Piano B). Ha curato per Typimedia Editore i volumi La storia dell’Oltrarno e La storia di Prato.
* L’antidepressivo di Trump, di Agnese Codignola
Il 5 marzo 2019 la FDA ha approvato un nuovo antidepressivo, dopo decenni nei quali nessuna molecola era stata aggiunta all’armamentario di quelli già disponibili: lo spray nasale di esketamina, la forma levogira (la molecola esiste in una forma destrogira o R, e levoigira o L) della ketamina. A differenza di LSD e psilocibina, il meccanismo d’azione non è del tutto chiaro e gli effetti possono essere molto diversi. Sebbene la ketamina possa indurre dipendenza ed avere effetti tossici, il segnale è quantomai significativo: è la prima volta che, dal bando del 1971, una sostanza psicoattiva viene autorizzata per un utilizzo medico. Il Rinascimento psichedelico sta modificando la considerazione del significato terapeutico di queste sostanze, sostenuto da importanti studi il cui peso specifico non può più essere ignorato. La scienza procede, e di volta in volta conferma le incredibili potenzialità delle sostanze psichedeliche.
Agnese Codignola ha conseguito il dottorato in farmacologia all’Università di Milano, dopo sette anni nel campo della ricerca si è dedicata completamente all’attività giornalistica. Collabora con i principali gruppi editoriali italiani (RCS, Espresso-Repubblica, Il Sole 24 Ore, Hearst Magazines Italia, Elsevier e altri). È autrice dei libri Il corpo anticancro. Come con l’immunoterapia si può vincere la lotta contro i tumori (Piemme 2017), scritto con Michele Maio, e LSD. Da Albert Hofmann a Steve Jobs, da Timothy Leary a Robin Carhart-Harris: storia di una sostanza stupefacente (Utet 2018).
* Psichedelia e politica, di Marco Cappato
Sono in corso nel mondo sperimentazioni sull’utilizzo del microdosing di LSD, dopo che lo psicologo James Fadiman già negli anni ’60 ne aveva indagato gli effetti sulla produttività. Mentre la diffusione del microdosing tra i professionisti della Silicon Valley riapre dibattito politico e attenzione scientifica, la britannica Beckley Foundation ha lanciato nel 2018 uno studio gestito in autonomia da chi partecipa, ma come risponde la politica dei paesi occidentali a tali sollecitazioni. Che fine farà la war on drugs portata avanti da decenni? E da dove arrivano le istanze più significative per sperare in un futuro di progressiva liberalizzazione delle sostanze psicoattive?
Marco Cappato (1971), tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, co-fondatore di Science for democracy, del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna Eutanasia legale. È stato deputato europeo radicale eletto nella Lista Emma Bonino (1999-2004, 2006-2009), Consigliere comunale e metropolitano a Milano (2011-2016) e presidente di Radicali Italiani (2016). Ha realizzato azioni di disobbedienza civile – in materia di droghe, libertà sessuali e di espressione, ricerca scientifica e fine vita – che lo hanno portato ad affrontare processi, fermi e arresti.
* Medicina per il mondo, o per i mercati?, di Vanni Santoni
Negli anni ‘60 l’utilizzo di massa di acido lisergico – almeno negli Stati Uniti e nel Regno Unito – generò rapidamente dei fenomeni culturali senza precedenti come la riscoperta della spiritualità, svariate e più o meno note influenze sulle arti e lo sviluppo dei movimenti pacifisti e ecologisti secondo le forme che ci sono note tutt’ora. Alcuni degli effetti estremi degli psichedelici, quali l’annullamento dell’ego, la sensazione di “interconnessione”, la possibilità di osservare in modo distaccato i costrutti sociali e i frame comportamentali in cui si è immersi, portano a un effettivo ri-posizionamento dell’individuo rispetto agli altri e nel mondo – in passato, quando tale processo ha coinvolto masse significative di persone, esso ha avuto effetti tangibili nell’agenda delle priorità politiche.
Scopo del saggio è capire se il Rinascimento psichedelico possa portare, come suggeriscono alcuni studi, a uno sviluppo valoriale – per non dire etico – della vita pubblica, nel contesto attuale di regressione dei valori della politica, frutto della crisi e poi della scomparsa di quelle ideologie che la ispiravano, come i principî del socialismo, del cristianesimo sociale e della socialdemocrazia.
Sull’onda di questi stravolgimenti Timothy Leary riteneva che superata una certa soglia di persone che hanno esperienza degli psichedelici sarebbe scattato un cambiamento radicale della società americana. Leary stimava che tale punto di svolta si sarebbe verificato una volta in cui questo numero avrebbe raggiunto i 4 milioni, portando con sé una svolta in chiave pacifista ed ecologista.
Vanni Santoni (1978), dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), Terra ignota e Terra ignota 2 (Mondadori 2013 e 2014), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017). Dirige la narrativa di Tunué e scrive sul Corriere della Sera. Ha trattato il tema del Rinascimento psichedelico su Internazionale, Esquire e altre testate.
* Oltre la Realtà: Internet e memetica tra magia, estasi e distruzione, di Silvia Dal Dosso e Noel Nicolaus
Questo intervento si concentra sul contributo della Internet Culture nella diffusione e normalizzazione della cultura psichedelica. A partire dalle origini della tech-culture californiana, la rete è oggi più che mai un fattore cruciale dell’attuale Rinascimento psichedelico. Le nuove forme di socialità e condivisione sui social, come le chat, le dirette live, e i meme sono evoluzioni dei forum che hanno cominciato a proliferare negli anni 90: la rete oggi sta cambiando la sensibilità dell’opinione pubblica sul tema della psichedelia, contribuendo a far emergere nel mainstream realtà fino a poco fa relegate ai margini della cultura di massa. Gli autori si occupano in questo testo delle subculture che nascono su internet e del fenomeno dei meme, le cui figure e le cui estetiche sono caratterizzate da un’orror vacui, che in un certo senso accomuna certi contenuti multimediali all’esperienza psichedelica.
Silvia Dal Dosso (1985), è una creativa nel campo digitale e ricercatrice di tendenze e sottoculture dell’Internet. Ha scritto e diretto The 1 Up Fever (2013), un mockumentario sui Bitcoin e l’Augmented Reality. È co-fondatrice di Clusterduck, un collettivo interdisciplinare che lavora al crocevia di ricerca, design e transmedialità, concentrandosi sui processi della creazione e della diffusione di contenuti digitali. Ha partecipato a una serie di conferenze e mostre realizzate da Clusterduck durante il progetto artistico #MEMEPROPAGANDA. Come regista ha diretto reportage sull’arte contemporanea per la web-tv Apollo.tv e videoclip musicali per il collettivo Pop X. I suoi lavori sono stati presentati su Canal +, Sky TV, Rai TV, Vice Magazine, Motherboard, Rhizome, Zeit Online, Rolling Stone, Corriere della Sera e proiettati in numerosi festival.
Noel David Nicolaus (1980), è un ricercatore indipendente che vive e lavora a Berlino. Come dottorando in antropologia all’Università Humboldt di Berlino, ha studiato la mobilità transnazionale nel contesto della crisi europea, con particolare attenzione alla trasformazione del concetto di cittadinanza. Ha scritto per riviste di settore come Stadtaspekte e sub\urban. È tra i co-fondatori del collettivo di arte digitale Clusterduck, con il quale ha sviluppato vari progetti curatoriali e di ricerca, tra cui la mostra #MEMEPROPAGANDA e il padiglione “Internet Fame” della Wrong Digital Biennale.
* Gnosticismo acido, di Edoardo Camurri
Il saggio indaga le implicazioni intrinsecamente spirituali della psichedelia, anche e soprattutto a partire dall’uso delle sostanze psicotrope in chiave di perfezionamento (o nuova categorizzazione) del sé. Così come per Aldous Huxley era necessario trovare una manifestazione con cui edificare una civiltà alternativa a quella che si stava prefigurando – e l’LSD, la mescalina e i funghi allucinogeni, sembravano avere le caratteristiche per diventare in un certo senso il manifesto di un rinnovato Umanesimo – nello stesso modo, oggi, nel tempo della Psychedelic Renaissance, la somministrazione di tali sostanze potrebbe essere da una parte la più grande arma per sconfiggere diverse patologie mentali legate all’ansia, alla depressione e alle dipendenze; e dall’altra il principale dei modi per tenere in vita l’aspetto gnostico, sapienziale e spirituale dell’uomo.
Edoardo Camurri (1974), scrive per il Foglio, Vanity Fair e il supplemento domenicale del Sole 24 Ore. Ha condotto su Radio 3 trasmissioni come Tabloid, Radio 3 Mondo, Prima Pagina, Pagina 3 e Tutta l’Umanità ne parla. Per la televisione ha condotto e conduce programmi come Omnibus Estate e Omnibus Weekend (La7), Mi manda Raitre (Rai 3), Viaggio nell’Italia che cambia (Rai 3), I grandi della letteratura italiana (Rai 5), e Provincia Capitale (Rai 3). Da autore televisivo ha firmato diversi programmi tra cui Le vite degli altri, Istantanea e La Gaia Scienza. È inoltre autore del libro L’Italia dei miei stivali (Rizzoli).
* Tramonto al Tempio. I festival psichedelici e gli antichi culti misterici, di Chiara Baldini
I festival psichedelici sono un fenomeno strettamente contemporaneo o si possono incontrare nella storia episodi paragonabili a grandi raduni multiculturali dove un’esperienza di connessione tra i partecipanti e gli effetti dell’immersione nella dimensione rituale possono scatenare profondi cambiamenti sia a livello individuale che di gruppo? Questa è la domanda da cui parte la ricerca di somiglianze e contrasti tra il fenomeno dei “transformational festivals” e i Misteri di Eleusi e delle religioni misteriche nell’antica Grecia, per offrire un quadro culturale di riferimento nel quale incontrare spunti di riflessione per capire, nella cornice del nuovo rinascimento, da dove veniamo e dove stiamo andando.
Chiara Baldini, dal 2009 inizia a pubblicare saggi accademici come approfondimento della comprensione dell’esperienza estatica attraverso una ricerca indipendente sulle religioni misteriche dell’antica Grecia. Dal 2010 collabora con il Liminal Village, l’area culturale del Boom Festival in Portogallo, diventandone la curatrice e coordinatrice. Nel 2015 e 2016 contribuisce alla realizzazione di un’area culturale nel Fusion Festival in Germania. Nel 2019 cura la pubblicazione dell’antologia Psychedelic Mysteries of the Feminine (Park Street Press, Boston). Dal 2010 vive in Portogallo, sulla Costa Vicentina, dove suona come DJ Clandestina.
* La Sindrome di Stendhal nell’era della sua riproducibilità tecnica, di Federico di Vita
Il saggio a firma del curatore prende a sua volta spunto dai festival psytrance che, analogamente a quanto accade nelle più attuali forme di arte visiva, propongono un’esperienza immersiva totale, che gioca su diversi livelli percettivi configurandosi come compiute tecnologie dell’estasi. (Più avanti si trova una presentazione più estesa di questo intervento).
Federico di Vita (1982) scrittore, giornalista e conferenziere, collabora con diverse testate, tra cui L’Indiscreto, Il Foglio, Esquire, Elle Decor e Dissapore. È autore dei libri inchiesta Pazzi scatenati (Tic, 2012, Premio Speciale Fiesole) e I treni non esplodono. Storie dalla strage di Viareggio (Piano B, 2016). Ha tenuto conferenze a carattere psichedelico nei maggiori festival italiani e scritto articoli sul tema su vari quotidiani e riviste. È inoltre autore della prefazione dello storico saggio di etnobotanica psichedelica Il Cibo degli Dei di Terence McKenna (uscito per Piano B nel 2020, e fuori catalogo in Italia da dieci anni), e del primo commento a un canto della Divina Commedia condotto sotto l’effetto di sostanze psichedeliche.
* Perché un Rinascimento non si faccia Restaurazione, di Andrea Betti
Delle mutazioni in corso nella cultura psichedelica; di ansie e sospetti su un “Rinascimento” che potrebbe virare in “Restaurazione” dove le sostanze psichedeliche, oggetto di nuovi studi, potrebbero aggiungersi a quella lunga lista di prodotti farmaceutici utilizzati per placare, reprimere o incrementare la performatività individuale. La riflessione nasce dall’assenza ingiustificata di Antonin Artaud nell’excursus sul Rinascimento Psichedelico Americano delineato da Michael Pollan, del tutto rimosso da una storia che gli è largamente debitrice, fra i primi psiconauti, in senso contemporaneo, ammesso alla Danza del Peyote presso il popolo Tarahumara; cadendo Artaud, di cui è documentata l’influenza su Ginsberg e la Beat Generation, cade tutto il castello del pensiero controculturale, vero banco di prova di una rivoluzione-evoluzione interrotta d’imperio con la criminalizzazione della LSD; da Leary, a Deleuze fino ad arrivare ad oggi, all’incompiuto progetto di Mark Fisher, Acid Communism, si è cercato quindi di rintracciare tutte le filiazioni e le influenze “scomode” che sono state filtrate per rendere appetibili le sostanze “sacre” per nuovi mercati, ma che mondano la pratica psichedelica della potenzialità stessa insita nel suo nome.
Andrea Betti (1971), detto Tibet, è nato e vive a Pistoia. Ha studiato Disegno Industriale presso l’ISIA di Firenze. Si è occupato di videoarte, cortometraggi di animazione, live media per dj set e concerti. Scrive da sempre, principalmente poesia: cofondatore di AssCultPress, con una lunga attività di reading in tutta Italia. Ha pubblicato articoli e brevi saggi per Nazione Indiana, LGE-La Grande Estinzione, MegaHZ – inserto musicale del quotidiano campano Metropolis – e un “microromanzo” che farà parte del progetto collettivo “TINA – Storie della Grande Estinzione” curato da Antonio Vena e Matteo Meschiari.
* Fantadroghe e pseudorealtà. Su alcune interpretazioni letterarie della psichedelia, di Carlo Mazza Galanti
L’articolo si concentrerà sugli aspetti più problematici del cosiddetto Rinascimento psichedelico: l’integrazione delle sostanze in questione in ambito produttivo e terapeutico sarà intesa come un netto superamento del paradigma critico e trasgressivo legato all’uso delle stesse nei decenni in cui emersero e si diffusero, nel mondo occidentale, tra le culture le controculture giovanili. Questo slittamento del senso e della pratica delle sostanze verrà dunque letto in un più ampio contesto politico-culturale. A questo scopo verranno utilizzate opere letterarie del passato e del presente dove l’esperienza psichedelica, oltre che per le sue potenzialità liberatorie, è mostrata anche in una chiave simmetricamente opposta, come strumento di controllo e addomesticamento di massa.
Carlo Mazza Galanti (1977), è traduttore, critico letterario e giornalista culturale. Scrive su diversi giornali e riviste, tra cui Il Tascabile, Esquire, Alias, il manifesto, D di Repubblica, lo Straniero e Nuovi Argomenti. Per minimum fax è in uscita il suo Scuola di demoni. Conversazioni con Michele Mari e Walter Siti.
* Pseudoglossario, di Gregorio Magini
I primi sperimentatori occidentali delle sostanze psichedeliche di sintesi si trovarono di fronte a esperienze e fenomeni non descrivibili con linguaggi convenzionali. Dalla Filosofia Perenne di Huxley, alle istruzioni di Leary ispirate dal Libro Tibetano dei Morti, i pionieri andarono a cercare nelle tradizioni mistiche e nell’Oriente dei quadri concettuali che la cultura moderna non era in grado di fornire. Nei decenni che seguirono, i linguaggi della psichedelia furono arricchiti da apporti provenienti dalle direzioni più disparate. Per parlare degli psichedelici e dei loro effetti, si è sviluppato un vero e proprio gergo, denso di riferimenti culturali (alti e bassi, accademici e pop). Oggi che la psichedelia sta nuovamente diventando un discorso pubblico accessibile ai più, è utile passare in rassegna, senza nessuna pretesa di completezza, alcune delle parole chiave più importanti di questa tradizione, tra le quali “Psiconauta”, “Energia”, “Droga”, “Spiritualità” e “Visione”.
Gregorio Magini (1980), vive e programma a Firenze. Ha fondato e coordinato il progetto Scrittura Industriale Collettiva, da cui è nato In territorio nemico (minimum fax, 2013). I suoi racconti sono apparsi sulle maggiori riviste letterarie italiane e su numerose antologie. Dopo l’esordio di La famiglia di pietra (Round Robin, 2010), torna al romanzo con Cometa (Neo edizioni, 2018). Ha pubblicato articoli e racconti su varie riviste online, tra cui minima et moralia, L’Indiscreto e NOT.