FPT22: scienza e medicina psichedelica in Italia e in Europa

Realizzato grazie all’impegno volontario di alcuni collaboratori del network Psy*Co*Re, Frontiere PsicoTerapeutiche, alla sua seconda edizione a porte aperte, si è rivelato quest’anno un evento capace di far scaturire visioni e sguardi verso orizzonti solitamente non accessibili, a dimostrazione di una rete che intreccia professionalità ed interessi molteplici, coniugandoli in altrettanto eterogenei contesti di operatività e ricerca.

Molti i contributi dall’estero: dalla MIND Foundation di Berlino e dalla clinica tedesca OVID, ove viene svolto un servizio di psicoterapia assistita  con ketamina, ad orientamento cognitivo e basato sull’evidenza; dall’International Center for Ethnobotanical Education, Research, and Service (ICEERS) di Barcellona, che offre training e seminari di formazione per terapeuti,  facilitatori di processi nel vivo dell’esperienza psichedelica o nella sua integrazione; dal centro Takiwasi (ma non solo) in Perù, forte di un’esperienza trentennale nel trattamento di dipendenze croniche con il decotto di ayahuasca e altre medicine tradizionali indigene; dalla clinica PsyOn in Repubblica Ceca, in cui viene offerto un servizio di terapia con ketamina e si stanno avviando ricerche con uso di psilocibina; dalla vicina Svizzera in cui vengono attualmente condotti gruppi di terapia con utilizzo di MDMA ed LSD (su singoli casi autorizzati); dalla California, ove è possibile svolgere in cliniche, quali Ceremony Health, terapie individuali e di gruppo con l’utilizzo di composti psichedelici ed anche un contributo italiano, all’interno della MAPS, da cui emergono le possibili aperture per la ricerca  anche in Europa e in Italia.

Dalle tavole rotonde è emerso che la possibilità di una clinica psichedelica in Italia è ancora poco nitida e probabile, eppure, è comunque e ben possibile cominciare a ridurre il gap con gli altri Paesi che già lavorano ed investono in questo settore, per esempio muovendosi cauti ma determinati verso un paradigma di decriminalizzazione e depenalizzazione di queste sostanze, che permetterebbe intanto il riconoscimento del potenziale delle stesse (non solo di rischio) e l’avvio di una ricerca di matrice italiana.

Oppure per esempio riabilitando un discorso pubblico su queste tematiche, che sia fondato sulle evidenze scientifiche ma che sappia insieme far propri gli studi antropologici ed etnobotanici, filosofici e politici, letterari o di movimento underground che, finché la ricerca è stata bandita, han permesso che l’interesse intorno agli psichedelici non naufragasse nel periglioso mare di proibizione ed illegalità.

O ancora, informandosi e formandosi con altre tecniche che rimandano ad una più lucida consapevolezza circa lo spettro dei stati di coscienza (tecniche di respirazione olotropica, re-birth, meditazione, pratiche yogiche.. ) ma anche cominciando già da sé a costruire mappe che sappiano armonizzare l’interdisciplinarietà che connota questi temi nel nome di una rinnovata libertà cognitiva (cognitive freedom) e di un’affermazione al diritto di frequentare liberamente i propri stati di coscienza, in rinnovata armonia con un sistema ecologico ampio e fatto di nicchie ed ecosistemi che tra loro si relazionano.

A breve saranno disponibili (previo donazione), le video-registrazioni dei singoli interventi dell’evento, oltre a una raccolta dei materiali presentati (articoli, slide, video).

 

“Classici” della letteratura psichedelica da prendere con prudenza…

Non è certo un mistero che il forte ritorno d’interesse verso i risvolti dell’universo “psichedelia” anche nel Bel Paese vada trainando un’ondata editoriale del tutto inedita, dal recupero di “classici” mai tradotti a saggi ex novo a libri-manuali un po’ per tutti. Tendenza confermata negli ultimi mesi e variamente esplorata nella nostra sezione MindBooks (in contemporanea al Salone Internazionale del Libro di Torino). Inclusi alcuni volumi “storici” recentemente tradotti: LSD, l’innovativa ricerca psichedelica nei reami dellinconscio (Shake) di Stanislav Grof e Pharmako/Gnosis (Add) di Dale Pendell – pubblicati per la prima volta in inglese, rispettivamente, nel 1975 e nel 2005.

Testi sicuramente importanti, al pari di altri variamente parte del filone psichedelico, che meritano la traduzione, seppur tardiva, in particolare per i non addetti, i meno attenti e i più giovani. Eppure a volte sembra di essere di fronte a una tipica operazione di marketing e, quel che più conta, senza fornire contesti di lettura più ragionati o aggiornati, quindi essenziali per una fruizione più articolata e matura da parte del lettore odierno. Non ultimo perché soprattutto negli ultimi anni la ricerca scientifica, l’aneddotica sciolta e la copiosità di materiale disponibile (in particolare online) hanno variamente ampliato, corretto e/o negato certi contenuti di questi lavori pionieristici.

Ci sembra quindi importante segnalare anche le inesattezze o le lacune di questi testi. In primis, perché in tal modo si contribuisce alla riduzione del rischio e del danno, evitando esperienze negative per un possibile incauto sperimentatore e per il movimento tutto che sta cercando faticosamente, in Italia ancor più che nel mondo anglosassone, di correggere l’immagine negativa che certe sostanze conservano ancor’oggi nell’immaginario collettivo. Ciò inoltre garantisce massima trasparenza e credibilità a questo stesso movimento, con un approccio maturo e articolato per meglio puntualizzare i passi avanti intrapresi dalla scienza e dalla cultura psichedelica in generale, riconoscendo che il lavoro degli apprezzabili pionieri psichedelici oggi si rivela in parte superato e non privo di errori o grossonalità.

Nel nostro piccolo, abbiamo perciò deciso di “aggiornare” in tal senso il libro di Dale Pendell, affidando quest’operazione di revisione a Giuseppe Cazzetta, fisiologo dell’esercizio, studioso e coltivatore di prodotti etnobotanici e composti da ricerca, nonché responsabile della rubrica Etnobotanica su questo stesso sito web.  A partire da qualche riga di sintesi, seguito dai passaggi problematici (in inglese e corsivo) chiariti uno ad uno, con le relative note a margine, e una breve conclusione.

Un mistone di poesia, magia, alchimia, etnobotanica e filosofia condito con una base essenziale di farmacologia e chimica spolpata all’osso e spesso decontestualizzata o semplificata eccessivamente, che si propone come tentativo di registrare l’esperienza con diverse piante psicotrope o “alleati” in maniera puramente fenomenica riferendo quanto loro hanno da dire.

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Lettera aperta al Ministro della Salute sulla “tabellizzazione” dell’ayahuasca

A seguito della recente decisione del Ministero della Salute di inserire le due piante da cui vengono estratti i principi attivi dell’ayahuasca nella Tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe, la rete Psy*Co*Re ha inviato un lettera aperta a Roberto Speranza (Ministro della Salute). Rimandiamo a questo pdf per il testo integrale, riportandone di seguito alcuni stralci.

Pur comprendendo e condividendo le preoccupazioni del Ministro in tal senso, insieme alla necessità di risolvere l’attuale “area grigia legislativa”, riteniamo tuttavia che quest’ulteriore segnale restrittivo rischi di creare ulteriori ambiguità e soprattutto di ignorare la questione nella sua complessità, senza risolvere veramente il problema. In altri termini, il decreto finisce per gettar via il bambino insieme all’acqua sporca.

Nel contesto religioso e socio-culturale va ricordato che l’ayahuasca viene utilizzata da secoli, in modo cerimoniale e controllato, sia come pianta medicinale sia, soprattutto, come bevanda sacra per attivare lo stato allucinatorio nei riti sciamanici e per la comunicazione con il divino. E secondo gli studi condotti dal Beckley Foundation Science Programme, uno dei centri di ricerca da anni impegnato nello studio dei molteplici effetti delle sostanze psichedeliche, i soggetti che fanno uso regolare e controllato di questa pozione vegetale riportano un incremento di qualità psicologiche quali disponibilità, ottimismo e consapevolezza.

Sotto l’aspetto normativo, non va dimenticato l’uso rituale dell’ayahuasca in un contesto religioso controllato come la chiesa del Santo Daime, attiva da trent’anni in Italia con centinaia di seguaci e migliaia di simpatizzanti, che ora si vede costretta a sospendere le pratiche religiose e a negare la propria libertà di culto. Da notare che alle chiese del Santo Daime vengono riconosciute deroghe alla legge sugli stupefacenti per uso rituale in un contesto religioso controllato in stati come Brasile, Perù, Stati Uniti e Canada.

In altri termini, sia a livello sociale-culturale quanto legislativo-normativo l’approccio alle “droghe” oggi si pone in maniera più attenta e matura. Nel caso dell’ayahuasca, cercando di rispettare e dialogare con le tradizioni originarie, con le questioni di sostenibilità e differenze culturali, tanto quanto dei recenti progressi scientifici. Non a caso sono in corso di sperimentazione varie normative di depenalizzazione a livello internazionale, a partire dal Nord-America, insieme al lancio di attività medico-imprenditoriali legate alle sostanze psichedeliche. Ciò in base anche al fatto che, in Italia come nel resto del mondo, tali sostanze vengono comunque utilizzate senza creare vittime né vere minacce alla salute pubblica. Proprio per prevenire eventuali eccessi e abusi, occorre piuttosto implementare politiche più articolate e al passo con i tempi, tese a promuovere informazione corretta, riduzione del danno e scelte consapevoli da parte dei singoli.

In base a quanto esposto sopra, i numerosi professionisti, ricercatori ed esperti della materia coinvolti a vario titolo nella rete Psy*Co*Re si dichiarano interessati e disponibili a condividere – in qualità di consulenti interdisciplinari – il patrimonio di conoscenze raccolte in questi anni allo scopo di avviare un dialogo costruttivo e collaborativo sulla normativa in questione e, più in generale, sulle future politiche in tema di “droghe”.

Frontiere PsicoTerapeutiche 2022: lo stato attuale della psicoterapia coadiuvata dagli psichedelici

FPT22Venerdì 10 e Sabato 11 giugno 2022 la rete Psy*Co*Re organizza Frontiere PsicoTerapeutiche 2022 (FPT22), in modalità ibrida a Torino e online, evento dedicato ad approfondire il tema della psicoterapia coadiuvata dall’uso di sostanze psichedeliche in Italia e in Europa.

Riprendendo e ampliando il formato ideato lo scorso anno, l’edizione 2022 prevede la partecipazione di 28 relatori italiani e internazionali, esperti dell’argomento: medici, terapeuti, ricercatori accademici e indipendenti offriranno le loro prospettive o illustreranno il loro modo di applicare queste terapie in stati dove l’uso delle sostanze psichedeliche in ambito clinico o sperimentale è ammessa. La maggior parte dei relatori inteerverrà online, ma la partecipazione dal vivo è particolarmente consigliata e finalizzata alla creazione di un network con base italiana che possa coordinarsi in futuro per risolvere l’anacronista mancanza di informazioni e di iniziative in loco.

L’obiettivo di fondo è quello di avviare una rete di professionisti in ambito sanitario e di aspiranti pazienti che possa ritrovarsi in una linea d’azione comune in grado di arricchire il panorama psicoterapeutico italiano, sia dal punto di vista clinico che della ricerca scientifica.

FPT22 intende quindi fornire le informazioni necessarie e aprire il dibattito per orientare domande quali:

– Esistono cliniche che offrono terapie assistite da psichedelici nel territorio europeo?
– Come avvengono in pratica? Quali gli approcci e le strategie applicate?
– Quali i percorsi di formazione attualmente disponibili per i professionisti?

Si tratta di questioni urgenti per operatori clinici e potenziali pazienti che riconoscono l’impotenza attuale della società di fronte all’avanzare della depressione (prima causa di disabilità a livello mondiale), delle dipendenze patologiche e di altre patologie come l’anoressia, sintomi del nostro periodo storico.

Ecco perché, considerato anche l’avvio di trial clinici in diversi stati Europei (per esempio a Dublino per la ketamina, a Berlino e Londra per la psilocibina) ci proponiamo con questo evento di affrontare criticamente lo stato dell’arte in Italia. Nello specifico  l’obiettivo pragmatico è quello di promuovere protocolli di ricerca e progetti di  psicoterapia con psichedelici per  favorire processi salutogenici, con uno sguardo particolare rivolto  al territorio italiano.

Nello specifico, FPT22 è un evento articolato in interventi frontali e tavole rotonde di discussione che si articola intorno a tre temi principali:

– LA PRATICA CLINICA DELLA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI;
– LO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA CLINICA PSICHEDELICA;
– LA FORMAZIONE PER LA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI.

Qui il programma completo (in italiano).

Qui la versione inglese del testo di cui sopra e qui il  programma completo in inglese.

PREZZO BIGLIETTO: 15 EURO A GIORNATA; 25 EURO PER LE DUE GIORNATE.

PER ISCRIZIONI, INFORMAZIONI E PAGAMENTI: +39 3460058154 — +39 3341134744

 

Livestreaming per MindBooks: “riflessioni psichedeliche”

Nell’ambito di MindBooks. L’editoria della mente e in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino 2022, stasera giovedì 19 maggio (ore 21) si terrà un incontro – trasmesso in livestreaming qui sotto – dedicato ad alcune “riflessioni psichedeliche“: presentazioni di novità editoriali, interviste con alcuni autori e a seguire il dibattito aperto.

Riflessioni psichedeliche: Novità editoriali, incontri con gli autori e dibattito aperto

In occasione dell’imminente Salone Internazionale del Libro di Torino 2022, la sera di giovedì 19 maggio si terrà (ore 21-22) un evento in formula ibrida (dal vivo e online) nell’ambito di MindBooks. L’editoria della mente.

Il tema dell’evento, organizzato dal CCCT (Centro di Cultura Contemporanea di Torino, via Luigi Galvani 21/c) e dalla rete Psy*Co*Re, si concentra su una serie di “riflessioni psichedeliche“: presentazioni di novità editoriali, interviste con alcuni autori e a seguire il dibattito aperto.

Che cosa può mai avere a che fare la scienza con la mente e la coscienza? Se questa domanda fosse stata posta 60-70 anni fa la risposta sarebbe stata: niente o quasi. Il cosidetto “Rinascimento psichedelico”, o forse meglio “La terza ondata”, sta invece rapidamente modificando questo paradigma novecentesco. A dimostrarlo una ricca produzione editoriale sul tema – che continua a interessare proprio la scena italiana.

In studio: Alessandro Novazio (direttore CCCT e co-fondatore di Psy*Co*Re) e Agostino Formichella (editore di Eco Dai Palazzi). Previsti collegamenti esterni con vari autori ed esperti.

Informazioni e prenotazioni: info@ccc.to.it

L’incontro sarà trasmesso in livestreaming su questo sito e sulla nostra pagina Facebook.

Bicycle Day 2022: la prima volta dell’LSD

Bicycle Day 2021 Torna anche quest’anno il Bicycle Day: anniversario di un evento risalente a 79 anni fa, quando il chimico svizzero Albert Hofmann (1906-2008) decise di autosperimentare una sostanza sintetizzata 5 anni prima e lasciata nel cassetto, la dietilammide dell’acido lisergico (LSD). Il 16 aprile 1943, dopo averne notato una piccola quantità cadutagli sulla mano, provò sensazioni di irrequietezza e vertigine. Tre giorni dopo decise di assumerne deliberatamente 250 microgrammi, onde verificare le potenzialità terapeutiche e introspettive di quella nuova sostanza chimica – per poi tornarsene a casa in bicicletta, accompagnato dalla sua assistente, in preda ad effetti assai più intensi.

Ne emerse così un’esperienza inattesa e intrigante, che lo portò a dedicarsi completamente allo studio di questa e altre “medicine dell’anima”. Oltre a produrre centinaia di articoli scientifici e altri scritti in tema, Hofmann divenne direttore del dipartimento di prodotti naturali presso la Sandoz (oggi Novartis), dove riuscì a isolare i principali alcaloidi dei cosiddetti “funghi magici”, la psilocina e la psilocibina, oltre classificare la Salvia divinorum.

A ricordo di quell’insolito giro in bicicletta non manca un omonimo libro illustrato, tutto a colori, curato nel 2019 dall’artista Brian Blomerth in stile “comic strip underground”, con la prefazione di Dennis McKenna. Invece un resoconto in prima persona si trova nell’autobiografia del Dr. Hofmann, ormai divenuta un classico della psichedelia, LSD: My Problem Child (ripubblicato in italiano nel 2015), insieme alle sue riflessioni a tutto campo su psichedelici, misticismo e scienza. Per chi volesse saperne di più, sono poi liberamente disponibili (in pdf) diversi Millelire (Stampa Alternativa) degli anni ’90: Viaggi Acidi, I misteri di Eleusi, Percezioni di realtà, I miei incontri con Huxley, Leary, Junger, Vogt. E fresca di stampa, va segnalata anche la traduzione dell’edizione 2008 di un altro tomo fondamentale curato da Hofmann insieme a Carl Ruck e Gordon Wasson, La strada per Eleusi (Piano B).

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Santo Daime Italia: necessaria la tutela legale dell’uso rituale del sacramento ayahuasca

In merito al recente decreto ministeriale che ha inserito le due piante da cui vengono estratti i principi attivi dell’ayahuasca nella Tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo commento a cura del Santo Daime Italia (ICEFLU, Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale). Contatti: info@santodaime.it

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Premesso che riteniamo che il proibizionismo sia qualcosa di diseducativo, e che ci possano essere delle vie di mezzo tra la totale liberalizzazione e la totale chiusura per le sostanze, comprendiamo comunque che ci siano delle motivazioni concrete del governo per aver emanato questo decreto. In particolare, immaginiamo che la pressione sia venuta dalle forze dell’ordine e dai giudici.

Condividiamo anche, da un certo punto di vista, questa scelta, perchè negli ultimi anni l’ayahuasca è diventata una moda molto diffusa. Infatti, seppur oltre al Santo Daime ci siano altri gruppi seri che fanno le cose fatte bene, purtroppo ci sono diversi altri gruppi non seri. Questi ultimi fanno queste attività a scopo di lucro, in modo non sicuro e non protetto, utilizzando anche modalità di marketing come pubblicità su internet con i prezzi (anche alti) o locandine su WhatsApp.

Logico che in particolare noi delle chiese del Santo Daime siamo particolarmente coinvolti da questo provvedimento, perchè abbiamo una tradizione di trent’anni in Italia con centinaia di seguaci e migliaia di simpatizzanti.

Dato che la trasparenza e la legalità sono sempre state un punto di forza dell’ICEFLU, ci vediamo costretti a sospendere le nostre pratiche religiose. Quindi sono centinaia le persone che, abituate tutti i mesi e tutte le settimane a partecipare alle loro pratiche religiose, non possono più esercitare la loro libertà di culto. Questo, da un altro punto di vista, è sicuramente una cosa grave, che crea un danno che non ha prezzo, inestimabile.

Detto questo quindi crediamo che, seppur ci siano state delle buone ragioni alla base, il decreto non abbia tenuto in considerazione quelli che sono gli usi controllati, che hanno rischi minimi, se non nulli, per la salute e per l’ordine pubblico, in particolare. Sicuramente cercheremo di lavorare per far valere i nostri valori e i nostri diritti, in particolare anche mostrando che ai nostri lavori spirituali, che realizziamo da trent’anni in Italia con il coinvolgimento di centinaia di persone (ad esempio nel 2008 ad Assisi e nel 2015 a Reggio Emilia abbiamo fatto dei lavori con più di 300-350 persone contemporaneamente) non abbiamo avuto problemi di nessun tipo, né di salute né di ordine pubblico.

Crediamo quindi sia necessaria una protezione legale dell’uso rituale del sacramento Santo Daime nel contesto religioso controllato dei nostri lavori spirituali, dato che, essendo minimi i rischi per la salute e per l’ordine pubblico, deve essere preservato il diritto costituzionale alla libertà di culto.

Aggiungiamo che le chiese del Santo Daime hanno delle deroghe alla legge sugli stupefacenti per uso rituale in un contesto controllato religioso in stati come Brasile, Perù, Stati Uniti e Canada.

Etnobotanica 11: Mulungu, l’ansiolitico della foresta brasiliana

Erythrina poeppigiana Il genere Erythrina comprende circa 115 specie distribuite tra Neotropici, Sud Africa, Himalaya e la parte più meridionale degli Stati Uniti. Sviluppano tutte delle profonde radici girevoli che permettono una rapida crescita, sono organismi pionieri per la successione ecologica in grado di sopravvivere in ambienti poveri promuovendo la formazione dell’humus per le specie più esigenti. Inoltre contribuiscono all’azotofissazione rendendo disponibile l’azoto ammonico (NH3) per le piante vicine [1].

Da citare il caso dell’Erythrina poeppigiana, largamente utilizzata come coltura da ombra per le piantagioni di cacao, che ha anche dimostrato di migliorare la qualità del terreno e della microfauna circostante [2].

ETNOGRAFIA
In Brasile la corteccia di mulugu viene ampiamente impiegata sotto forma di decotto, tintura alcolica o anche semplicemente polverizzato come tranquillante, sedativo, sonnifero, analgesico ed antinfiammatorio naturale [3]. Insieme al frutto viene indicata nel trattamento di tosse, eccesso di muco, vermi ed emorroidi [4].
Nella comunità rurale di Laginhas vicino a Rio Grande do Norte nella regione a Nordest consumano un infuso per lenire il mal di denti [5].
Un decotto a base di corteccia di Erythrina viene consumato dai Tanaca in Bolivia, da Cabecar e  Guaymi in America Centrale e Perù per curare emorragie, dismennorea, oltre che come purgante [6].
Viene usato anche come stimolante della produzione del latte, purgante, insetticida e veleno per pesci.

CHIMICA
Erythrina poeppigiana Ad oggi sono noti oltre 110 diversi alcaloidi isolati dalle diverse Erythrina, per correttezza qui ci limiteremo a quelli specifici per verna e velutina anche se si può ipotizzare che il fitocomplesso sia sicuramente più ricco di quanto attestato dai referti d’analisi esclusivi per queste due sole specie.

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Etnobotanica 10: Akuamma, un seme oppioide

Akuamma La Picralima nitida è stata descritta per la prima volta nel 1985 dal botanico austriaco Otto Staptf come Tabernaemontana nitida. Un anno dopo il francese Luis Pierre l’ha inserita in Picralima, un nuovo genere creato basandosi sul sinonimo già in uso, P. klaineana.
Il nome Picralima deriva dal greco πικρός, che significa amaro, probabile riferimento all’amarezza dei semi della pianta.
Questo genere includeva un tempo anche Hunteria umbellata e Simii, ma ad oggi è monospecifico [1].

ETNOBOTANICA
Akuamma Nella medicina popolare dell’Africa Occidentale la Picralima nitida viene impiegata nel trattamento di febbre, infezioni, malaria, diabete e dolore [2].
In Cameroon e Guinea il decotto a base di frutto e corteccia della pianta viene consumato contro la tosse o la febbre tifoide. Le genti della tribù dei Fang li masticano per sopprimere la fame durante le lunghe camminate nella foresta [3].
Nella medicina popolare congolese il decotto di corteccia d’akuamma si beve come purgante e rimedio per l’ernia, mischiato ad altre piante viene impiegato contro la gonorrea.
Nella zona più occidentale della Nigeria il frutto viene indicato nel trattamento dell’asma [4].
In Costa d’Avorio i semi impastati con l’acqua vegono assunti in caso di pressione arteriosa alta [5].

 

FITOCOMPLESSO
alcaloidi: akuammina, pseudoakuammina, akuammidina, akuammicina, akuammigina, pseudoakuammigina, akuammilina, akuammenina, picrafillina, picracina, picralina, picralicina, picratidina, picranitina, burnamina, pericallina e pericina.
polifenoli: derivati cumestanici;
terpenoidi: sabinene, terpinenolo, α-selinene, β-cariofillene, β-selinene, α-terpineolo, α-pinene, cimene, eudesmolo, β-cuvebene, β-pinene e α-umulene;
steroli;
flavonoidi;
saponine;
tannini.

Il seme è la parte della pianta più potente e può raggiungere oltre il 5% di alcaloidi del peso secco [6].

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