Scienza e informazione per “assolvere” gli psichedelici – anche in Italia?

Lunedì 27 gennaio, nell’edizione del TG1 delle 13:30, è passato un breve servizio di Barbara Carfagna dedicato alla “nuova frontiera degli psichedelici”, in particolare sulla ripresa delle ricerche scientifico-terapeutiche sui vari composti (per lo più derivati da piante e sostanze naturali) comunemente definiti psichedelici. Il servizio è affiancato da un più ampio podcast, inclusivo di intervista con Federico Menapace di MAPS.

In apertura, si notifica un dato abbastanza preoccupante: il diffondersi di sindromi croniche di stress emotivo, a seguito del protrarsi estenuante della situazione pandemica, con tutte le incertezze che ne sono derivate. Ambito in cui queste sostanze sembrano dimostrarsi utili nel contesto della psicoterapia, come confermano gli ultimi studi (soprattutto nel mondo anglosassone) in casi di depressione, PTSD (disturbo post traumatico da stress) e ansia, in aggiunta alle prime applicazioni legali in ambito medico.

TG1 27.1.22 Nel servizio, Luca Pani, psichiatra e membro dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dichiara l’alto fervore che anima questo campo della ricerca scientifica – si prevedono investimenti fino a 2,7 miliardi di dollari entro il 2027, con il lancio di decine di start-up e varie mega-aziende già quotate in borsa. Ribadendo tuttavia l’assenza di una regolamentazione ben protocollata di questi studi e l’urgenza di recuperare il tempo prezioso andato in fumo per via dell’imperante proibizionismo, con l’annessa ed erronea concezione degli psichedelici come sostanze “prive di proprietà terapeutiche, e pericolose per dipendenza e abuso” (nella lucchettata Tabella 1).

Certamente positivo il fatto che finalmente anche su canali mainstream come il TG1 ci sia interesse ad affrontare questioni fino a ieri “tabù”, nella speranza questo sia solo un primo segnale per ulteriori approfondimenti, soprattutto rispetto all’ampio scenario socio-culturale-politico-umano legato a queste sotanze e pratiche. Anche come stimolo per avviare un dibattito pubblico in Italia pressochè assente, diversamente da quanto avviene in USA e altrove.

Viene però da chiedersi se serviva davvero un evento epocale come la pandemia per attirare l’attenzione delle testate mainstream nostrane, considerando altresì che in un servizio durato meno di due minuti non si poteva andare troppo per il sottile, privilegiando l’attualità più stretta. E, più in generale, se solo situazioni anomale come l’emergenza-Covid possano davvero imprimere un’accelerata a queste ricerche.

In realtà, nonostante questo mezzo secolo di proibizionismo ormai allo stremo, in USA sono in corso da svariati anni sperimentazione cliniche di sostanze quali MDMA, psilocibina, ketamina, LSD. Per esempio, già nel 1990 fu autorizzato un test (di 5 anni con 60 volontari) all’Università del New Mexico per studiare gli “effetti mistici” del Dmt sintetico. E gli esiti degli studi con l’Mdma di Charles Grob sono apparsi sulle riviste mediche già nel 1996. A livello underground sono poi rifiorite pratiche psicoterapeutiche adatte allo scopo (correttamente delineate nel servizio del TG1), fino alla recente depenalizzazione dell’uso personale di funghetti e altre piante psicotrope naturali in alcune località.

Non è forse il caso che anche l’Europa – dove pure operano importanti pionieri nella ricerca come la Beckley Foundation e l’Imperial College londinese, oltre a varie entità minori sparse sul continente – inizi finalmente ad “assolvere” gli psichedelici da quest’accusa poco puntuale che li qualifica come meri “allucinogeni” e che, al pari di sostanze quali l’eroina o la morfina, li esclude completamente sia dalla ricerca scientifica che da qualsiasi altro tipo di consumo? Mentre, come dimostrano gli studi di cui sopra e altre analoghe indagini, è vero che in contesti e modalità controllati, molte di esse non siano né additive né neurotossiche ma anzi offrono evidenti benefici psicofisici.

Inoltre, alcuni recenti studi storici hanno rivelato che in Italia negli anni ’60 si sono compiute decine e decine di ricerche sperimentali proprio nei riguardi del trattamento di patologie psichiatriche e dipendenze. E anche sulle nostre sponde fortunatamente non tutti i ricercatori si sono lasciati convincere dal divieto legale in vigore dai primi anni ’70, continuando a svolgere, sommessamente eppur meticolosamente, l’investigazione circa il potenziale di questi composti.

Ora che finalmente perfino a mamma Rai sembra voler superare certi “tabù”, forse anche la nostra comunità scientifica vorrà accorgersi del “fenomeno” in corso e darci seriamente dentro con la ricerca? Vedremo. La speranza è sempre l’ultima a morire.

Post Terapia: Psichedelia 2.0

Proponiamo di seguito alcuni stralci dell’articolo di Raffaele Cascone – psicoterapeuta sistemico-processuale, psicologo, presso il dipartimento Neuroscienze della Salute e Medicina Sperimentale, Università di Palermo – pubblicato sul numero di dicembre 2021 della rivista di musica MuMag:

Carlos Castaneda: Don JuanQuando alla fine degli anni ’60 del secolo scorso al culmine dell’era del rock e della psichedelia, uscì The teachings of Don Juan (in italiano A scuola dallo stregone), primo libro della saga dell’oriundo cileno-nord americano, scrittore e antropologo Carlos Castaneda, sembrò che non si trattasse di altro che di una narrazione astuta, che ri-introduceva nel mercato occidentale culture e pratiche, fino ad allora ai margini della cultura dominante, focalizzate sulla modulazione degli stati di coscienza, intesi come una pluralità di stati, in uno spettro che si estende dagli stati più riduttivi della convenzionalità fino agli stati alterati, alla perdita della coscienza e alle visioni mistiche.

Che la faccenda fosse più complessa ce ne accorgemmo fin dagli inizi: l’autenticità etnologica del materiale era dubbia, mentre circolavano anche voci di un segreto coinvolgimento nella scrittura da parte dell’intero dipartimento di antropologia dell’UCLA (University of California Los Angeles) e da parte dell’intero dipartimento di Etnometodologia di Harold Garfinkel con cui Carlos stava laureandosi.

Ciò avveniva in contemporanea con tre punti di virata: innanzitutto il dilagare attraverso i media elettronici del mercato degli stati d’animo, su cui da sempre si fonda la narrazione dell’universo Media, quella società dello spettacolo che ci arriva oggi, in forma transfigurata, come “spettacolo della società del virus”; poi il culmine dell’era rock con i due grandi festival-lager dell’isola di Wight e di Woodstock; infine il culmine dell’era psichedelica. Il declino di queste vicende fu brusco e inaspettato quanto tipico a causa della cessazione delle loro variegate condizioni di esistenza.

Altrettanto inaspettato è il fatto che oggi a sessant’anni di distanza queste condizioni si siano ricreate: a fine 2021, è in corso una massiccia entrata nei mercati e in borsa di investimenti nell’industria delle terapie psichedeliche, mentre Stati Uniti e Regno Unito approvano l’uso clinico terapeutico in psichiatria e in psicoterapia della Ketamina, in dosi sub-anestetiche, rivelatosi straordinariamente risolutivo in numerose sindromi resistenti alle cure. E’ l’inizio dell’era psichedelica 2.0, che noi preferiamo caratterizzare come nuova era “psicolitica”.

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Nella terza pubblicazione della saga, “Journey to Ixtlan”, (Viaggio a Ixtlan), Castaneda, trickster o autentico antropologo, manipolatore mediatico o pontefice che sia, ricorda come, allorchè i conquistadores europei distrussero la civilta antica nativa sud-americana, precedendo il prossimo venturo terrificante imperialismo nord-americano in sud-america, la spiritualità e gli esseri spirituali del territorio ne beneficiarono in modo clamoroso. Parafrasando Castaneda: Quando il Tonal, le creazioni materiali di una civiltà vengono distrutte, il Nagual, vale a dire la spiritualità pura in quanto fonte inesauribile di tutte le potenzialità cresce in modo esponenziale e irresistibile.

Per quanto spesso respinta o addirittura squalificata dalle popolazioni native sud americane, nord americane, la narrazione di Castaneda, ha ancora oggi vari meriti e varie implicazioni operazionali tra cui quello di proporre una serie di sconfinamenti in chiave post-etnologica, post-psicologica e addirittura post-psichedelica alle credenze relative alla percezione di sé stessi e dell’esistenza e alle limitatezze della propria ontologia.

Negli ultimi 40 anni il numero dei suicidi aumenta e i progressi terapeutici sono pochi e irrilevanti, malgrado gli avanzamenti nelle conoscenze di quella sindrome da PTSD, disordine da stress post-traumatico, che era proliferata propria a causa delle numerose guerre combattute.

E’ conseguente che in risposta allo stallo professionale emerga una tendenza verso la de-professionalizzazione delle cure almeno di quelle “psichiche”. Proprio in questo periodo di tentativi massicci multinazionali di medicalizzazione dell’esistenza , appare una “resistenza” imprevista nei meandri della Rete, in direzione di una ricostruzione già in atto dei “Commons”, dello spirito e della solidareità comunitaria e indipendente.

Questa proposizione si posiziona rispetto agli interrogativi di Bruno Latour con i suoi “Chi sono, oggi?” e “Dove atterrare?” a cui risponde con una versione aggiornata e operazionale del Nagual, inteso come fonte inesauribile di tutte le potenzialità. I suoi elementi costitutivi sono: la Rete come medium-media in versione psichico-somatico-spirituale; la connettività in quanto “Neo-commons”, territorio comune in cui condividere le risorse e implementare il dispositivo “cento e più anni di vita creativa attraverso la condivisione anche di una sola ora tra 10.000 persone”; infine la riconquista di quel pezzo di terra sottratta, su cui ri-atterrare per dare sempre e di nuovo corpo alla musica vivente degli esseri e delle cose, soprattutto per condividerla anche attraverso la parola, le arti, gli artefatti, e le tecnologie correnti.

Cile: filosofia psichedelica nella musica e nell’arte

Proponiamo di seguito l’intervento di Andrea Orsini alla recente edizione 2021 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21). Si tratta di una conversazione con AtomTM, maestro della musica elettronica e tecno, artista visivo e raver, ed Enrique Rivera, curatore d’arte e direttore della Bienal Artes Mediales di Santiago. Si parte da domande relative all’influenza della psichedelia nel lavoro di due interpreti della contemporaneità nella musica elettronica e nelle arti mediali. L’influenza delle esperienze personali nelle loro produzioni e la relazione ricercata con il pubblico. Esiste uno schema: dispositivo ipnotico – trance – catarsi? E in che modo si compone nella creazione? Le arti mediali, al di là dei meccanismi condizionanti del sistema-mercato, possono incontrare un focus e uno spazio di influenza nella ricerca di una nuova epistemologia e di una nuova visione dell’umano?

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Corrispondo dal Cile. Questo paese nella sua storia culturale moderna presenta aspetti originali di intreccio tra psichedelia, arte, filosofia, medicina, musica, antropologia, letteratura, psicologia, scienza e danza. La cultura cilena ha una vocazione all’interdisciplinarità che ha favorito esplorazioni inusuali e d’avanguardia.
Vi propongo un’intervista a due esponenti di questo Cile, il musicista, Uwe Schmidt, conosciuto con l’alias di AtomTM, e il curatore d’arte Enrique Rivera. La registrazione è stata realizzata specialmente per gli SGPI21. Uwe ed Enrique ci parlano della psichedelia in ambito musicale, artistico e culturale. Li ho invitati a questa riflessione comune perché persone molto attive nella produzione di eventi, e a contatto con la realtà cilena in una fase sociale e politica per alcuni aspetti straordinaria.

Se il Cile della dittatura è stato il primo laboratorio del neoliberismo dei Chicago boys, oggi con la vittoria del trentacinquenne Boric e la costituente presieduta da Elisa Loncon, donna di medicina Mapuche, si candida a diventare il laboratorio di un eco-stato basato sulla parità di genere e il rispetto delle minoranze. Certo, il conflitto economico tra ricchi e poveri è alla base di quanto sta succedendo. Ma si commetterebbe un grande errore a non vedere in questo movimento di trasformazione, presenti e centrali, altri due aspetti tra loro collegati: il superamento del patriarcato e il cambio di paradigma nei confronti della Natura, che vuol dire cambio della percezione e nuova coscienza. L’insorgenza degli ultimi due anni è stata fortemente ancestrale, magica e psichedelica, femminista e sessuale relativamente al rovesciamento del concetto di genere.

Idee che sono state sostenute e promosse da Claudio Naranjo, che a sua volta si è formato in un contesto collettivo di lunga gestazione. L’Lsd è stato introdotto in Cile nel 1959 da Lola e Franz Hoffmann nell’ambito di terapie di gruppo all’interno della Clinica Psichiatrica dell’Università del Cile diretta da Ignacio Matte Blanco. Junghiani eclettici e molto attivi, con la loro Scuola di Antropologia Medica hanno influenzato molti, oltre al giovane Claudio. E non parlo solo di ricercatori accademici come Maturana e Varela, con la loro scoperta dell’autopoiesi, o Rolando Toro con la biodanza.

Alla fine degli ’80 si è creata una fusione tra punk e psichedelia promossa dai giovanissimi “pinochetboys”, una fusion di teatro-danza, musica, performance, arte e poesia, che ha lasciato un segno permanente, oggi celebrata nel film documentario “Vicente Ruiz: A Tiempo Real” realizzato da Matías Cardone y Julio Jorquera. Ma in generale osservo una larga diffusione di gruppi che usano le medicine sacre in tutte le declinazioni, dalle più tradizionali, collegate al mondo sciamanico, a quelle di integrazione con la psicoterapia, con la meditazione, con l’arte, la musica. la scienza, o semplicemente collegate all’insorgenza esistenziale e anarchica della gioventù. Tutte queste linee convivono e formano una bella “nebulosa” psichedelica.

Chiaramente con questa breve carrellata non posso dare conto di tutto il contesto, ma spero di aver reso le motivazioni e lo sfondo che accompagnano la nostra conversazione.

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Video-registrazioni di SGPI21 (previo donazione)

Rispetto alla terza edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI21) del 10-12 dicembre scorso, a breve ne pubblicheremo qui alcuni video-spezzoni. Invece un gruppo privato su Facebook offre le registrazioni video integrali delle tre giornate. Per accedervi è necessario inviare richiesta dettagliata e/o compilare l’apposito modulo, inviando altresì un contributo economico a sostegno del progetto.

L’offerta è libera ma etica e consapevole: riteniamo importante rendere accessibile a tutti la cultura ma al contempo l’organizzazione di un evento simile ha costi e impegni personali non indifferenti. Anche perché l’intero progetto-network Psy*Co*Re è completamente non-profit e poggia esclusivamente sull’opera volontaria. Organizzare eventi di questo tipo richiede tempo, fatica e denaro (ciò vale anche per i relatori), e un evento come SGPI21 ha dei costi vivi di almeno qualche migliaio di euro, considerando che locali, attrezzature e parte del personale è stato messo a disposizione gratuitamente dal CCCTo e che l’impegno organizzativo garantito da svariate persone non viene remunerato in alcun modo. Tra online e in loco abbiamo calcolato almeno 300 ore di “passione lavorativa”.

L’offerta libera, etica e consapevole permette a tutti di determinare il contributo in base all’interesse e alle possibilità personali. È un po’ il corrispettivo della “sliding scale” applicata in tanti eventi analoghi nel mondo anglosassone. Ciascuno contribuisce in base ai propri interessi e alle proprie tasche. In tal modo non si preclude l’accesso a nessuno e si consente al progetto di andare avanti. Chiediamo simbolicamente di contribuire almeno con 1 euro a intervento: quest’anno abbiamo ospitato circa 50 relatori, quindi il contributo per chi intende accedere ai video-interventi integrali delle tre giornate potrebbe essere fissato a 50 euro.

Altrimenti, in cambio dell’accesso ai contenuti di una singola giornata o solo ad alcuni interventi, si può versare un contributo a scalare – tipo 10, 20, 30, 40 euro – sempre in base all’interesse e alle possibilità economiche personali. Ovviamente non vanno escluse altre formule, tra cui donazioni a cadenza periodica prestabilita (tipo un tot al mese o a trimestre), offerte a piacere di qualsiasi entità e perfino l’auto-tassazione degli stessi relatori. E non esitate a rilanciare questo testo nei vostri canali social, a contatti utili ed amici interessati.

Grazie di cuore a tutt*!

Il contributo economico può essere inviato tramite bonifico bancario, PayPal o carta di credito, si veda: https://psycorenet.org/donazioni/

Per ulteriori dettagli, contattare Alessandro Novazio (alessandro.novazio@gmail.com — +39 329 654 4233).

Comprendere l’esperienza psichedelica: esperienze trasformative e stati mentali “cruciali”

Descrivere un’esperienza psichedelica terapeutica come un’esperienza che catalizza una trasformazione psicologica  positiva è forse il modo più sintetico per comprendere come avviene un processo di guarigione coadiuvato da questo tipo di sostanze. Ciò che rivoluziona il modo di relazionarsi alla realtà può tuttavia dare risultati anche opposti fra loro: dalla crescita personale a (nei casi peggiori) una ricaduta psicotica.

Approfondendo il significato di queste esperienze Robert Carhart-Harris (ex direttore del Centre for Psychedelic Research presso l’Imperial College di Londra, dall’estate passato a dirigere Neuroscape, centro di ricerca multidisciplinare dell’Università della California, a San Francisco), insieme al collega Ari Brouwer, ne ha recentemente proposto un’interpretazione. Secondo loro tali esperienze possono provocare pivotal mental states”: stati mentali “cruciali”, di transizione e cambiamento,  che possono indurre esperienze catartiche, e quindi liberare da una precedente situazione di stress cronico o angoscia, oppure traumatiche. Il differente esito di questi stati mentali dipenderà principalmente dal contesto in cui vengono scaturiti e dalle caratteristiche interne del soggetto che li sperimenta.

La metafora della biforcazione (Carhart-Harris and Brouwer, 2021): l’evento intenso che scatena uno stato mentale trasformativo (indicato nell’immagine come “Pivotal Experience”) attiva il recettore 5HT2A, un recettore attivato anche dalle sostanze psichedeliche. Questa attivazione destabilizza l’equilibro dell’organismo e può sfociare in un’esperienza di crescita o in un trauma. L’esito dipende dal contesto e dalla caratteristiche di chi vive l’esperienza.

Il “contesto” descritto dagli autori integra i concetti di set e setting includendo come variabili il patrimonio genetico, le esperienze infantili, e la trama di relazioni che costituiscono la vita del soggetto e che influiscono il decorso dell’esperienza potenzialmente trasformativa.

I due ricercatori hanno individuato una serie di caratteristiche simili negli stati mentali di transizione (non solo psicologiche, ma anche bio-chimiche e neurali) indotti da situazioni anche molto diverse fra loro. Questi elementi potrebbe essere condivisi anche da tutti quegli esercizi che inducono stress in modo volontario: digiuni, isolamenti e deprivazioni sensoriali (spesso presenti nei riti d’iniziazione), ma anche pratiche come la respirazione connessa od Olotropica.

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Enteogeni: nuova collana editoriale di AnimaMundi

Ralph Metzner, Enteogeni per la rinascita spiritualeSulla scia del continuo interesse di testate mainstream internazionali, dalla Francia agli Stati Uniti, va espandendosi anche in Italia l’attenzione editoriale sui vari aspetti degli psichedelici. Proprio l’esplorazione di quest’ambito sarà al centro degli eventi serali in livestream previsti per MindBooks (14-18 ottobre 2021): progetto ideato e ospitato dal cccTO, curato da Psy*Co*Re in contemporanea al Salone del Libro di Torino. Interviste, presentazioni e interventi vari approfondiranno i contenuti della biblioteca psichedelica nostrana e di altri volumi di recente pubblicazione. Quadro che va ora arrichchendosi di nuova collana ad hoc proposta da AnimaMundi, editore indipendente di Otranto,

Pioniere e ricercatore nel campo della coscienza, Ralph Metzner, uno dei massimi esponenti del movimento psichedelico degli anni Sessanta, ne è rimasto una forza trainante durante i successivi decenni di discriminazione fino all’attuale rinascita. Esperto psicoterapeuta transpersonale, prolifico autore, alchimista, sciamano, guaritore, maestro spirituale e instancabile esploratore degli stati non ordinari di coscienza, Metzner ha aiutato migliaia di persone un po’ ovunque, dalle Americhe all’Europa, direttamente nel suo studio, ma anche attraverso libri e seminari.

Questo l’incipit firmato dal noto psichiatra ceco Stanislav Grof nell’introdurre il primo volume della collana: Enteogeni: alleati per la rinascita spirituale. Linee-guida per esperienze psichedeliche produttive e sicure. Si tratta della traduzione di un testo agile ma approfondito curato nel 2015 da Ralph Metzner (1936-2019), psicologo tedesco-statunitense già coinvolto nelle prime ricerche sul campo con Timothy Leary e Richard Alpert nonché psicoterapeuta e professore emerito presso il California Institute of Integral Studies di San Francisco.

Un testo che finalmente porta anche in Italia i suggerimenti e l’esperienze di questo importante ricercatore ed esploratore degli stati alterati di coscienza in senso lato, maturate in decenni di sessioni, eventi e workshop internazionali nonché in numerosi libri e saggi intorno alle sostanze enteogene. E che quindi rientra pienamente in questo progetto editoriale, con l’obiettivo di “svolgere un lavoro di cucitura del passato con il presente, collegando le voci e le esperienze dei pionieri con le testimonianze dei ricercatori odierni, di mettere in relazione la ricerca in corso in tante parti del mondo con quanto va accadendo in Italia”.

Non a caso nella stessa collana esce anche la riedizione di Funghetti: un classico della letteratura psichedelica nostrana, realizzato agli inizi degli anni ’90 da Giorgio Samorini con lo pseudonimo di Silvio Pagani. Mentre per fine anno è prevista la pubblicazione dell’antologia curata dalla nostra rete Psy*Co*Re che raccoglie interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia. Stay tuned!

 

20/9: Magic Mushroom Day

Magic Mushroom Day 2021«Abbiamo scelto il 20 settembre (9/20 nella dicitura anglofona) perché segna l’inizio dell’autunno, quando i funghi crescono copiosi; perché cade alla vigila dell’equinozio invernale, indicando un cambio di direzione; e perché riecheggia il 4/20, celebrazione globale dei successi del movimento pro marijuana». Così Nicholas Reville, animatore a Providence, Rhode Island, della 920 Coalition spiegava la scelta di lanciare questa giornata dedicata specificamente ai funghi psilocibinici (Magic Mushroom Holiday).

Lanciata nel 2015, l’iniziativa non ha (ancora?) raggiunto una massa critica al di fuori degli Usa, dove va però affermandosi come una “giornata di informazione e d’azione” dedicata al grande pubblico, sull’onda della crescente presenza mainstream delle sostanze psichedeliche, e dei “funghetti” in particolare. Ben più che una semplice “celebrazione” dunque, come accaduto per l’ormai universale 4/20 sulla cannabis, appunto, e per il Bicycle Day del 19 aprile (1943), a ricordo della prima auto-sperimentazione consapevole dell’Lsd da parte del suo scopritore, il chimico svizzero Albert Hofmann.

Obiettivo generale è infatti quello di ampliare il la discussione collettiva e informare al meglio sui benefici della psilocibina, soprattutto in ambito psico-terapeutico, sull’estesa ricerca scientifica in corso, sul processo di depenalizzazione avviato in alcune situazioni nord-americane (a partire da Decriminalize Nature), sulle precauzioni e i rischi nell’uso personale per scopi vari, microdosi incluse, sull’impiego cerimoniale-tradizionale del Teonanácatl e su molti altri aspetti collegati.

Proprio oggi, per esempio, la Johns Hopkins University annuncia un ulteriore passo avanti sul fronte della ricerca: è stato appena approvato il sostegno finanziario della NIDA (National Institute on Drug Abuse) per uno studio sulla psilocibina per superare la dipendenza da tabacco. Come sottolinea lo stesso responsabile Matthew Johnson, «è la prima volta in oltre mezzo secolo che le autorità Usa sostengono direttamente un’indagine sul campo con un classico psichedelico». E i molti commenti positivi ribadiscono l’arrivo di una nuova era per la legittimazione di tali sostanze nell’ambito della ricerca scientifica ufficiale.

Non manca il tipico flusso continuo di tweet per l’occasione, mentre su Instagram la testata DoubleBind informa sulla ricorrenza e chiede: «Come pensate di onorare questa giornata? Fateci sapere». Seguono migliaia di “like” e decine di risposte di diverso tipo.

Psychedelics Today, centro di informazione e training, propone una sorta di “riffa” con decine libri, corsi e altro per saperne di tutto e di più sulla psilocibina, in aggiunta a un podcast con vari ospiti, inclusa Michelle Janikian, giornalista ed autrice dell’ottima guida Your Psilocybin Mushroom Companion (2019).

È poi in corso (online) la quattro giorni del Third Annual Psilocybin Summit, con decine di relatori (da esperti micologi a curanderi, da Vandana Shiva a Dennis McKenna) di ogni parte del globo ad approfondire e condividere le conoscenze su coltivazione, ecodelia, tradizione, tripsitting e altro.

Ancora, oggi e domani il Chacruna Institute coordina l’International Psilocybin Symposium (online e gratuito, in inglese e spagnolo) che raccoglie ricercatori, accademici, leader indigeni, attivisti e altri soggetti coinvolti, per discutere le prospettive attuali e le problematiche di questo movimento globale.

Infine, ieri all’Università di Ann Arbour, in Michigan, migliaia di persone hanno dato vita allo Shroom Festival nel primo anniversario della normativa locale che dichiarava uso, coltivazione e distribuzione di piante e funghi enteogeni  “ultima priorità delle autorità repressive” – di fatto, la depenalizzazione a livello personale.

Tutta una serie di risorse e iniziative mirate a “celebrare” l’odierno Magic Mushroom Day come un’ulteriore occasione per documentarsi e coinvolgersi lungo il percorso collettivo verso la maturità psichedelica. Dove non mancano spazi e opportunità  anche per la ricerca italiana: qualche mese fa è stato approvato uno studio con la psilocibina sintetica all’università Roma Tre per la sindrome dello spettro autistico – per conto di Nova Mentis, azienda canadese di biotecnologia specializzata in medicina psichedelica.

 

 

 

Progetto podcast: Psichedelyka: psychedelic feminine

PsichedelykaAppena partita una nuova, stimolante iniziativa nel circuito di Psy*Co*Re e della della Società Psichedelica Italiana. Si tratta di una serie di podcast periodici con interviste a donne che danno voce e spazio alla riflessione sugli enteogeni e il femminile, come dimensione del vivente.

Ideato da Carolina Camurati e Anna Rita Shakti Eva, il progetto Psichedelyka: psychedelic feminine vuole mettere in luce lo sforzo quotidiano, la passione, la missione di tante e tante donne impegnate in questo campo di ricerca, ancora così poco conosciuto. Ricordando altresì che “femminino” è un regno, qualità e dimensione che a tutti appartiene, cui ognuno di noi può accedere.

Come ribadiscono le autrici, si tratta di “un podcast artigianale, homemade, fatto con grande umiltà ma moltissimo entusiasmo”. Un approccio senz’altro positivo, con uno stile contenuto e senza fronzoli, tra conversazioni aperte e comprensibili, passando dal personale al globale, evitando iperboli e puntando a un ampio spettro di tematiche attuali.

Psichedelyka: psychedelic feminine ha un proprio spazio su Spotify, dove si contano già tre interviste: Chiara Baldini, Tania Re, Donca Vianu. Da non perdere. E buon ascolto!

Relazione europea sulla droga (EDR) 2021

Nel 2019 sono stati 2 milioni i giovani adulti (15-34 anni) (l’1,9 % di questa fascia di età) che hanno assunto MDMA nei Paesi della UE. Si va dallo 0,2 % in Portogallo all’8,5 % nei Paesi Bassi. Le stime di prevalenza per le persone nella fascia di età 15-24 anni sono più elevate: 2,2 % (1,0 milione). Invece l’uso di LSD e funghi allucinogeni è pari o inferiore all’1 % per entrambe le sostanze, tra i giovani adulti (15-34 anni). Ancora inferiore il ricorso alla ketamina (0.9%), che però nei Paesi Bassi sembra emergere come al sostanza più comune tra i giovani nel contesto della vita notturna.

Sempre sull’MDMA, tra i 15 paesi che hanno svolto indagini a partire dal 2018 e comunicato gli intervalli di confidenza, sette hanno segnalato stime più elevate rispetto all’indagine precedente, mentre otto hanno comunicato stime stabili. Tra gennaio e giugno 2020, la quantità media di MDMA per pasticca secondo i servizi di controllo degli stupefacenti in 10 città europee è stata di 177 mg (180 mg nello stesso periodo nel 2019).

Questi solo alcuni dati della recente Relazione europea sulla droga (EDR) 2021 curato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT, in inglese EMCDDA), agenzia dell’Unione Europea istituita a Lisbona nel 1993. Trattasi di un progetto del tutto istituzionale e centrato soprattutto su dati relativi ai sequestri, consumo, decessi e ospedalizzazioni. Un ambito in cui, a partire dalla convenzione Onu del 1961, si continua a parlare genericamente di “droga” includendovi ogni sostanza illecita e dove al massimo oggi si accenna a una vaga riduzione del danno per limitare certi fenomeni. La cui misurazione rimane un punto critico: scarse e poco verificabili le fonti (dai sequestri agli ospedali), approccio poco oggettivo e neutrale perché basato comunque sulla “war on drugs”.

Dando comunque per buoni i dati relativi al 2019 – pur con le ridotte e alterne informazioni fornite dalle varie città europee, come ammettono gli stessi promotori – sono stati segnalati circa 2.400 sequestri di LSD, per un totale di quasi 115.000 unità. Diciannove paesi hanno segnalato 950 sequestri di funghi allucinogeni, per un totale di 55 chilogrammi. Sedici paesi dell’UE hanno segnalato circa 300 sequestri di DMT per un totale di 89 chilogrammi e quasi 75 000 unità.

Insieme alla metamfetamina, è calato l’uso dell’MDMA nella maggior parte delle città partecipanti, confermato tramite i sondaggi online e dal calo degli accessi ospedalieri correlati. Pur a fronte dell’introduzione di pasticche a basso dosaggio (soprattutto nei Paesi Bassi), ciò sembra dovuto alla quasi totale scomparsa dei grandi raduni di massa e altri eventi pubblici, dovuta all’emergenza Covid-19, dove Ecstasy e analoghe sostanze erano assai diffuse.

Interessante anche un altro passaggio del rapporto: «I dati dei sondaggi online delle persone che auto-dichiarano il consumo di droghe suggeriscono anche un maggiore consumo di alcol e una maggiore sperimentazione di psichedelici, come l’LSD e la 2C-B (4-bromo-2,5- dimetossifeniletilamina), e di droghe dissociative come la ketamina. Questo dato coinciderebbe con una crescita della domanda di sostanze potenzialmente ritenute più adatte al consumo domestico.»

Mentre sembra che nel corso del 2020, la coltivazione di cannabis e la produzione di droghe sintetiche nell’Unione europea sono proseguite ai livelli pre-pandemici, è preoccupante data la tossicità di alcune di queste sostanze, come dimostrato dal focolaio di oltre 20 decessi connessi al cannabinoide sintetico 4F-MDMB-BICA nel 2020. E nel 2019 sono state anche individuate oltre 400 nuove sostanze psicoattive sul mercato europeo.

La relazione europea sulla droga (EDR) 2021 è disponibile qui in versione integrale e in varie lingue, italiano incluso.

Bicycle Day 2021: da Albert Hofmann alla maturità psichedelica

Bicycle Day 2021Esattamente 78 anni fa il chimico svizzero Albert Hofmann auto-sperimentava una sostanza sintetizzata 5 anni prima e lasciata nel cassetto, la dietilammide dell’acido lisergico (Lsd). Prima in modo accidentale (16 aprile 1943) e poi consapevolmente (19 aprile), in quello che è divenuto noto in tutto il mondo come Bicycle Day. A ricordo e “celebrazione” di questi eventi, non mancano certo le testimonianze e i materiali originali anche in Italia, soprattutto ora che la questione va conquistando sempre più attenzione a  livello mainstream  (incluse giuste critiche e lacune).

Si parte dalla video-chiacchierata con Gilberto Camilla, presidente onorario della SISSC (Società Italiana per lo Studio gli Stati di Coscienza) svoltasi il dicembre scorso in occasione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2020, dove emergono aneddoti e altri dettagli inediti proprio riguardo al Dr. Hofmann.

Per chi volesse saperne di più o rileggere quelli che sono divenuti dei veri e propri “classici” di e su quest’ultimo, sono disponibili diversi Millelire degli anni ’90, la storica collana di Stampa Alternativa, scaricabili liberamente in pdf: Viaggi Acidi, I misteri di Eleusi, Percezioni di realtà, I miei incontri con Huxley, Leary, Junger, Vogt.

Tre giorni fa si è poi svolto il primo evento curato da PsyCoScienze, organizzazione formatasi recentemente a Napoli e dedita alle questioni relative a scienza e cultura psichedelica tramite un approccio integrato e interdisciplinare, con un livestreaming su Facebook dal titolo significativo: L’esperienza psichedelica: verso un nuovo paradigma di cura?

Senza dimenticare l’imminente lancio un nuovo progetto ad hoc: Tornare a Eleusi e ai suoi Grandi Misteri, con una serie di materiali inediti e di appuntamenti quindicinali online, curato dal Prof. Riccardo Zerbetto. Il quale ha tenuto interventi in tema nel corso degli Stati Generali della Psichedelia in Italia sia nell’edizione 2019 che in quella 2020, e ha discusso l’ipotesi di uno “sciamanesimo occidentale” con Massimiliano Palmesano in un recente livestreaming.

Come sottolineava ripetutamente Hofmann e come confermano i soggetti e le risorse di cui sopra, l’esperienza-esplorazione psichedelica rimane insomma un percorso articolato e poco lineare, oltre che foriero di un approccio multidisciplinare e di un impegno personale e collaborativo, con ampie conseguenze socio-culturali a livello globale. Pur a fronte delle ovvie promesse terapeutiche è bene evitare l’ipermedicalizzazione e i facili entusiasmi sull’onda del cosidetto “rinascimento psichedelico”, evitando scorciatoie e facili illusioni,  insistendo a favore di prudenza e informazione, con grande attenzione a dose, set, setting, a livello personale, oltre al rispetto di importanti linee-guida etiche per le entità che operano variamente nel settore.

In aggiunta al fatto non da poco che trattasi di piante, sostanze e pratiche tuttora illegali, pur le eccezioni emergenti di depenalizzazione in poche città Usa, insieme al peso burocratico e finanziario per le sperimentazioni scientifiche in corso soprattutto in ambito anglosassone. Come pure importante è riconoscere a queste “medicine per la coscienza” quel valore che hanno avuto in molte culture sin dall’antichità, ovvero porsi come un ponte con il mondo dello spirito, verso la dimensione sacra della vita. Ergo, nella divulgazione per il grande pubblico di queste complessità, oggi più che mai è il caso di puntare a un approccio sfaccettato e articolato: più maturo.

Albert HofmannUn contesto in cui è importante, per tutti i soggetti nostrani variamente coinvolti o interessati all’attuale riscoperta degli psicheledici, operare lungo un percorso collaborativo teso alla possibile Maturità Psichedelica. A partire dal fatto di essere consapevoli e ben informati su pregi, difetti e limiti di sostanze, operatori, aziende e quanti altri attivi oggi sul campo. E sfruttando al meglio l’universo online, farsi un’idea propria e discuterne negli spazi condivisi.  Evitando magari di concentrarsi solo sulla sfera più trainante del “viaggio”, quella emotiva o estetica, per dare invece più attenzione alla preparazione e all’integrazione.

Questioni ben note agli addetti e ripetutamente menzionate da pionieri come il Dr. Hofmann – che merita tutti i nostri ringraziamenti – ma spesso ignorate o sottovalutate da chi si avvicina alla psichedelia solo sull’onda di questo revival. E a cui sono dedicati anche diversi passaggi di una intervista di PulpLibri  con Alessandro Novazio, fondatore e coordinatore della rete Psy*Co*Re. Puntando così a un Bicycle Day sempre più maturo, collaborativo e consapevole.